Portogallo - Sempre più "entroikado"

di David Martin Marcos. Lisboa

15 / 1 / 2013

 A Lisbona, nei negozi del quartiere multiculturale di Graça, che sembra vigilare la città da una collina, si è recuperata la vecchia abitudine di fissare l'acquisto. Due polli interi arrivano a costare 5 euro; il chilo di pomodori circa due, il pacco di riso circa 70 centesimi.

Nell'insieme questo permette ad una famiglia di ingannare la fame per circa metà settimana. Ma c'è sempre di più qualcuno che non può permetterselo mentre il mese avanza ed è abituale che macellai e fruttivendoli facciano credito in una sorte di solidarietà di vicinato nei confronti di chi non c'è la fa a far fronte alla crisi.

Perdita del potere d'acquisto

Non c'è da stupirsi: nel 2013 il salario medio in Portogallo, strangolato dopo le riduzione delle rate sul reddito dell 'IRPF, fatte dall'esecutivo di Pedro Passos Coelho, si ridurrà a poco meno di 700 euro. Saranno il milione e ottocento mila pensionati quelli che faranno più fatica a quadrare i conti con un reddito che, per regola generale, non supererà i 400 euro al mese e che dovranno fare i conti con un incremento del 15% del prezzo dei trasporti pubblici e con un aumento del 13% del prezzo dell'elettricità rispetto all'anno scorso.

La disoccupazione, una delle facce più amare della crisi, toccherà il 15% della popolazione attiva e, senza previsioni di cambiamento imminenti, l'emigrazione, che sta provocando un vuoto demografico nell'interno del paese, continuerà ad essere una sorta di scialuppa di salvataggio per i giovani. Luanda, Río de Janeiro, São Paulo o Macao, i centri emergenti lussuosi che da anni attraggono i laureati portoghesi, si trasformeranno in una sorte di destinazione ambita per una generazione straordinariamente preparata che non trova spazio nel proprio paese natale.

Lo stesso primo ministro ha invitato i suoi cittadini a farsi un futuro fuori dal Portogallo proprio lo scorso anno e i suoi sforzi si centrano nel ridurre le risorse di chi resta.

Un IVA al 23%

Con un Iva che è arrivata la 23% e che per paradosso ha provocato una diminuzione delle entrate generate da questa imposta nelle casse dello stato, il nuovo attacco preparato da un Passos Coelho, colpito da un bassissimo indice di popolarità, colpirà anche i lavoratori autonomi che non possono permettersi di far fronte ai pagamenti della  Seguridad Social. 

I portoghesi hanno eletto l'aggettivo "entroikado" come parla dell'anno 2012 in Portogallo. Secondo la televisione pubblica RTP, potranno incorrere in pene carcerarie quelle persone i cui debiti con questa istituzione superino i 3.500 euro, mentre il limite era prima di 7.500. E c'è chi afferma che si starà meglio in carcere in uno stato nel quale molti si sentono trattati male quando non addirittura perseguitati dalla classe politica.

Lo scorso autunno, secondo i dati resi pubblici dai principali mezzi di comunicazione portoghese, l'87% della popolazione ha affermato di essere "disinllusa della democrazia", ed il numero pare essere aumentato negli ultimi mesi. Ecco dunque che proprio in questa situazione, nella votazione organizzata da Porto Editora, la maggior industria libraria del paese, i portoghesi hanno scelto l'aggettivo "Entroikado" come parola del 2012 in Portogallo. Secondo il comunicato fatto dal gruppo editoriale il neologismo si applica a quelle persone "obbligate a vivere in condizioni imposte dalla troika" e colloquialmente significa quelli che "sono in una situazione difficile, spremuto ed incazzato". Nel 2013 nelle strade di Graca, in cui le note del fado si confondono con le voci di chi gioca a criquet bisognerà continuare a mantenere i prezzi fissi della carne e della verdura per gli "entroikados" però ora nessuno sa fino a quando.

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