Parigi-Calais, la Francia incapace di accogliere le persone che arrivano in Europa

21 / 9 / 2015

La guerra ai migranti ha raggiunto una tale aberrazione da concepire l'offerta di letti in un ospedale psichiatrico ai rifugiati che chiedono di dormire in un luogo alternativo alla strada (*).

La preoccupazione che maschera questa situazione quotidiana risulta essere l'ospitalità, l'alloggio, la casa: "dove metterli", in quale magazzino stoccare questa 'merce' umana che si accumula prima di smistarla, dirigerla seguendo la sola logica dell'esclusione, e poi ridistribuirla senza vederla, toccarla, sentirla presente? "Chi se ne occupa"? chi la sorveglia?, "Come contarla, pesarla, valutarla?" Mentre la macchina dell' "emergenza" sistema, provvisoriamente, un migliaio di Siriani e Iracheni spediti da Angela Merkel, via Monaco di Baviera, a Parigi, Hollande e il suo ministro Valls sperimentano le loro "soluzioni alla crisi" della presenza dei migranti sul territorio francese:

il governo francese delega ai servizi sociali e alle organizzazioni umanitarie il compito di gestire l'arrivo, la permanenza, il passaggio e i respingimenti di migliaia di persone e di famiglie provenienti dai paesi africani, mediorientali e asiatici.

All'alba di giovedì 17 settembre, i servizi sociali del comune di Parigi cominciano ad organizzare l'evacuazione di circa cinquecento persone nei due accampamenti principali alla Gare d'Austerlitz e sulla Senna. Contemporaneamente, il presidio auto-organizzato da 200 rifugiati per oltre due settimane davanti alla Mairie del 18arr.ment viene sgomberato. Erano già stati espulsi dall'accampamento nello Square Jessaint dopo essere stati espulsi dai campi della Chapelle e, successivamente, dalla Halle Pajol. L' intervento è stato coordinato dalla Ville de Paris e dall'Ofpra, Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e apolidi, insieme al ministero dell'Interno. 

Con i CRS, polizia antisommossa, vigili e solerti tutori dello svolgimento 'corretto' dell'espulsione di massa. 

Il metodo non è nuovo ma il fatto che il respingimento delle persone, richiedenti asilo e no, venga architettato e strutturato nella sua forma più banale, cioè coordinato da funzionari, impiegati, assistenti sociali, medici… dimostra che la fabbrica della disperazione, della povertà, del ricatto, della violenza e della morte è pensata per raggiungere il suo obiettivo: costruire un nemico che da esterno diventa interno, riaffermare la selezione grazie alla catalogazione dei diversi, degli "altri' che devono rimanere invisibili, umanamente più in basso, in ogni caso "fuori", e se possibile legalmente o fisicamente eliminati.   

Le assemblee auto-convocate dei migranti hanno dato precise indicazioni su come muoversi e organizzarsi durante le ormai regolari espulsioni dagli spazi occupati e durante i loro soggiorni nelle strutture di alloggio. Venerdì 18 settembre, i referenti dell'assemblea degli occupanti sono stati fermati e arrestati dalla polizia arrivata per contenere l'ennesimo, evidente malumore creatosi in seguito alla verifica delle condizioni di inumana "accoglienza" a cui centinaia di persone sono destinate da mesi, anni. In commissariato, a Nanterre, i tre rappresentanti dei migranti sono stati interrogati e accusati di essere dei "passeurs" dopo essere stati denunciati dalle opere caritative e benevoli. Due di loro sono stati rilasciati il giorno successivo, il terzo, Hassan, sudanese, in stato di fermo è stato rilasciato dopo due giorni. Anche il mese scorso, 4 persone sono rimaste in questura tre giorni accusate di aver sostenuto le rivendicazioni dei rifugiati alloggiati in un centro gestito da Emmaüs nel 14arr.ment. Rivendicavano il diritto ad un'ospitalità "dignitosa".  

I sindaci francesi lamentano i problemi posti dal 'nomadismo stanziale' degli accampamenti in città, l'igiene e la sicurezza. La politica dello scaricabarile istituzionale e amministrativo che delega specifiche "competenze" alla Prefettura dura da oltre un anno. Mentre rispetto ai migranti si attua un governo prefettizio del territorio, abitanti e cittadini fanno i turni per assicurare bisogni primari, garantire assistenza di ogni genere facendosi carico di iniziative di solidarietà, mense collettive, traduttori, sostegno giuridico e medico (Médecins du Monde) e quanto possibile per arginare difficoltà quotidiane e soddisfare necessità vitali nella prospettiva di una soluzione reale non umanitaria. La mobilitazione permanente organizzata da militanti di collettivi di sans-papiers e dagli attivisti di culture politiche differenti sono le uniche vere forze vive. Grazie alla loro presenza i migranti-occupanti riescono a far fronte alle aggressioni poliziesche e a respingere gli attacchi dell'intero apparato istituzionale che imperversa dalle sale delle municipalità al parlamento. 

