Scambio di accuse e di segnali di guerra civile

Tensioni e qualche morto nelle regioni dell'EST ucraino. Una corrispondenza.

14 / 4 / 2014

"L'operazione anti-terrorismo" lanciata dalle forze di governo pro-europee ucraine contro gli insorti armati filo-russi nell'est del paese ha provocato "morti e feriti da entrambe le parti". Lo ha annunciato il ministro dell'Interno di Kiev, Arsen Avakov.

Nelle regioni dell'Est Ucraino salgonono la tensione e le occupazioni dei palazzi del Potere nonostante i richiami all'ordine e al rispetto del potere costituito. La Russia fa orecchie da mercante, sventola il taglio delle forniture di gas ed ammassa truppe lungo la fascia di confine orientale, gli stati europei sono preoccupati ma impotenti mentre la Nato rinforza arsenale e truppe negli stati baltici, in Polonia e in Turchia.

Vi proponiamo un intervento di Marco, cooperante e insegnante di italiano, da Karchiv, Nordest ucraino.

È una tiepida e precoce primavera, in questa città del nord Ucraina. Mi siedo su una panchina dove un tempo, prima che venisse fatto scendere, faceva ombra la statua di Lenin. Ora posso avere tutto il sole in faccia, è un pomeriggio tranquillo e placido, con il solito poco traffico e le mamme che spingono carrozzine. Eppure, a un centinaio di chilometri da qui, le truppe russe si stanno esercitando oltre confine, e tengono sulla corda sia la gente comune che le cancellerie occidentali . Kiev e la sua piazza incendiaria sembra lontana, ma è anch’essa a un centinaio di chilometri, dall’altra direzione, a sud. In realtà, nella capitale la situazione è abbastanza tranquilla, oggi.

Avevo visto per la prima volta la Maidan, la grande Piazza dell’Indipendenza, due anni fa, dove i turisti fotografavano tutto, anche le coppie appena sposate, sotto la colonna delle Berenia, la dea madre alata, prima di proseguire per la chiesa di Santa Sofia, o per l’Arco dell’Amicizia tra i Popoli e la sua bella vista sul fiume Dnepr. Poi, agli inizi di dicembre, quando era tutto un fiorire di bandiere blu e gialle e ragazze sorridenti col viso dipinto coi colori dell’Europa, che sognavano di raggiungere. Oggi la grande piazza si è di molto svuotata, rimane il presidio, almeno fino alle elezioni di maggio, dicono.

Nel frattempo, è successo di tutto. Sembrerebbe lo scontro tra i cittadini che si sono liberati di un sistema di corruzione mafioso dominato dagli oligarchi, contro altri cittadini che si sentono in pericolo come minoranza russofona. Dico subito che la faccenda è piuttosto complessa ed invidio (faccio per dire) quelli che da casa giudicano commentando su Facebook, inzuppando un pandistelle in una tazzona di latte, spacciandosi per strateghi militari o esperti di geopolitica. In un sistema bulimico di informazioni, mi difendo diffidando quasi di tutto, dai complottisti  alla Giulietto Chiesa ai disfattisti. Storco il naso delle foto che vedo, anche dei video che girano: c’è un uomo a terra circondato da facinorosi, e per qualcuno sono nazi, per altri provocatori russi. In tv ci sono solo i paraocchi della propaganda, e la retorica che da queste parti è andata sempre alla grande.

Nella città dove vivo (Chernihiv) si parla il russo ma non conosco nessuno che voglia diventare russo. Mi dicono che funzioni così: ogni oligarca controlla politicamente, finanziariamente e militarmente ogni regione. In questa dove sono io di oligarchi non ce n’è perchè è abbastanza povera (il che è tutto dire). Ci sono sollevazioni solo in alcune regioni russofone, dove gli oligarchi vogliono che ci sia. Secondo me non vogliono andare con la Russia, vorrebbero il federalismo, così da poter continuare a spadroneggiare come prima. Tolte queste 3 o 4 regioni l’Ucraina sarebbe troppo sbilanciata verso occidente, non credo che questo convenga a Putin.

È vero che c’è il partito Svoboda, al governo insieme ad altri. È vero che ha di molto attenuato le posizioni iniziali, ma resta sempre odiosamente nazionalista. Ha spaccato il Maidan facendolo deviare verso la violenza, ma sta pagando questa cosa in termini di credibilità, precipitando nei sondaggi. Il Settore Destro ha preso la posizione più estrema, ma secondo me è anch’esso sopravvalutato. “Pravi Sektor” non significa settore destro, mi dicono, ma dalla parte giusta. Sì, va bè… Dall'altro lato però, dai, lodare Putin come campione dei valori della sinistra antifascista, come dice qualcuno,  fa sbellicare dal ridere. Se dovessi scegliere tra vivere in Ucraina o in Russia non avrei dubbi per la prima. Tra le mille debolezze e mille difetti, qui almeno c’è una pluralità di partiti, un’informazione più ampia, gente più viva. Non ci piace la politica americana, la diplomazia europea è ridicola (avete mai visto la faccia di Catherine Ashton?) e in tutto questo l’amicoputin sembra un gigante, lo Statista Invincibile…

Mica solo qui, la destra va forte in tutta Europa (basta guardare in Francia o i Ungheria, per non dire poi, tra poco, dell’India). Qui si sono visti cetnici serbi dare man forte ai russi in Crimea, i nazionalisti ungheresi che hanno richiesto indietro il territorio ucraino dei Transcarpazi. Non ci manca niente, c’è anche il partito nazional-bolscevico (!) a combattere contro i fasci ucraini… In tv, gli ucraini danno dei fascisti ai russi, e viceversa nelle tv russe.

