Tamburi di guerra in Europa

Precipita lo scontro tra milizie russofone ed ucraine. Pesante interferenze della Nato e della Russia.

di Bz
30 / 8 / 2014

Solo due giorni fa le televisioni di tutto il  mondo avevano mostrato il premier di Ucraina e Russia, Poroshenko e Putin, stringersi, pur guardandosi in tralce, vigorosamente la mano, nelle ultime ore la situazione sembra precipitare dentro un tornando dagli effetti devastanti.

Un Sukhoi 25, aereo da combattimento ucraino è stato abbattuto nel Donbass; continuano i combattimenti lungo la fascia costiera del Mar d’Azov verso Mariupol, mentre vengono respinte le proposte di canali umanitari per l’evacuazione di popolazione civile e di contingenti militari terminati in cul de sac. L’offensiva dei miliziani filorussi, rinforzata da contractor russi ha sfondato le linee su  cui si erano assestati, dopo l’avanzata, i militari ucraini, rafforzati dai miliziani ultranazionalisti e da ‘consiglieri militari’ della Nato, e sembra voler creare una fascia di territorio ‘liberato’ che metta in comunicazione il Donbass con la penisola di Crimea.

"Siamo di fronte a una situazione gravissima e una crisi drammatica: potremmo arrivare a un punto di non ritorno se non si ferma l'escalation", ha affermato il presidente uscente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, dopo il faccia a faccia con il presidente ucraino Petro Poroshenko, che sabato ha partecipato ai lavori del Consiglio Europeo straordinario.

Poroshenko ha per la prima volta pubblicamente chiesto l’adesione dell’Ucraina alla Nato e per la prima volta, in una conferenza stampa pubblica, Putin ha chiamato i territori del Donbass col nome di Repubbliche di Nuovarussia, come si sono autodenominati i ribelli secessionisti, ricordando anche il potenziale nucleare di cui va fiera la Russia.

Il FMI invia prontamente una tranche del prestito promesso all’Ucraina, mentre Gazprom ricorda a tutti gli ucraini che il prossimo inverno potranno rimanere al freddo se non vengono onorati i debiti contratti con la multinazionale russa e che se le stazioni di pompaggio in territorio ucraino continuano a fare aggiotaggio, stoccando per proprio conto il gas destinato all’Europa, provvederanno a chiudere le forniture.

Insomma ci sono i presupposti per andare ben oltre la guerra di parole. Non che fino ad ora si sia scherzato, visto che sono oltre 2.500 i morti nel conflitto separatista in corso.

Il Financial Times riporta, infatti, che la Gran Bretagna e altri sei stati creeranno una forza multilaterale con almeno 10.000 uomini per rafforzare la risposta della Nato all'aggressione della Russia in Ucraina. L’annuncio ufficiale è atteso la prossima settimana dal primo ministro inglese, David Cameron, in occasione del vertice della Nato. La 'joint expeditionary force' includerà unità navali e truppe di terra e sarà guidata dagli inglesi. I paesi che al momento coinvolti sono Danimarca, Lettonia, Estonia, Lituania, Norvegia e Olanda. Il Canada avrebbe espresso interesse per l'iniziativa.

La corda del conflitto in Ucraina è talmente tesa che se si spezza, l'effetto colpo di frusta che ne può conseguire potrebbe avere effetti devastanti per tutti, in primis per l'Europa.