Da Parigi a Calais, dove convergono migliaia di persone, provenienti principalmente dell'Africa orientale, dall'Afghanistan e dalla Siria. Ai migranti che tentano di raggiungere l'Inghilterra con i ferries o nel tunnel sotto la Manica dopo essere passati da Ventimiglia e da Parigi, lo Stato e il Comune danno una sola risposta: respingimento ed espulsione dal territorio. Da anni si accordano per reprimere e dare la caccia ai migranti, sgomberarli con la forza dai loro precari spazi di vita, squat e jungles. Oggi la società Eurostar che gestisce il tunnel appalta il controllo della frontiera per assicurare la mobilità dei passeggeri e la viabilità delle merci,  migliaia di poliziotti aggrediscono, minacciano, feriscono, arrestano ed eseguono violenti rastrellamenti  per dissuadere altre migliaia di persone dall'attraversare il confine, costringerli a rinunciare al passaggio verso il paese scelto come destinazione.  L'ingente presenza delle forze dell'ordine e l'impressionante barriera fisica e tecnologica costruita sia nell'area portuale che in quella di accesso al tunnel porta i candidati all'immigrazione in Gran Bretagna a tentare e ritentare rischiando la vita (12 morti dichiarati in tre mesi) ,o a desistere e ripiegare temporaneamente su Parigi per riorganizzarsi. 

Ma chi si organizza corre sicuramente il rischio di aiutare. Aiuto proporzionale al pericolo e al tempo di permanenza entro confini nazionali. Esiste certo un mercato estremamente redditizio di controllo delle vite e dei confini ma ci sono anche moltissime persone che chiudono la porta del tir dopo che altri migranti sono saliti, che danno un passaggio, che aiutano ad attraversare la frontiera…  L'ultima persona uccisa dal confine non ha nome, si sa che era siriano, giovedi 17 settembre mentre provava a salire su un vagone merci è morto a causa di una scarica elettrica. 

(*)Comunicato dei migranti sulle proposte di alloggio d'emergenza nell'ospedale psichiatrico di Nanterre, sul controllo poliziesco e l'arresto di 3 rappresentanti dei migranti:

Rifugiati, siamo fuggiti da situazioni critiche, le nostre vite erano minacciate, siamo emigrati in condizioni catastrofiche e abbiamo rischiato la vita ogni giorno.

Molti di noi sono morti attraversando il deserto e il mare. I pochi arrivati in Francia speravano in un vita dignitosa in questa terra d'asilo e dei diritti umani come viene presentata dai media.

Ma l'accoglienza è stata la miseria della strada, l'abbandono senza un riparo, la pioggia, il freddo, la privazione.

Dopo l'evacuazione dell'accampamento alla Mairie del 18arr.ment, ci hanno portato in un centro di alloggio d'emergenza dove tutti gli impegni presi dalle autorità e dall'amministrazione si sono rivelati falsi. Al momento del nostro arrivo all'Ospedale di Nanterre, nell'annesso dell'ospedale psichiatrico, abbiamo visto, con terrificante sorpresa, la sporcizia in cui vivono i numerosi ospiti malati, il loro stato ci ha inquietato. Per timore, non siamo scesi dall'autobus che ci ha trasportato lì. L'ammministrazione ci ha chiesto di scegliere tre di noi per visitare i dormitori e poi discutere.

I 3 rifugiati ci hanno confermato che il luogo non era in uno stato compatibile con l'ospitalità e non corrispondeva alle promesse dei responsabili che erano intervenuti la mattina stessa prima dell'evacuazione del campo. Quando abbiamo rifiutato di accettare questa offerta di alloggio a causa delle condizioni inaccettabili per la dignità umana, la polizia è arrivata come era stato ordinato dalle autorità. Hanno fermato le 3 persone designate a discutere con l'amministrazione sulle condizioni di accoglienza. Ci hanno teso una trappola, usato 50 poliziotti per spaventarci e fare pressione. Hanno portato via i 3 che avevamo scelto per interloquire, li hanno portati in un posto che non si conosceva e non abbiamo più avuto notizie sulla loro sorte.

L'incubo non finisce,  siamo rimasti chiusi sull'autobus per ore. Non ci hanno lasciato usare le toilettes, siamo rimasti senza cibo, questo per obbligarci ad accettare l'alloggio proposto. Eravamo interdetti per l'attitudine e il comportamento inaccettabile nei confronti dei rifugiati da parte dello Stato francese.

Alla fine, alcuni, costretti, hanno accettato di restare malgrado l'accoglienza sia contraria al rispetto della dignità umana. Noi, visto le pessime condizioni, siamo andati via, abbiamo preferito errare in strada. Non chiediamo altro che il rispetto dei nostri diritti e un'esistenza dignitosa. Questi diritti non sono esigenze esagerate. Chiediamo di poter essere alloggiati in condizioni normali e degne, e che ci venga riconosciuto il nostro statuto di rifugiati nel paese che pretende di rispettare i diritti umani.

I migranti testimoni che sono fuggiti dall'alloggio

(tradotto dall'arabo)