Tunisia – Il governo fantasma

Grande manifestazione di protesta oggi a Tunisi per chiedere le dimissioni del governo guidato da Ennahda.

di Lda
23 / 10 / 2013

Migliaia di donne e uomini hanno partecipato oggi alla grande manifestazione indetta dai partiti di opposizione, riuniti nel Fronte di Salute Nazionale, a Tunisi. La manifestazione ha percorso le vie del centro fino ad arrivare alla Casbah, chiedendo a gran voce le dimissioni del Governo a guida islamica che sta (ri)portando la Tunisia in un baratro di repressione, oscurantismo, corruzione e povertà. La data scelta per il corteo ha una forte valenza simbolica dato che oggi si celebra il secondo anniversario dell’elezione dell’Assemblea Nazionale Costituente in seguito alle prime elezioni libere in Tunisia.

Inaspettatamente, ma non troppo, il Ministero degli Interni ha dato l’autorizzazione anche ad una contromanifestazione organizzata dalla sedicente Lega della Protezione della Rivoluzione. Si tratta di una milizia a forte connotazione islamica, inizialmente al soldo di Ennahda, che si è resa responsabile anche dell’attacco armato alla sede del sindacato UGTT a Tunisi nel dicembre scorso, fatto cha ha indotto lo stesso governo ha prenderne le distanze.

Fortunatamente i due gruppi non sono venuti a contatto e anzi la manifestazione della LPT si è sciolta poco dopo l’arrivo delle prime migliaia di partecipanti alla manifestazione contro il Governo. Poco prima 2 membri della LPT sono stati arrestati dalla polizia in seguito alle provocazioni agite contro il corteo.

Il principale sindacato tunisino, l’UGTT, non ha partecipato alla manifestazione per non compromettere il ruolo di mediatore in quello che viene definito “dialogo nazionale” tra opposizioni e governo, che da settimane si sta protraendo al fine di trovare una soluzione condivisa alla crisi politica che ha investito la Tunisia.

Al corteo hanno partecipato anche diverse centinaia di liceali della regione della “grand Tunis” e analoghe manifestazioni si sono svolte in diverse altre città della Tunisia.

Dopo settimane di stallo il “dialogo nazionale” avrebbe dovuto trovare oggi un nuovo inizio grazie alle annunciate dimissioni del Primo Ministro, conditio sine qua non per la ripresa delle trattative. Ma Ennahda ancora una volta non ha rispettato la parola data, e il discorso del primo ministro è stato posticipato a causa (leggi con la scusa) degli scontri a fuoco che ci sono stati oggi a Sidi Bouzid tra polizia e membri di un gruppo salafita radicale.

Consapevoli dell’ennesimo passo indietro del governo che ancora una volta non ha rispettato la parola data, arrivati alla Casbah i manifestanti hanno cercato di forzare le barriere poste dalle forze dell’ordine, che hanno caricato disperdendo la folla. Il corteo è proseguito senza ulteriori incidenti, ma oggi la manifestazione ha saputo esprimere la determinazione e la rabbia per la condizione socio-economica in cui versa il Paese.

Nel frattempo, 7 agenti della Guardia Nazionale, tra cui il capo della Brigata antiterrorista, sono rimasti uccisi oggi in uno sconto a fuoco con un gruppo islamico radicale nel Governatorato di Sidi Bouzid.

La lista dei poliziotti e dei militari uccisi dagli estremisti si allunga, dopo gli ultimi attacchi alle caserme poste vicino al confine con l’Algeria la scorsa settimana.