Pas une bassine de plus - tre giorni di lotta per la difesa dell'acqua nella Francia Nord-Occidentale

Presente una nutrita delegazione di Rise Up 4 Climate Justice dei Centri Sociali del Nord-Est. Cantiere del megabacino assediato da 30 mila persone, ore di scontri con la polizia.

26 / 3 / 2023

Circa 30mila persone hanno partecipato alle azioni lanciate dal movimento francese Les Soulèvements de la Terre contro la costruzione di megabacini nella regione della città di Poitiers. Il territorio, una volta ricco di laghi, è ora una grandissima distesa di campi messi a profitto per l'agroindustria. I progetti prevedono la costruzione di ulteriori megabacini che andranno a prelevare acqua dalle falde acquifere, a discapito dei piccoli e medi agricoltori. Soprattutto, parliamo di progetti presentati come soluzione alla siccità che sta colpendo anche la Francia, ovvero dell'ennesima soluzione ingegneristica ai disastri ecologici e ambientali provocati dal modello di sviluppo capitalista.

Sabato mattina dal campeggio si sono mossi tre cortei: l'otarda, la lontra e l'anguilla. Tutti e tre i "fingers" sono stati all'insegna di una reale convergenza delle lotte. Innumerevoli infatti i comitati ambientali francesi, in particolare comitati a difesa dell'acqua provenienti da tutto il paese. Al loro fianco organizzazioni sindacali di agricoltori, ma anche giovani e giovanissimi arrivisti climatici. Significativa la presenza dei sindacati: Confédération Paysanne, ma anche CGT e Solidaires. Insomma proprio tutti, dalla società civile a attivisti e attiviste di movimenti francesi e internazionali, hanno indossato le tute blu e attraversato immensi campi di colza e raggiunto il bacino di Sainte-Soline, circondato da un enorme dispiegamento di forze dell'ordine. 

Per alcune ore i manifestanti hanno cercato di farsi largo per entrare e occupare il megabacino. La polizia ha risposto violentemente, con un fitto lancio di lacrimogeni e granate alcune delle quali ben oltre le prime file. Dopo tre camionette andate a fuoco, agli uomini dispiegati intorno al megabacino si sono aggiunte forze dell'ordine in quad dotate di fucili con proiettili di gomma che sono stati sparati sui manifestanti. 250 i feriti, alcuni anche molto gravi. "Solidarité aux plus determinés", è stata una delle tante frasi gridate dalle migliaia di manifestanti, in supporto a chi cercava di aprire una strada per entrare nel bacino. A fine giornata, i manifestanti hanno lasciato il sito , riuscendo però prima a sabotare una pompa e un tubo centrale utilizzati per portare acqua al bacino, mentre il sindacato degli agricoltori ha piantato 300 metri di siepi, simbolo di un modello agricolo sostenibile e a basso consumo di acqua.

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La mobilitazione proseguirà oggi con varie assemblee e tavole rotonde nella città di Melle, dove è stato allestito un altro campeggio.

«Come Rise up 4 Climate Justice dei Centri Sociali del Nord Est abbiamo risposto all'appello e abbiamo partecipato a queste giornate di mobilitazione perché la lotta per l'acqua, come altri beni comuni, è una lotta che è scritta nel nostro DNA: dalla lotta per la difesa della laguna dal Mose, grandi navi e scavi, dal referendum per l'acqua pubblica, alle azioni contro la Miteni e i Pfas che hanno inquinato le nostre falde, fino all'azione contro la Coca Cola a Nogara, lottiamo per l'acqua in quanto parte fondante del nostro territorio, oltre che elemento fondamentale per la vita. La nostra lotta, come quella de Soulèvements de la terre, è per la vita».