Svolta in Argentina: la Camera depenalizza l'aborto!

14 / 6 / 2018

Giornata storica in Argentina, la camera dei deputati ha votato a favore della legalizzazione dell’aborto. Dopo oltre 22 ore di discussione in aula, i voti a favore sono stati 129, quelli contrari alla legge 125, 1 solo astenuto. 

Durante la lunghissima seduta hanno preso parola quasi tutti i deputati. Il fronte antibortista, sostenuto dalla Chiesa e trasversale al Congreso, con maggioranza nella coalizione di Macri, Cambiemos, ha dato il peggio di sé nei discorsi dei deputati: la deputata antiabortista Estela Regedor ha paragonato le donne alle cagne, i cui padroni non le portano dal veterinario ad abortire, ma eventualmente regalano i cuccioli ad amici e parenti; la stessa deputata ha poi aggiunto che anche le peggiori fiere vogliono i propri figli. Un altro deputato di Cambiemos, nel suo discorso, ha dichiarato che nemmeno durante la dittatura si è arrivati a uccidere i bambini indifesi. 

Sul fronte apposto, i deputati favorevoli alla legalizzazione hanno puntato molto su un dato al tempo stesso reale e preoccupante: ciò che si è andati a votare non è aborto si o aborto no, ma tra aborto legale e aborto illegale, in quanto in Argentina gli aborti illegali stanno aumentando a dismisura. Secondo Human Rights Watch, infatti, sono 500 mila ogni anno gli aborti clandestini in Argentina. Uno dei temi discussi è l’importanza della legalizzazione dal punto di vista della sicurezza per le donne che decidono di abortire: attualmente un aborto sicuro può permetterselo solo chi ha una situazione economica medio alta; esclude cioè la parte maggioritaria della popolazione femminile del paese.

In piazza a Buenos Aires oltre 1 milione di persone, forse anche di più, festeggiano la vittoria, frutto dell’incredibile percorso di lotta del movimento femminista #niunamenos degli ultimi anni. Le mobilitazioni di questi anni, e soprattutto di questi ultimi giorni, hanno avuto un peso sicuramente rilevante nella vittoria di oggi. 

Questo successo è molto importante: l’uragano femminista ha letteralmente invaso le strade e le piazze argentine, è entrato nelle case e nelle scuole, si è fatto realtà. Le donne argentine hanno preso in mano il proprio futuro senza chiedere il permesso e hanno inferto un duro colpo al sistema patriarcale.

La battaglia non è ancora finita: ora la legge dovrà passare al Senato, dove l’alleanza conservatrice del presidente Macri, Cambiemos, è in netta maggioranza e potrebbe stoppare l’approvazione definitiva.

Il timore degli attivisti è che questa vittoria serva a distogliere l'attenzione, in attesa del passaggio al senato, da un altro importante passo che il governo di Macri sta compiendo in questi giorni: il 20 giugno infatti dovrebbe entrare in vigore l’accordo che il governo ha stretto col Fondo Monetario Internazionale per il prestito di 50 milioni di dollari. Accordo che prevede, in cambio, misure restrittive per stabilizzare l’economia statale che sicuramente graveranno sui ceti più bassi della popolazione.