Palestina - Nonostante la continua normalizzazione dei crimini israeliani, il boicottaggio colpisce ancora

La Norvegia ha imposto il divieto di importare beni e servizi prodotti dagli insediamenti illegali in Cisgiordania. La città belga di Liegi recide ogni legame con Tel Aviv. Un nuovo articolo della rubrica Over The Wall, in collaborazione con Days of Palestine.

30 / 4 / 2023

Lo scorso 27 aprile, il consiglio di Liegi, in Belgio, ha votato per interrompere ogni legame con lo stato di Israele, a causa delle sue persistenti trasgressioni contro il popolo palestinese. La città ha deciso la chiusura dei rapporti con Tel Aviv e con tutte le sue istituzioni associate all’Occupazione e agli insediamenti israeliani. La risoluzione presentata dal gruppo del Partito Laburista è stata appoggiata dal Partito Socialista, dai Verdi e da un rappresentante del movimento "Vega", ottenendo il sostegno della maggioranza dei membri del consiglio comunale.

Il voto dell’assemblea trova fondamento nel diritto belga e dell'Unione Europea che in passato hanno condannato le numerose violazioni israeliane in materia di diritti umani, in contrasto con il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite, tra cui la n.242 che proibisce il sequestro forzato di terre altrui e ordina il ritiro di Israele dai Territori Palestinesi Occupati. Il  Consiglio di sicurezza dell’Onu aveva inoltre condannato, con la risoluzione n. 2334, lo sviluppo degli insediamenti israeliani, riconoscendone l’illegittimità dal punto di vista del diritto internazionale e sottolineando come essi stiano compromettendo ogni tentativo di costruire una pace giusta e duratura. Con la sua decisione, il Consiglio belga ha voluto riconoscere la condizione del popolo palestinese sotto occupazione, vittima di reiterati crimini di guerra e di un regime di apertheid, rilanciando al contempo il suo supporto al BDS.

La decisione ricalca quella annunciata martedì 25 aprile dalla Norvegia, che ha deciso di non importare più beni e servizi che verranno prodotti negli insediamenti illegali israeliani. Oslo ha dichiarato che la sua politica di approvvigionamento escluderà d’ora in avanti le compagnie collegate, direttamente e indirettamente, con le imprese dei coloni.

Il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele (BDS)  ha accolto con grande favore questa decisione, ringraziando "l'instancabile lavoro dei gruppi di base norvegesi, dei sindacati e dei partiti che l'hanno resa possibile" e invitando le città di tutto il mondo a recidere i legami con l’apartheid israeliana “per sostenere la lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza del popolo palestinese”. 

La decisione di Oslo era già stata annunciata a giugno del 2022, quando il ministro degli Esteri norvegese prese atto di una sentenza del 2019 della Corte Europea la quale ha imposto che i prodotti alimentari – in particolare vino, olio d'oliva, frutta, verdura e patate – provenienti dalle aree occupate da Israele (Cisgiordania occupata, Gerusalemme Est e alture del Golan) debbano essere etichettati con l’area di produzione e indicare la provenienza da un insediamento israeliano.

Attualmente più 650.000 coloni israeliani vivono distribuiti tra 164 insediamenti illegali e 124 avamposti costruiti sulle terre confiscate della Cisgiordania e di Gerusalemme. I territori della Cisgiordania e di Gerusalemme sono definiti “territori occupati” dal diritto internazionale, di conseguenza tutte le attività di costruzione di insediamenti israeliani vanno considerate illegali.

Le flash news della settimana

Le forze israeliane uccidono un adolescente palestinese nella Betlemme occupata. Venerdì 28 aprile il quindicenne Mustafa Sabah è stato ucciso da diversi colpi di arma da fuoco nella città di Taqu.Lo stesso giorno i militari israeliani hanno attaccato diverse marce palestinesi nella Cisgiordania occupata, ferendo dozzine di palestinesi.

Le forze di occupazione uccidono un giovane a Salfit. Giovedì 27 aprile, Ahmed Taha, proveniente dal villaggio di Bidya, nel distretto occupato di Nablus, è stato ucciso con diversi colpi di fucile dopo essere stato fermato e costretto a scendere dall’auto che stava guidando.

La salute di Walid Daqqa sta precipitando. Il noto prigioniero palestinese Walid Daqqa, detenuto da 38 anni, è affetto da un cancro al midollo spinale e attualmente si trova in gravi condizioni di salute al Barzlai Hospital. Nel corso degli anni, Daqqa è stato vittima di numerosi abusi da parte dell’amministrazione penitenziaria israeliana a causa del suo attivismo politico e della sua intensa attività intellettuale.

Israele legalizzerà 70 nuovi insediamenti. Il governo di occupazione intende avviare le procedure per la legalizzazione di decine di insediamenti e avamposti israeliani che verranno a loro volta collegati ad altri 9 insediamenti legalizzati lo scorso febbraio.

La destra israeliana marcia nella Gerusalemme occupata a sostegno di Netanyahu. Più di 100.000 manifestanti israeliani filogovernativi hanno partecipato giovedì sera, 27 aprile 2023, a una manifestazione indetta nella Gerusalemme occupata a sostegno delle riforma giudiziaria.