Nuova condanna di massa in Egitto: 230 ergastoli, Ahmed Douma incluso

6 / 2 / 2015

La restaurazione autoritaria del generale Sisi infierisce in modo sistematico sulla popolazione incarcerando e uccidendo migliaia di cittadini egiziani. Così il 4 febbraio sono stati condannati all'ergastolo 230 dissidenti tra cui il noto esponente della gioventù rivoluzionaria Ahmed Douma (1989), arrestato sotto ogni singolo governo dai tempi pre-rivoluzionari fino all'ascesa di Sisi. Inoltre 39 minorenni sono stati condannati a dieci anni di carcere a testa. I legali di Douma hanno boicottato la seduta denunciando spudorate irregolarità nelle procedure. Secondo alcuni testimoni, Douma avrebbe accolto la lettura della condanna con un ironico applauso, a cui l'ormai famigerato giudice Mohamed Nagy Shehata (lo stesso delle condanne a morte di massa e del processo ai giornalisti di Al Jazeera) avrebbe risposto dichiarando l'intenzione di aggiungere altri tre anni alla pena. 

La condanna riguarda la partecipazione di Douma agli scontri con le forze dell'ordine durante il brutale sgombero del presidio “Occupy Cabinet” nel dicembre 2011. Era il periodo dello scontro frontale tra la gioventù rivoluzionaria e il Consiglio Supremo delle Forze Armate (Scaf), al vertice dello stato durante le prime fasi della “transizione”. Gli attivisti - con una lucidità probabilmente in seguito offuscata dall'inasprirsi dello scontro tra “laici” di varie tendenze e destra islamista - erano consapevoli del fatto che l'esercito fosse l’istituzione che più di tutte si frapponeva tra la rivolta e la conquista durevole di diritti civili, politici e socioeconomici. La priorità era dunque quella di strappare ai generali il controllo dei vertici dello stato e di esigere una riforma strutturale del Ministero degli Interni. Come durante i duri scontri di via Mohamed Mahmoud nel novembre 2011 - che durarono diversi giorni con 33 vittime e molte centinaia di feriti - lo stato rispose a mano armata. Lo sgombero dell'Occupy Cabinet lasciò almeno 18 morti sul terreno. E’ per la sua partecipazione a questa battaglia eroica che Douma, all'epoca ventunenne, è stato condannato a passare la vita in carcere.

Douma è soltanto uno dei “volti della rivoluzione” attualmente in carcere. Nella stessa situazione si trovano anche, per esempio, il blogger Alaa Abdel Fattah e i leader del Movimento 6 Aprile Ahmed Maher e Mohamed Adel. Ma questi nomi devono servire per ricordare che i prigionieri politici in Egitto sono molte migliaia (stime del 2014 parlavano di 16.000) e che tali condanne si iscrivono nel contesto più ampio di una controrivoluzione militare sovvenzionata dai capitali finanziari del Golfo. Una rinnovata oppressione che ha temporaneamente messo con le spalle al muro le aspirazioni della gioventù e delle classi popolari del paese più popolato del Medio Oriente.

*** Lorenzo “Fe” Feltrin, di Treviso, è dottorando in scienze politiche alla University of Warwick, dove si occupa di sindacati e movimenti sociali in Marocco e Tunisia. Ha precedentemente collaborato con la casa editrice milanese Agenzia X, per la quale ha pubblicato il libro Londra Zero Zero sulle subculture anni zero della capitale inglese.