Tunisi - Seconda giornata del Forum Sociale Mondiale

In diretta webstreaming commenti a più voci da Blockupy alla primavera araba ed altri approfondimenti dall'Egitto, al Barhein e al Marocco

28 / 3 / 2013

Grande affollamento anche oggi al Forum Sociale Mondiale.

In migliaia si sono ritrovati nell'area del Campus El Manara. Tra loro anche gli abitanti della zona intorno all'Università attratti dall'evento e che hanno curiosato tra stand e installazioni o hanno partecipato alle attività sportive del Villaggio dello Sport allestito da UISP e Sport alla rovescia, oggi ancora più partecipato dove per tutta la giornata ci sono state partite a pallavolo, calcetto ed attività ricreative.

Chi è riuscito a districarsi tra sale e orari in continuo cambiamento, ha partecipato ai vari seminari come nello Spazio climatico, nel Villaggio migrazioni in cui ci si sta preparando all'assemblea mondiale dei migranti, nei molti spazi dedicati alle donne, nell'area Maghreb Masrhek, nella zona Palestina con i sui quasi 50 incontri, nello Spazio euromediterraneo etc ..

Grande attenzione ha destato al Forum l'arrivo dei profughi subsahariani, dal campo di Choucha, al confine con la Libia: 1300 persone a cui non viene riconosciuto lo status di rifugiati e che stanno per essere abbandonati al loro destino dall'UNCHR. Una realtà che abbiamo conosciuto anche in Italia con la drammatica situazione dei profughi dopo la chiusura il 28 febbraio dell'Emergenza nord africa.

Per tutta la giornata musiche e performance di ogni tipo: basi hip hop con attivisti mascherati da Anonimous e poco più in là musiche e costuni tradizionali arabi, cortei interni dedicati a più svariati ed a volte contradditori argomenti.

Nella diretta webstreaming del pomeriggio abbiamo raccolto le impressioni tra la delegazione italiana. Con Raffaella Bolini dell'Arci abbiamo commentato la positività del Forum ma anche le molte complessità delle situazioni presenti, basta pensare alla vicenda siriana. Piero Bernocchi dei Cobas ha sottolineato gli aspetti importanti di questa edizione del Forum ed alcuni temi trattati in maniera meno riuscita come il lavoro, la scuola. Musacchio, Dastoli e Rizzuti ci hanno parlato del tentativo nello Spazio euromediterraneo di pensare nuove relazioni ed una piattaforma comune capace di contrapporsi all'Europa attuale. La presentazione di Blockupy a Francoforte ai primi di maggio ci ha permesso di collegare le lotte tra le due sponde del Mediterrano. Con Domenico Chirico di Un Ponte per ...  abbiamo ricordato la situazione in Iraq ed insieme a Riccardo di Ya Basta Perugia siamo tonati a riflettere sulla situazione siriana. Luisa Morgantini Assopace ha riportato l'attenzione sulle forme di resistenza all'occupazione praticate dai Comitati Popolari aggiungendosi al racconto della situazione attuale fatto da un giovane attivista palestinese, Stefania Piccinelli del GVC ci ha offerto uno squarcio reale della situazione tunisina,  in particolare femminile non tanto nelle città quanto al sud e nelle zone rurali dove le donne, a 4 euro al giorno di stipendio, con il loro lavoro sfruttato sono la base portante dell'agricoltura. La diretta dopo aver ospitato Omeya Seddik, che ha analizzato la situazione tunisina definandone le potenzialità e alcuni giovani attivisti impegnati nella promozione dei gruppi emergenti musicali attraverso progetti autogestiti, si è chiusa con Marika di Pierri A Sud, che ha introdotto i temi della lotta al cambio climatico e alle grandi opere che verrà affrontato in particolare dalla diretta webstreaming di domani dal Climate space dalle 15.00 alle 16.00.


Prima della diretta abbiamo continuato ad indagare il post-primavera araba tra Siria, Tunisia e Palestina, intervistando attivisti dal Marocco, l'Egitto e il Barhein.

MAROCCO

Abbiamo intervistato gli attivisti del movimento 20 febbraio, data in cui due anni fa migliaia di marocchini scendevano in piazza reclamando il cambiamento, la dignità, la redistribuzione delle risorse e la fine dell'assolutismo. A due anni di distanza continuano a mobilitarsi nel paese che all'esterno viene presentato come pacificato e dove invece in tanti continuano a lottare e mobilitarsi.

BARHEIN

Il Bahrein è governato da una monarchia di religione sunnita da oltre due secoli, ma il 70 per cento della popolazione è sciita e denuncia da tempo continue discriminazioni e ingiustizie. Anche adesso, in questi giorni, ignorati dal mondo intero, la gente continua a scendere in piazza per protestare. In carcere oppositori al regime come Abdulhadi al-Khawaja, forse il caso più noto, e la figlia Zainab al-Khawaja stanno facendo lo sciopero della fame.Torture, sparizioni e carcerazioni sono all'ordine del giorno ormai da troppo tempo. Solo attraverso i social network riescono a filtare notizie, immagini e filmati che quasi sempre mostrano manifestazioni represse con violenza da polizia e esercito. Dal 2011 sono presenti migliaia di soldati sauditi. Nonostante le dimensioni e il numero esiguo di abitanti, poco meno di un milione, riveste una notevole importanza strategica negli equilibri geo-politici di quell'area: poco distante dalle coste di Arabia Saudita e Qatar, è uno dei più ricchi produttori di petrolio e alleato degli Stati Uniti, di cui è presente anche una base militare.

Questa è l'intervista con Mohammed Jawad attivista che ci racconta dalla sua viva voce questa realtà.


EGITTO

La dura repressione di Morsi non ha fermato le proteste sia nella capitale ma anche nel resto del paese, dove il gradimento del governo continua a scendere.

Domani darà la giornata delle assemblee di convergenza che dovrebbero cercare di riunificare le discussioni e dalle 15.00 alle 16.00 saremo ancora in diretta per altre interviste e riflessioni.

Il 29 marzo dalle 15.00 alle 16.00

In diretta webstreaming dal Campus Al Manara Tunisi
Immagini e voci dal Forum Sociale Mondiale

Interviste e contributi live a cura di GlobalProject - DinamoPress - Un Ponte per .. - A Sud - Carovana Libertè e Democratiè

Servizio ed interviste realizzate da Globalproject in collaborazione con DinamoPress

Per contatti in Tunisia:

Globalproject 0021692201225

Carovana Libertè e democracie 0021699998375

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