Ore di scontri fra manifestanti e polizia, l'altra faccia della visita del papa in Brasile

Scontri fra polizia e manifestanti al termine dell'incontro di accoglienza tra la presidente Dilma Rousseff e Papa Francesco, in visita in Brasile in occasione delle Giornata Mondiale della Gioventù.

23 / 7 / 2013

Mentre all'interno del palazzo del governo la presidente Dilma, nel suo discorso di benvenuto in occasione della visita di Papa Francesco, parlava dei brasiliani come “un popolo di fede”, che crede che “il domani può essere migliore”, con un esplicito riferimento alle recenti mobilitazioni che hanno incendiato le strade del Paese, e nomina la disuguaglianza come nemico comune contro cui lottare, all'esterno violenti scontri tra manifestanti e il Batalhão de Choque della Polizia Militare hanno segnato la fine di una manifestazione inizialmente pacifica, che per ore ha “assediato” il Palácio Guanabara, totalmente circondato e isolato da cordoni di Polizia.

“Per ogni bacio una rivoluzione”, “il mio cuore è laico” ma anche “Il Papa è BOPE(Batahlão de Operações Policiais Especiais) erano le scritte che si potevano leggere sui cartelli portati dai manifestanti, oltre a slogan contro Sergio Cabral, del Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), governatore dello Stato di Rio de Janeiro.

Così il quotidiano “Jornal do Brasil” riporta la notizia nelle prime ore successive agli eventi:

Dopo ore di manifestazione pacifica in prossimità del Palacio Guanabara, dove Papa Francesco era riunito con la presidente Dilma Rousseff e da altre autorità, gli agenti del Batalhão de Choque e i manifestanti si sono scontrati.

I tumulti sono cominciati dopo che il Papa aveva lasciato l'edificio. Alcuni manifestanti hanno lanciato pietre, gavettoni e bottiglie molotov in direzione della polizia, che ha reagito usando bombe stordenti, proiettili di gomma e idranti per disperdere le circa 1500 persone che protestavano di fronte al palazzo, circondato dalla Polizia Militare.

Un uomo non identificato, di circa 30 anni, era inginocchiato di fronte alla PM quando una granata stordente gli è esplosa a lato facendolo cadere a terra privo di sensi.

La polizia ha continuato ad usare i dissuasori elettrici sul manifestante incosciente per poi portarlo in un'area di isolamento.

Secondo gli attivisti, tre manifestanti sarebbero stati feriti da colpi di armi letali (voce smentita dall'Ufficio di Sicurezza di Rio de Janeiro ma riportata da chi, tra i manifestanti, ha portato i primi soccorsi alle persone ferite), due a una gamba e uno più gravemente.

Secondo la PM, attraverso un twitter ufficiale del corpo, i circa 1500 manifestanti raggruppati in via Alvaro Chaves, a lato dell'Estadio do Fluminense, hanno cominciato a praticare atti di vandalismo, lanciando bottiglie molotov in direzione dei cordoni di PM e provocando la loro reazione. Due persone sarebbero state fermate, una di queste con addosso materiale esplosivo, secondo la PM. Un militare sarebbe stato ferito, dopo essere stato colpito da una molotov. Ha riportato ustioni al torace ed è stato trasportato in ospedale.

Due mezzi blindati della PM hanno inziato a farsi largo velocemente tra la folla, che ha cercato di fuggire prendendo via Pineheiro Machado e via das Laranjeiras. Lo studente di Pedagogia Bruno Tales, 25 anni, è stato fermato perché sospettato di aver lanciato la prima molotov. È stato portato via da un agente infiltrato che sotto i vestiti indossava una specie di gilet imbottito per proteggersi dai proiettili di gomma. Lo studente ha negato tutte le accuse.

Un fotografo straniero, dell'Agenzia France Press, è stato ferito alla testa durante una carica (…).

Un fantoccio rappresentante il governatore Sergio Cabral (PMDB) è stato bruciato durante la protesta. Intorno al fuoco numerose persone ballavano al grido di “Cabral dittatore” e “La vostra repressione non serve, questo governo deve cadere”. […]

Prima dell'inizio degli scontri la Policia Militar aveva formato un cordone di isolamento con più di un centinaio di agenti tra la sede del governo e via Pinheiro Machado. Tutti coloro che si avvicinavano all'area venivano bloccati. Gli abitanti riportano che per poter oltrepassare il blocco dovevano provare la loro residenza nella zona.

Secondo il quotidiano Folha do Sao Paulosarebbero nove gli arrestati: due di questi, legati al gruppo di informazione alternativa Ninja, che documenta le proteste sui social network, sarebbero stati già liberati (secondo un loro post il motivo alla base del loro arresto era proprio il fatto che stavano filmando con il cellulare quanto stava accadendo cellulare che è stato loro sequestrato). Gli altri sette dovrebbero venire rilasciati a breve: solo uno di loro verrà trattenuto in quanto è stato ritrovato in possesso di materiale esplosivo.

Verso le ore 20 e 30 la PM aveva già disperso i manifestanti, mentre centinaia di agenti restavano a presidiare il luogo degli scontri e garantire la sicurezza di chi si trovava ancora all'interno della sede del governo.

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