Tunisia – Finalmente il Governo ha presentato le dimissioni

Mehdi Jomâa si insedierà domani, 10 gennaio, in qualità di nuovo primo ministro tunisino

di Lda
10 / 1 / 2014

Dopo l’ultimo periodo caratterizzato da una situazione di stallo istituzionale, causato dalla mancanza di volontà del governo di trovare una mediazione con i partiti di opposizione, la Tunisia arriva finalmente ad una svolta.

Dopo più di due anni il governo di Ennahda ha finalmente presentato le dimissioni. Ali Larrayed, attuale primo ministro, ha consegnato questo pomeriggio la lettera di dimissioni dell’esecutivo al presidente della Repubblica, Moncef Marzouki. Lo sostituirà un governo tecnico presieduto da Mehdi Jomâa che resterà in carica fino alle elezioni, previste per la prossima primavera.

Ricordiamo che il governo è stato eletto il 23 ottobre 2011 e che sarebbe dovuto restare in carica per un anno al fine di redigere le nuova costituzione e di fissare la data delle elezioni. Negli ultimi mesi si sono cercate delle soluzioni attraverso il cosiddetto “Dialogo Nazionale”: un tentativo di mediazione tra governo e opposizioni attuato dal sindacato e da altri attori sociali, miseramente fallito e intervallato da omicidi politici e attentati (che hanno legittimato la persistenza al potere di Ennahda).

Un po’ a sorpresa oggi il governo si dimette, quando molti avevano iniziato a perdere la speranza in una conclusione della vicenda che fosse rispettosa dei principi democratici che hanno ispirato la rivoluzione di tre anni fa. Alcuni sostengono che le pressioni internazionali nei confronti di Ennahda abbiano contribuito in maniera determinante alle dimissioni del governo, altri sostengono che Ennahda può lasciare il potere poiché avrebbe già predisposto tutto il necessario per riprenderselo a breve, pochi invece credono che la decisione sia stata mossa da un rinnovato spirito democratico.

Nel frattempo continuano le lotte sociali nelle zone marginalizzate del Paese. Ieri e oggi nelle regioni di Sidi Bouzid e Kasserine si sono svolti scontri tra polizia e manifestanti che protestavano contro l’introduzione di una tassa sui veicoli inserita nella nuova legge finanziaria 2014. La sezione di Sidi Bouzid del sindacato UGTT ha preso la decisione di indire uno sciopero generale regionale a data da definirsi, anche se il governo ha congelato l’applicazione della tassa. Hamma Hammemi, principale esponente del Fronte Popolare la considera infatti “il risultato di una lotta popolare”.

A Meknessy diversi edifici pubblici sono stati dati alle fiamme, così come i locali di Ennahda e la caserma di polizia di Tataouine, in seguito alle proteste contro la decisione della municipalità di vietare le bancarelle nelle piazze cittadine.

Nonostante alcuni passi avanti, come l’introduzione nella Costituzione del principio di eguaglianza di genere o le dimissioni del governo, la Tunisia permane in una situazione di instabilità economica, sociale e politica che pone delle sfide sempre più complesse che, probabilmente, per essere vinte, necessitano nuovamente del protagonismo della società civile.