Palestina - Due anni dopo lo sparo che lo aveva paralizzato, Harun Abu Aram è deceduto a causa delle ferite

A soli 25 anni, il giovane palestinese residente a Masafer Yatta è morto per essersi opposto al sequestro di un generatore comunitario da parte dei militari israeliani. Un nuovo articolo della rubrica “Over the Wall”.

19 / 2 / 2023

La violenza dell’apartheid raccontata da chi resiste. Dalla striscia di Gaza sotto assedio dal 2007, nasce Over the Wall, una nuova rubrica frutto della partnership tra Global Project e il media indipendente palestinese Days of Palestine per denunciare i crimini israeliani nei territori occupati. Gli articoli verranno pubblicati ogni domenica su Globaproject.info.

La mattina di martedì 14 febbraio, due anni dopo essere stato reso permanentemente tetraplegico dalle forze di occupazione, Harun Abu Aram è morto a soli 25 anni in seguito alle complicazioni delle ferite riportate.

Abu Aram viveva tra le colline del piccolo paese di Khirbet al-Rakeez, a Masafer Yatta, a sud di Hebron. Nel 2021, un gruppo di militari israeliani gli avevano sparato a bruciapelo, colpendolo al collo, durante una retata dell’esercito nel suo villaggio. Il venticinquenne stava provando ad impedire ai soldati di confiscare un generatore comunitario.

Dopo l’attacco, Abu Aram era rimasto paralizzato dalla testa in giù, iniziando a soffrire – secondo quanto riportato dalle autorità sanitarie palestinesi – di una serie di infezioni polmonari, gravi piaghe da decubito su schiena e bacino e numerosi altri altri problemi di salute, obbligandolo a lunghe staffette dentro e fuori l’ospedale, in cui trascorreva anche dei mesi.

A causa dei blocchi delle arterie conseguenti alla paralisi, il giovane palestinese ha dovuto subire anche l’amputazione della sua gamba destra.

Il sequestro del generatore, che forniva corrente alle abitazioni di due famiglie, era stato eseguito con il pretesto che questo fosse “illegale”, dal momento che l’area occupata è sotto sgombero da parte delle forze israeliane, che hanno ordinato lo sgombero di oltre mille persone per costruire un poligono di tiro.

I militari la definiscono “zona calda” e per questo impediscono la costruzione e l’allaccio a qualsiasi tipo di infrastruttura, comprese le reti idrica ed elettrica. Questo include anche l’accesso a generatori usati per produrre corrente elettrica nelle piccole e antiche grotte usate come abitazioni.

Poco dopo l’arrivo dei militari Rasmi, il padre di Harun, è corso ad aiutare il suo vicino, che stava cercando di riprendere possesso del generatore. I soldati israeliani hanno reagito, colpendo ripetutamente Rasmi e il vicino di casa. Harun è quindi accorso in aiuto a suo padre, provando a impedire che il generatore venisse sottratto dai militari.

La scena che ne seguita è stata ripresa integralmente in un video girato con un cellulare: un soldato israeliano ha estratto la pistola, l’ha puntata al collo di Harun e ha premuto il grilletto. Secondo la testimonianza della famiglia, i militari si sono rifiutati di chiamare un’ambulanza, e quando con l’aiuto dei vicini i familiari di Harun hanno provato a trasportarlo in ospedale, hanno sparato alle gomme del loro veicolo.

Quando il ragazzo è finalmente arrivato in ospedale, erano trascorse diverse ore. I dottori hanno quindi informato la famiglia che Harun aveva subito una grave lesione alla colonna vertebrale. È sopravvissuto, ma è rimasto paralizzato dal collo in giù.

A seguito della sparatoria, che vedeva Harun completamente disarmato, l’esercito israeliano ha condotto un’indagine interna, che si è conclusa decretando che i soldati avessero agito “per legittima difesa”, in quanto, hanno sostenuto, si trovavano di fronte ad “una situazione che metteva chiaramente a rischio le loro vite”.

Le notizie flash della settimana:

● La Knesset ha approvato una legge per l’espulsione dei cittadini palestinesi

Israele deporterà, revocandone la cittadinanza o la residenza, chi commetterà "atti di terrorismo".

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All’alba di lunedì 13 febbraio aerei militari israeliani hanno bombardato diverse zone della Striscia di Gaza. Non si registrano vittime. L’attacco è stato preceduto da una incursione a Nablus, nella West Bank palestinese, causando un morto, diversi feriti e principi di soffocamento a causa dell’utilizzo di gas asfissianti.

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Giovedì 16 febbraio, una sezione speciale dell’esercito israeliano ha fatto esplodere la casa di una famiglia palestinese nella West Bank occupata.

● PCHR: 350 bambini, e altre migliaia di malati di cancro palestinesi sono in difficoltà a causa del blocco di Israele

Mercoledì 15 febbraio, il Palestinian Center for Human Rights ha denunciato che 9000 pazienti oncologici, tra cui 350 bambini, a Gaza si trovano in “condizioni catastrofiche” a causa della carenza di medicinali e terapie come conseguenza del blocco illegale di Israele. Dei 1000 permessi richiesti quest’anno per poter uscire da Gaza per curarsi, 272 sono stati rifiutati, causando la morte di 3 bambini.

●  Le rivolte detenuti palestinesi contro le misure punitive di Ben Gvir 

Continuano da giorni le proteste dei detenuti palestinesi, in risposta alla decisione dell'occupazione di iniziare ad attuare nuove misure punitive e razziste all’interno delle carceri israeliane.