Messico - Il 20 novembre tre manifestazioni confluiranno nello Zócalo

#AccionGlobalporAyotzinapa: 115 città del Messico e del mondo hanno aderito alla giornata del 20

18 / 11 / 2014

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di César Arellano García, La Jornada 17 novembre 2014

Messico, DF. La manifestazione nazionale del prossimo 20 novembre per chiedere al governo federale di riavere vivi i 43 studenti di  Ayotzinapa partirà da tre diversi punti del Distretto Federale, assieme alle carovane che i genitori dei normalistas stanno portando avanti in diversi stati.

Di fronte a migliaia di cittadini e studenti universitari di scuole pubbliche e private che si sono uniti ieri alla manifestazione in solidarietà con le famiglie degli studenti, José Solano, che è stato l'unico oratore, ha detto che la prima carovana che attraversa il nord, chiamata Julio César Mondrágón Fuentes, si concentrerà nella Plaza de las Tres Culturas e partirà verso lo Zocalo insieme agli studenti e ai professori di diverse facoltà.

La Carovana del Sud, chiamata Daniel Solís Gallardo, partirà dal Monumento alla Rivoluzione per arrivare anch'essa nello Zocalo. Sarà accompagnata dalle organizzazioni contadine e sindacali. La Carovana che si trova in Guerrero partirà dall'Angelo dell'Indipendenza fino alla prima zona di Città del Messico. Quest'ultima partirà alle 17.00, mentre le prime due alle 18.

“Oggi le nostre azioni sono legittime perché sono molti giorni che aspettiamo i nostri compagni, come i loro genitori, che continuano ad aspettare il ritorno dei loro figli. Oggi dobbiamo lottare perché tornino vivi i 43 studenti e i migliaia di desaparecidos che ci sono in Messico: è il momento di unirci e che il paese non resti indifferente”.

“E' una lotta congiunta perché non possiamo permettere che ci siano altri desaparecidos. Non più prigionieri politici né la privatizzazione dell'educazione. Vogliamo che i diritti umani siano rispettati e che non si ripetano questi tragici fatti, perché ogni giorno al risveglio sentiamo un dolore enorme, per il fatto di non sapere nulla dei nostri compagni. Il governo federale vuole chiudere il caso dicendo che sono morti, ma non lo accettiamo”, ha spiegato Solano, studente di Ayotzinapa.

La manifestazione che è partita dall'Angelo dell'Indipendenza alle 16.30 e che doveva arrivare allo Zocalo ha cambiato direzione, verso il Monumento della Rivoluzione, dal momento che i partecipanti hanno segnalato che le autorità avevano transennato Piazza della Costituzione e che questa era controllata da soldati dello Stato Maggiore Presidenziale.

Durante il percorso, a cui hanno partecipato studenti dell'Università Nazionale Autonoma del Messico, dell'Istituto Politecnico Nazionale, dell'Autonoma Metropòolitana, delle Facoltà di Studi Superiori Aragon, Acatlan, delle Scuole di Scienza a Umanistica, le Preparatorie, alcune università private, collettivi di genere, così come genitori accompagnati dai figli, sono state richieste le dimissioni del Presidente Enrique Peña Nieto e la condanna dei responsabili dell'attacco contro gli studenti la notte del 26 settembre a Iguala, dove erano state assassinate sei persone, tra cui tre studenti della Normal di Ayotzinapa, 20 erano rimaste ferite e 43 risultano scomparse.

Al grido “Se li sono portati via vivi, li rivogliamo vivi!”, i manifestanti alzavano bandiere nazionali pitturate di nero in segno di lutto, così come striscioni con la scritta “#mi sono già stufato di questo fottuto governo”!, “#Dimettiti Enrique Peña Nieto!”, “Basta violenza, morti e scomparsi!” e “Fuori i soldati dall'università!”. Alla marcia si è unita anche Norma Andrade, del collettivo “Le nostre figlie di ritorno a casa”.

All'altezza di Insurgentes, molto vicino al Senato, un gruppo di giovani a volto coperto hanno cominciato a fare scritte sui muri: una signora li ha affrontati gridando loro che la manifestazione era pacifica e che se volevano rimanervi non avrebbero dovuto creare disordini. Il rimprovero non ha sortito alcun effetto.

Manifestazioni in Messico per i desaparecidos di Iguala. Foto di Giulia Iacolutti