Offensiva di pace nel Donbass

La Russia sembra giocare come il gatto con il topo in Ucraina

di Bz
14 / 6 / 2014

Mentre il presidente ucraino Petro Poroshenko conversava telefonicamente con il leader del Cremlino Vladimir Putin, per illustrargli il suo piano per risolvere la crisi a est e nel sud dell'Ucraina e per trovare una soluzione condivisibile sulle forniture di gas e sul debito pregresso, le sue truppe scelte, con una sortita, occupavano la città di Mariupol e mettevano in fuga i miliziani filorussi, aprendo così la possibilità di insediarvi provvisoriamente il governatore della regione di Donetsk, e da qui partire per la riconquista di tutte le provincie ribelli del Bacino del Donbass.

Nello stesso momento le agenzie internazionali lanciavano l’allarme per lo sconfinamento di una pattuglia di 3 carri armati russi in territorio ucraino e il ministro degli Esteri russo Lavrov ha denunciava la mancanza di "qualunque progresso" negli sforzi promessi dal governo di Kiev per mettere fine ai combattimenti nell'est dell'Ucraina…. affermando che peacekeeper russi per il momento stavano in casa.

E’ evidente che la trattativa in corso è come il gioco del gatto con il topo, dove il gatto sta valutando se dare una zampata decisiva al topo o se lasciarlo al suo destino dopo averlo ridotto a un rottame. Così come è evidente che le milizie filo russe e le forze sociali che hanno appoggiato il formarsi delle 'repubbliche popolari' siano state usate nel loro ‘sogno’ di autonomia e che ora, Mosca, tenti di riportarle a più miti consigli facendo loro assaggiare la pressione di una guerra civile e, la contempo, garantendo dei corridoi umanitari per coloro che si sono esposti e compromessi.

Da aprile, il bilancio dei combattimenti tra le truppe di Kiev e i separatisti filorussi nell'Ucraina orientale e' di almeno 270 morti e 713 feriti. Queste sono le cifre diffuse dal ministero della Salute di Kiev in una nota precisando che nella regione di Donetsk sono state uccise 225 persone e 576 hanno avuto bisogno di assistenza medica, mentre nella regione di Lugansk i morti sono finora stati 45 e i feriti 137.

Queste cifre ci dicono quanto difficile sarà trovare una soluzione di convivenza civile dopo uno spargimento di sangue pesante, senza contare i soprusi, le angherie, le ruberie, le violenze che si sono perpetrate da tutte le parti.

La logica del potere transnazionale può trovare un accomodamento per i reciproci interessi economici che una soluzione prospetta ma la rottura del legame sociale non è immediatamente riparabile come fosse un guasto nelle pipeline, e il tempo lavora a sfavore di una soluzione indolore per la popolazione civile, qualsiasi lingua essa parli.

Quali potrebbero essere gli scenari che si vanno prospettando per l’Ucraina, nel mentre Poroshenko insiste per l’unità, integrità territoriale e centralizzazione dello Stato e i ribelli – con la copertura interessata di Mosca - insistano per l’indipendenza o l’eventuale federazione tra Stati?

Una endemica guerra in forma di guerriglia che ricorda da un lato la situazione siriana di un paio di anni fa ma con retroterra sociale e politico molto più simile alle Krajne serbe nel momento dell’incistarsi del disfacimento della ex Jugoslavia, e con la formazione dello stato indipendente di Croazia. Poi sappiamo da vicino quello che è potuto accadere.

Oppure la formazione nel Donbass di un ‘protettorato’ simile a quello della Transnistria nella vicina Moldova, che sussiste e si amministra autonomamente con laute prebende russe, al solo scopo di tenere lontano la Moldavia dall’Europa, soprattutto dalla penetrazione della Nato a sud est dei Carpazi.

Tutti scenari densi di instabilità politica e sociale che ci segnalano come sia in corso un formidabile braccio di ferro tra assetti di potere transnazionale sul futuro dell’Eurasia.