Messico - Trovato morto Don Trino esponente della lotta di Ostula

9 / 12 / 2011

Gravi episodi di violenza contro attivisti sociali.

Lo abbiamo già scritto in questi mesi che il Messico è un paese in guerra. Decine di omicidi ogni giorno, con un saldo di più di 50 mila morti negli ultimi 5 anni.

In questi giorni stanno avvenendo gravi episodi contro attivisti sociali del paese, soprattutto del Movimento per la Pace con Giustizia e Dignità, movimento che in questi mesi ha rotto il silenzio intorno al clima di guerra e di violenza che sta devastando il paese.

Mercoledi sera è stato trovato il cadavere di Trinidad de la Cruz, detto don Trino, leader della comunità di Xayakalan, nello stato di Michoacan, poche ore dopo la liberazione dei 12 membri del Movimento per la Pace con Giustizia e Dignità che erano stati sequestrati insieme a lui. Il suo corpo torturato, ed ucciso con 4 colpi di arma da fuoco.

Poche ore prima, il Movimento per la Pace aveva denunciato il sequestro di altre due membri nello stato di Guerrero, Eva Alarcón e Marcial Bautista, attivisti della Organización de Campesinos Ecologistas de la Sierra.

Questi gravi episodi si aggiungono all'omicidio di un altro membro del movimento, Nepomuceno Moreno Muñoz, successo nel centro della città di Hermosillo lo scorso 28 novembre, e il tentato omicidio contro Norma Andrade, cofondatrice dell'organizzazione Nuestras Hijas de Regreso a Casa, associazione di familiari di vittime del femminicidio nel nord del paese.

Nella comunità di Xayakalan, comunità fondata nel 2009 dopo il recupero delle terre da parte di indigeni nahua, l'assassinio di don Trino si somma a 27 suoi compagni uccisi e 4 desaparecidos.

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Chi era Don trino e quale fu la sua lotta?

di Gloria Munoz Ramirez

Trinidad de la Cruz Crisóstomo, si faceva chiamare il Trompas per motivi di sicurezza, di fronte a le permanenti minacce che aveva ricevuto dal crimine organizzato e dai paramilitari. E’ un signore anziano, nahua, “valoroso e compromesso col popolo”, come lo definiscono i suoi compagni. Trinidad, o Don Trino, era a capo della incaricato della guardia comunitaria dopo che il 29 giugno 2009 gli indigeni nahuas recuperarono questo terreno che per 40 anni fu invaso per presunti piccoli proprietari provenienti dalla comunità di La Placita, municipio di Aquila.

Conosciuto anche come El Maíz oEl Maizón, Don Trino occupò gli incarichi massimi che si può avere in una comunità: giudice tradizionale in varie occasioni e rappresentante del possesso della terra. Fu anche comandnate della guardia comunitaria e il primo con questo incarico nel nuovo villaggio di Xayakalan, fondato sulle terre recuperate.

Intevistato due giorni dopo il recupero delle terre, ancora con i posti di blocco in allerta e la tensione per lo scontro, Don Trino raccontò con visibile orgoglio quello che successe quella mattina: “gli invasori de La Placita a colpi di arma da fuoco, ferendo uno dei nostri compagni, pero noi andammo avanti fino a che arrivammo con le nostre camionette alle terre”. Immediatamente istallarono un accampamento e circa 500 guardie comunitarie cominciarono a vigilare, per prevenire nuove provocazioni.

Conteso dai narcos

Questo territorio è stato conteso per anni da narcotrafficanti, investitori immobiliari, presunti piccoli proprietari e imprese minerarie, pero appartiene ai nahua. “Potemmo recuperare le nostre terre grazie a che tutti ci partecipammo alla riorganizzazione della nostra polizia tradizionale. Adesso da qui non ce ne andiamo, per questo abbiamo la nostra polizia”. “Non vogliamo la violenza, non è nostra intenzione. Stiamo solamente difendendo le nostre terre. Vogliamo lavorarle, solo questo. Quello che stiamo facendo è totalmente legale, pacifico, civile e costituzionale”, insisteva.

