Carovana in Messico 2011 dell'Associazione Ya Basta!

Messico - Desinformemonos e la Brigada Callejera

Prove di giornalismo indipendente

5 / 8 / 2011

Una realtà giornalistica indipendente e in piena crescita quella di Desinformemonos, rivista mensile on line attiva da alcuni anni con sede a città del Messico tradotta in sei lingue. Il carattere dell'informazione che si intende trasmettere è però globale, dal momento che collaborano numerose persone da quaranta paesi di tutti i continenti. Da qualche tempo la rivista è scaricabile in formato pdf, facilmente stampabile per renderlo accessibile anche in quelle zone e a quelle fasce di popolazione che non possono accedere a internet.

Le lotte del popolo e delle realtà che nei media tradizionali non trovano spazio e non hanno voce sono i protagonisti indiscussi della rivista. L'identità di Desinformemonos si delinea soprattutto attraverso “Los Nadies”, sezione dedicata a racconti di gente comune, ma che attraverso la loro storia narrano spaccati e vissuti di realtà sociali molto più ampie.


Per questi motivi la delegazione di Ya Basta! ha deciso di incontrare e conoscere la redazione e alcuni dei collaboratori. Nonostante il forte impegno e il grande numero di lettori che la rivista ha raggiunto negli anni i giornalisti che partecipano a questo progetto lo fanno su base completamente volontaria.

Durante il nostro incontro abbiamo avuto modo di conoscere alcune redattrici di Desinformemonos, da chi si occupa della sezione cultura a chi cura la parte della traduzione, fino alla distribuzione cartacea della rivista. Un collettivo che collabora al progetto da due anni tramite un corso di gioranlismo è la Bridaga Callejera, gruppo composto da trabajadoras sexuales nato dalla necessità di dare dignità alle persone che scelgono questo lavoro e di poter così decidere del proprio corpo . La Brigada Callejera in rete con Desinformemonos scende direttamente in strada per incontrare las trabajadoras sexuales per conoscersi , formarsi e costruire percorsi comuni.

“Non volevamo più essere notizie passive - ci spiega Krisna, una delle attiviste - ma raccontare in prima persona la nostra scelta consapevole di vita. Tutti i mezzi di comunicazione ci definivano vittime del fenomeno della prostituzione senza preoccuparsi di chiedere a noi le nostre ragioni.

Possiamo dire che siamo putas, zapatistas y ahora periodistas”.