Messico - Una conversazione con la "Asamblea de los pueblos indigenas del Istmo en defensa de la terra y el territorio" aderente al CNI-CIG (Congreso Nacional Indigena y Concejo Indigena de gobierno)

Due attivisti dei centri sociali del Nord-Est e dell'associazione Ya Basta! Êdî Bese! sono stati in Juchitan de Oaxaca il giorno dell'inaugurazione della Carovana por El Agua y la Vida.

29 / 3 / 2022

Martedì 22 marzo 2022. Juchitan de Zaragoza, stato di Oaxaca. Simbolo del greenwashing messicano, dove centinaia di ettari di terreno sono occupati da oltre 2000 pale eoliche spacciate dallo Stato e dai finanziatori internazionali come produzione elettrica di energia alternativa ed ecologica.

La prima parte della conversazione è servita a contestualizzare il territorio in cui L'APIIDTT (Asamblea de los pueblos indigenas del Istmo en defensa de la terra y el territorio) si organizza ed agisce, direttamente dal Centro de Los Derechos Humanos, uno spazio autogestito inserito nel contesto cittadino.

Una conversazione illuminante, pratica, oltre che descrittiva e teorica. La visita al territorio della miniera e dei parchi eolici parla da sola e semplifica la comprensione della contraddizione materiale che esiste tra la produzione "verde" e la capitalizzazione dell'energia green a fini meramente privatistici: "questo non è estrattivismo dal punto di vista dell'estrazione delle risorse, ma è come se lo fosse, se non peggio…"  spiegano le compagne sul posto.

Cementificazione, privatizzazione dei terreni ejidales e non, espropriazione, sfruttamento della manodopera, riproduzione del sistema famiglia eteropatriarcale, sovrapproduzione di rifiuti nocivi interamente non smaltiti (o smaltiti in parte, ma pagati dal pubblico), possono essere alcuni dei punti che fanno comprendere come questo megaproyecto abbia solamente un profitto per i fondi privati che in maniera differente investono (tra i quali Enel Energia) o approfittano unicamente della produzione dell'energia che non viene equamente distribuita (ne usufruiscono solamente le compagnie della grande distribuzione o quelle minerarie).

La fortuna di essere assieme a loro, ci ha permesso poi di andare a fondo del programma e delle motivazioni che hanno spinto un insieme di collettivi e pueblos, in maggioranza aderenti al CNI, a promuovere la Caravana por el Agua y la Vida in diversi territori, pregni delle contraddizioni ambientali ma allo stesso tempo di nuove e vecchie forme di resistenza dei popoli nativi. Una proposta che arriva dal 5 novembre 2021, a ridosso del rientro di vari compagni e compagne dall'esperienza della Gira por la Vida, nella giornata dell'incontro nazionale de los pueblos unidos contro il gasdotto e Bonafont. Ma non solo, los pueblos unidos sono la convergenza di diverse reti di appoggio al CNI, simpatizzanti, collettivi e pueblos del CNI stessi, che hanno iniziato a relazionarsi e a potenziarsi a vicenda nel periodo della carovana di Marichuy durante le elezioni federali del 2018.

"Rompere il circo mediatico, la narrazione che esiste sull'Istmo e non solo, smettere di essere raccontati come vandali, anche per evitare che la macchina mediatica servile allo Stato e alle grosse imprese giustifichi o nasconda la repressione che vivono i popoli in lotta", bene o male queste sono le parole che esemplificano il senso di questa carovana.

Una carovana che potrebbe produrne a sua volta un'altra per promuovere un'attivazione popolare contro il progetto del Tren maya.

Puebla, Veracruz, Ciudad de México dove ci sarà il 10 aprile una grossa mobilitazione nel giorno della morte di Emiliano Zapata (oltre l’elezione per la fiducia di AMLO), lo stato del Morelos per poi terminare in Oaxaca intorno al 22 aprile, giornata mondiale della difesa della terra dentro la quale la carovana stessa invita alla mobilitazione globale nei territori.

Una conversazione che ha saputo in poche ore restituire la complessità di un soggetto attivo ed organizzato su tantissimi fronti, territoriali, nazionali e globali.

Dalla Gira por la Vida dello scorso anno, si può dire di aver discusso con una realtà in grado di resistere ed esistere con una grandissima capacità di pensare globalmente contro il capitalismo e di organizzarsi localmente.

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