In successive interviste e chiacchierate informali che abbiamo avuto con lui in questi due anni, Trinidad de la Cruz avvertì che “solamente morti” li potevano cacciare da lì. Questo 6 di dicembre fu sequestrato da un gruppo armato, davanti a 12 persone del Movimento per la Pace con Giustizia e Dignità che si trovavano in una carovana di osservazione a Ostula e che furono minacciate, anche se poi le lasciarono in libertà. Oggi si è trovato il corpo senza vita di Don Trino in una località del municipio di Coahuayana.

Intervistati per telefono, lo scorso 14 novembre, informarono gli abitanti intervistati, che don Trino fu “duramente picchiato, di fronte alla comunità, con un arma R-15 da Priciliano Corona Sánchez, alias Chalano, con la complicità di Iturbide Alejo, alias Turbinas, e Margarita Pérez, alias La Usurpadora, persone che abitano a Xayakalan e lavorano per il crimine organizzato”.

Gli abitanti, che non dicono il proprio nome per paura di una rappresaglia, affermarono che nello scorso giugno, “el Chalano minacciò di morte don Trino e Pedro Leyva, che alla fine fu assassinato lo scorso 6 di ottobre”. Dissero anche che il 15, 16 e 17 settembre scorsi, El Chalano stava ricercando gli incaricati dell'ordine a Xayakalan, pero fortunatamente potettero scappare e si salvarono la vita.

in occasione del secondo anniversario del recupero delle terre, i nahuas di Ostula denunciarono che “la guerra che attualmente vive la nostra comunità e che è un capitolo piccolo della guerra che soffre la nostra nazione intera, la possiamo contare con numeri: 26 abitanti morti, 4 desaparecidos, decine di vedove e orfani e centinaia di persone cacciate dalle loro terre”. A queste cifre si sommano gli assassini di Pedro e Trinidad.

L'agosto passato avemmo un ultimo incontro con lui. Era da poco passato l'uragano Beatriz, che aveva distrutto tutte le precarie costruzioni del villaggio, ma nonostante questo, affermò: “qui tutti continuiamo al nostro posto. Se l'uragano non ci ha cacciato, fiuguriamoci il governo”.

La polizia comunitaria di Ostula è composta da circa 500 membri e la sua funzione, spiegò il dirigente e un gruppo di abitanti, “è controllare il perimetro delle terre in conflitto”. Non è, continua, “per affrontare la delinquenza organizzata, nè per disarmare nesusno, nè intervenire in altre cose, ma solamente per proteggere il territorio che ci appartiene”.

La risposta del governo all’organizzazione “non è stata buona”, continuò don Trino, sotto l’ombra di una palapa Xayakalan. “Il governo non vuole che abbiamo la nostra polizia. Non gli piace perchè non la comandano loro, però qui siamo sempre stati autonomi. Esigiamo il riconoscimento della nostra polizia, però se non ce lo danno, in ogni modo continuiamo”.

Ostula è una delle tre comunità nahuas del litorale del Pacifico michoacano. Le altre due sono Pomaro e Coire. Insieme posseggono più di 200 mila ettari di territorio tra la costa e le montagne della Sierra Madre del Sud fino al fino al Guerrero e Oaxaca. Nei più di mille ettari di Xayakalan attualmente abitano circa 250 persone appartenenti a 40 famiglie. Questo è un territorio vigilato.

I nahuas esigono il riconoscimento delle loro terre e dei suoi organi di autodifesa, ma fino ad ora non c’è niente. Mentre, mantengono il possesso del terreno e la disposizione della loro polizia per difenderlo., perchè la comunità non ha potuto svolgere le consultazioni a casusa della violenza. Questo 6 di dicembre si doveva svolgere l'assemblea che, per ovvie ragioni, è stata sospesa.

Un altro dato è che l’assemblea generale decise di non partecipare alle elezioni statali del Michoacán, lo scorso 13 novembre. “I partiti politici quando vengono a cercare voti ti parlano bene, però dopo non ti conoscono. Qui non entrano”, segnalò Don Trino.

tratto da Desinformemonos