Spagna - Sgomberata nel cuore di Madrid la nuova occupazione del Patio

27 / 5 / 2015

Traduzione a cura della redazione di DinamoPress

E’ durata sette ore l’occupazione del Patio Maravillas nel cuore culturale di Madrid. Un considerevole dispiegamento di polizia, con più di 30 veicoli e decine di agenti, ha sgomberato l’immobile occupato nel pomeriggio di ieri dagli attivisti del centro sociale al civico 30 del Paseo del Prado, a pochi metri dal centro culturale “Caixa Forum”.

L’operazione è cominciata alle 3:30 della mattina, quando gli agenti della UIP hanno forzato i lucchetti delle porte di accesso, mettendo fine al progetto di spazio sociale che il Patio Maravillas aveva annucniato. I presenti sono stati identificati, ma non si è registrato nessun arresto. “Non abbiamo potuto negoziare nulla con gli agenti, appena sono arrivati hanno sfondato le porte e ci hanno sgomberato” ha raccontato all’agenzia Diso Press uno degli attivisti.

Dopo il tentativo mancato di occupare un edificio lo scorso 5 gennaio, il centro sociale Patio Maravillas era tornato a liberare un edificio di proprietà del Comune di Madrid, nello specifico del Dipartimento delle arti, dello sport e del turismo. Solo due giorni dopo le elezioni municipali, con un governo della città in transizione e i patti sulla governabilità ancora in corso di decisione, il centro sociale Patio Maravillas non ha aspettato un giorno in più per occupare un edificio di proprietà del comune, esattamente come l’assemblea di questo spazio aveva annunciato in seguito all’arrivo di un ordine di sgombero contro l’edificio che ancora occupa al numero 21 di calle Pez.

Intorno alle 20.15 più di un centinaio di persone sono entrate nell’edificio situato all’angolo tra il numero 30 del Paseo del Prado e la calle Gobernador, nel pieno asse culturale e museale di Madrid (a meno di 200 metri dal Museo del Prado). Si tratta di un edificio con una superficie di più di 3.000 metri quadri, che fino al suo abbandono nel 2012 aveva ospitato agenzie dell’Università nazionale di educazione a distanza, oltre a un centro di salute municipale e una scuola di lingue. La giunta aveva previsto la demolizione dell’edificio per costruire un museo dell’architettura e dell’urbanistica. La costruzione sarebbe stata a carico dell’architetto argentino Emilio Ambasz, che in cambio avrebbe potuto sfruttare l’edificio per 75 anni.

La giunta uscente di Anna Botella aveva approvato in extremis, il 28 aprile, il ritiro del vincolo di protezione urbanistica sull’edificio, costruito nel 1936 durante la Seconda Repubblica, rendendo possibile la sua demolizione. Una decisione molto criticata da parte del Collegio de Arquitectos di Madrid (COAM). Per il progetto, infatti, non è stato realizzato un concorso pubblico, ma è stato assegnato su indicazione della Giunta e ha ricevuto molte critiche da parte del Collegio de Arquitectos. Non è stato realizzato in nessun caso alcun tipo di processo di consenso all’interno dell’organizzazione.

La giunta di Botella, da parte sua, ha difeso l’operazione perché rinforzerebbe l’asse museale della città e attrarrebbe turismo. Il Presidente del COAM, José Antonio Granero Martínez, ha ricordato in dichiarazioni pubbliche che il Comune aveva ceduto l’edificio dell’Escuela Pìas al Colegio de Arquitectos per 75 anni in cambio di un investimento di 24 milioni per aprire lì una scuola materna e una scuola di musica, un centro sportivo con piscina e un centro diurno, tutti a carattere pubblico. “Cosa è stato chiesto ad Ambasz in cambio della trasformazione di uno spazio di tutti gli abitanti di Madrid nell’altare museale di Recoletos?”, ha fatto notare.

In un comunicato, il Patio Maravillas ha affermato che “oggi questo edificio inizia a realizzare la funzione pubblica che gli stava venendo negata. Sarà uno spazio aperto alla cittadinanza nella nostra volontà di dialogare di arrivare a un accordo. Non accetteremo, però, il silenzio e la politica della terra bruciata a colpi di delibere dell’ultima ora. È nostra intenzione metterci in contatto con i gruppi municipali dopo il processo elettorale, affinché difendano questo spazio come stiamo facendo noi oggi. Qualsiasi cosa succederà a quest’edificio non verranno prese decisioni senza fare i conti con la cittadinanza di Madrid”.

Da parte sua, l’ex giudice Manuela Carmena, possibile futura sindaca di Madrid, ha già manifestato la sua intenzione di stabilire un dialogo con questo centro sociale: “ Bisogna sedersi e parlare con il Patio, cosa che fino ad ora non è stata fatta. Se si vogliono organizzare attività e spazi autogestiti si può trovare un modo di farlo”.

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