Cerco di stare ai fatti. Il presidente, democraticamente eletto, si è allargato i poteri, ha sbracato, ha voluto una villa come Michael Jackson, poi ha tagliato la corda. Solo che ci vuole il 75% dei parlamentari per dichiarare l’impeachment, e non c’è stato. Non c’è stato un golpe, il parlamento è legittimato e di conseguenza il governo di transizione. Possiamo dire che ora al governo c’è una specie di Letta con Alfano e Storace (per fare un paragone).

È lo sgarrupato mondo ex-comunista, si dirà. Pensate se in un paese civile e avanzato dell’Europa occidentale andasse al potere un oligarca barzellettiere, esponente della massoneria deviata, evasore fiscale, alleato di post-fascisti integralisti cattolici e di un gruppo di etno-nazionalisti  razzisti di estrema destra, con collegamenti con Cosa Nostra… Impossibile, già.

Vogliamo parlare del referendum in Crimea? Mettiamo che nel giro di due settimane auto-organizzassero in Alto Adige un referendum per l’annessione all’Austria, con milizie incappucciate e blindati a presidiare le strade e i seggi, con gente che brucia libri in italiano e segna le porte dei non tedeschi. Ho dei dubbi che la prenderemmo bene. Ma allora l’autodeterminazione dei popoli, bla bla? Giusto, ma se si vuol fare un referendum, che sia almeno come in Scozia, che ne so, poi ciascuno sia libero di decidere come vuole, in Tibet, nel Kashmir, in Texas, nel Veneto… Ma non il 97%, dai, l’Unione Sovietica non c’è più, Vladimiro.

Qui vengono da una dittatura comunista, c’è poco da fare. Il partito delle Regioni (quello dell’ex presidente) leggerissimamente di sinistra, rappresentava l’apparato burocratico e  quasi tutti gli oligarchi, era un comitato d’affari che controllava tutto. Ora sono come polli fuori dalla gabbia e non sanno che pesci pigliare (mi scuso per il paragone). Poi ci sono le mummie del Partito Comunista, che verranno fuori il primo maggio con i loro gagliardetti rossi e le falci e martelli arrugginiti, sotto le statue di Lenin (quelle rimaste) nelle piazze Lenin (idem). A questa specie di sinistra, conservatrice e reazionaria, sono legati soprattutto gli anziani, le campagne e l’est. Altri movimenti progressisti e libertari sono del tutto marginali, qui e nell’Europa orientale. Dicono che alle prossime elezioni presidenziali di maggio vincerà un miliardario, padrone di Canale 5… Non è lui, tranquilli, è un omone che ha navigato tutti i mari della politica, produce dei cioccolatini niente male, è stato in piazza fin dal primo giorno, e tra tutti gli oligarchi malavitosi e impresentabili mi sembra l’unico decente.

Cadere dalla padella del grigio socialismo reale alla brace del nazionalismo più ottuso, condito del capitalismo più mafioso del mondo, non è stato per questi popoli un bel regalo della storia. Mi chiedo poi se in fin dei conti non sia tutto un nazionalismo contro un altro nazionalismo. E se fossero avanti? Si chiude la parentesi dell’Europa fintamente unita e si torna ai sacri confini di un tempo, con i dazi doganali e le svalutazioni pilotate, con l’uomo forte che bada a tutto. E se il futuro del capitalismo fosse questo: un’oligarchia che controlla tutto in modo mafioso e antidemocratico? Oppure sono veramente indietro, ed occorre spronarli per farli entrare nel magico mondo occidentale sempre più liberista, con i suoi fighissimi diritti civili e sociali, il suo impegno ambientalista e pacifista.

Già, i pacifisti. E se scoppiasse la guerra? Come si comporterebbero i pacifisti nostrani, supportando un'azione contro un governo golpista e fascista o schierandosi dalla parte dei patrioti del Maidan contro gli imperialisti? Lo stesso problema: come reagirebbero i fascistoidi de noantri, andando contro il nuovo eroe planetario del nazionalismo, contro i fautori dell'avvicinamento all'occidente, oppure lodando l’ex agente del KGB?

Quanti dubbi, cari piccioni orfani della statua di Lenin che non c’è più.

In questo cinguettante mattino primaverile arriva un gruppo di bambini che dalla scuola sono diretti verso un vicino teatro. Camminano a due a due, avranno non più di sei anni, una maestra davanti alla fila e una dietro. Mi accorgo che hanno tutti uno zainetto alle spalle, e su ogni zainetto c’è una parola inglese, di quelle stupide e comuni: matrix, supergirl, toystory  e allora, solo allora, mi giunge l’illuminazione. Il lavorio strisciante e inesorabile sui valori e sulle mode, tempo una generazione, avrà completato la sua opera di costruzione e l’egemonia culturale dell’occidente sarà completa e definitiva. Senza storie né  discussioni, senza referendum o guerrefredde. Mi dispiace dirlo, da questa panchina, ma per me hai già perso, compagno Putin.