Rojava: il coraggio di una rivoluzione

19 Luglio 2012 - 19 Luglio 2020. Otto anni di Rivoluzione del Rojava.

22 / 7 / 2020

È il 2012, è la notte tra 18 e il 19 Luglio 2012. Domenica scorsa ne è stato l'ottavo anniversario. Siamo nel nord della Siria e con l'occupazione degli edifici delle istituzioni pubbliche e militari della città di Kobane, ha inizio la Rivoluzione del Rojava.

Nel contesto post-sollevazioni popolari del marzo 2011, il nord-est della Siria si trova in una situazione particolare dove le forze del regime sono poche e distribuite in un territorio immenso. I movimenti auto-organizzati a maggioranza curda, che già da anni agivano in clandestinità, decisero che il momento per un cambiamento radicale era arrivato.

Grazie alla creazione, sempre in clandestinità, di una struttura militare, lo Ypg, e forti del sostegno popolare che i movimenti si erano creati nella popolazione locale, la presa di Kobane e dei territori limitrofi avvenne senza spargimenti di sangue. Da quel momento su quei territori cessava di esistere la stato siriano e le sue istituzioni mentre venivano formate le prime assemblee e consigli popolari che si dovranno, d'ora in poi, occupare della gestione politica e sociale del Kurdistan occidentale.

La storia della Rivoluzione del Rojava è purtroppo una storia di sangue. Infatti, ben presto, le forze jihadiste nate nel caos della guerra civile siriana, misero Kobane e la rivoluzione confederale e femminista nel proprio mirino.

Le battaglie furono tante e sanguinarie e molte delle città che si erano da poco unite alla Rivoluzione vennero pian piano fagocitate dall'orda nera del neonato Califfato.

La storia della Rivoluzione del Rojava è però storia di resistenza. Lo spirito e la volontà di un cambiamento radicale fece sì che le migliaia di donne e uomini che decisero di imbracciare un'arma divennero pressochè invincibili, pur pagando un caro prezzo a livello di vite umane.

Nel mezzo di una delle guerre più crudeli dei nostri tempi, centinaia di migliaia di persone stanno conquistando, insieme a istituzioni basate sulla democrazia consigliare e la parità tra uomo e donna, meccanismi di convivenza pacifica tra tutti popoli e gli orientamenti religiosi del Medio Oriente. 

I popoli della Federazione della Siria del Nord stanno portando avanti una delle più moderne rivoluzioni politiche e sociali contro la modernità capitalista, i cui punti cardine sono la lotta delle donne contro il patriarcato, la democrazia popolare e il rispetto per l’ambiente.

Tutto questo succede abbandonando l’idea dello Stato-nazione e mettendo in discussione le strategie rivoluzionarie convenzionali. Il loro successo è stato inaspettato: hanno creato oasi di libertà in una delle regioni più in conflitto del mondo.

Questa esperienza rivoluzionaria è importante perché mette in discussione e rovescia diverse nozioni politiche, date ormai per scontate nella modernità capitalista, come la necessità di organizzare la società attraverso lo Stato-nazione vedendo però l'esistenza dei movimenti come mezzo indispensabile per partecipazione attiva alla politica. Oppure il progetto curdo mette in discussione il progresso basato sull'industrialismo e lo sfruttamento delle risorse, il sistema liberale di giustizia e l'ideologia statalista.

Dopo otto anni la rivoluzione è tuttora sotto attacco su più fronti, dove le forze reazionarie capeggiate dalla Turchia sono sempre in prima linea nel tentativo di mettere fine a questa esperienza rivoluzionaria che con coraggio ancora non si arrende.

Il vero augurio è che l'unica vera alternativa rivoluzionaria presente in questo momento nel mondo possa continuare a seminare idee di libertà, democrazia, femminismo e ecologia. Questo è ciò di cui parla la rivoluzione in Rojava, di espandere le zone di libertà in tutto il mondo.