Carovana in Messico 2011 dell'associazione Ya Basta

Messico - Chiapas: la violenza dei paramilitari non ferma il progetto zapatista

Aumentano le aggressioni alle comunita’ zapatiste, ma continua la lotta per difendere le terre e la costruzione dell’autonomia

21 / 8 / 2011

In questi giorni la nostra delegazione è arrivata in Chiapas, per visitare le comunità indigene che da più di 15 anni stanno costruendo un'esperienza di democrazia dal basso e di alternativa nei loro territori ribelli.

Il Messico di questi tempi è un paese martoriato dalla violenza promossa soprattutto da gruppi armati dei narcotrafficanti, che si scontrano tra loro o con le forze dello stato per contendersi il controlli dei territori. Questa situazione produce ogni giorno qualche decina di morti ammazzati, molti dei quali civili innocenti.

Il Chiapas è uno stato di frontiera, potenzialmente appetibile da coloro che gestiscono il traffico di stupefacenti provenienti dal centro e sud America. Nonostante questo, qui non si registra il livello di violenza e di presenza di narcotrafficanti come in molti altri stati del paese. Sicuramente, la presenza dell'EZLN e delle sue comunità organizzate che controllano il territorio ha permesso che in Chiapas non si siano potuti radicare i cartelli del narcotraffico.

Qua è di un altro tipo la violenza che subiscono le popolazioni, soprattutto le comunità contadine organizzate. Anche qua ci sono gruppi di civili armati; ma non sono narcotrafficanti, sono i cosiddetti paramilitari che il governo organizza per fare il lavoro sporco contro i poveri che alzano la testa. Questa violenza non è tanto appariscente a prima vista; non ci sono morti ammazzati. E' qualcosa di più sotterraneo e di più sottile, che in gergo tecnico viene chiamata “guerra di bassa intensità”, e il cui scopo è distruggere l'esperienze di organizzazione sociale, e cacciare i contadini zapatisti dalle terre che hanno occupato ai latifondisti nel 1994. Questo compito è affidato ad altri contadini poveri che il governo paga, addestra ed arma, per attaccare i civili zapatisti. In questi ultimi mesi, ed anche in questi giorni, le Giunte del Buon Governo zapatiste hanno emesso denunce dove raccontano di numerosi episodi in cui i paramilitari hanno aggredito famiglie, sequestrato, minacciato, piacchiato, bruciato case, raccolti e scuole autonome. Addirittura in questi giorni il livello di provocazione e’ arrivato ad un punto tale per cui i paramilitari hanno distrutto una struttura usata dagli osservatori internazionali presenti in una comunita’ che sta subendo violenze da mesi.

In questo clima di violenza generalizzata le comunita’ in resistenza continuano a costruire il loro percorso di autogoverno e a portare avanti i loro progetti nel campo della salute, educazione, commercializzazione e comunicazione. Riconoscono che i paramilitari sono contadini poveri come loro, che il governo inganna e compra sfruttando la situazione di miseria in cui vivono; riconoscono che i veri nemici sono le istituzioni di governo ufficiai a livello municipale, statale e federale; affermano che il loro progetto e’ di pace, e non vogliono cadere nelle provocazioni, ma di fronte a coloro che non li rispettano rispondono in maniera organizzata e collettiva, per difendere le loro terre e il loro progetto politico. Dichiarano in ognuno dei loro comunicati che non saranno certo questi episodi a fermare la lotta che stanno portando avanti per costruire una societa’ migliore e un futuro dignitoso per loro, ma anche per gli altri indigeni poveri del Chiapas e del Messico.

Leggi le denunce delle Giunte di Buon Governo su: http://enlacezapatista.ezln.org.mx