Quello che le tv turche non fanno vedere: Erdogan nella cıtta' dı Soma fıschıato, con slogan che chıedono le dımıssıonı, costretto a rıfugıarsı ın un supermarket.
Dopo la giornata di ieri, continuano le proteste.
Dopo la giornata di ieri, continuano le proteste.
Scontri oggi
ad Izmir. I professori universitari hanno lanciato il blocco delle
lezioni; bar e centri commerciali chiusi in segno dı solidarieta' e di
protesta; nuovi cortei spontanei in mattinata vedono protagonisti gli
studenti medi; ennesimo presidio dei sindacati che rilanciano un nuovo
appuntamento questo pomeriggio ore 18,00 in piazza Kizilay ad Ankara.
Scalpore, incredulita' e rabbia inondano le vie, dai piccoli villaggi alle grandi citta'.
Lo scoppio nella miniera nella giornata del 13 maggio ha scosso ogni singolo cittadino. Il popolo turco é tornato ad affollare le caddeşı (strade) turche.
La reazione é stata immediata: nella giornata di ieri, scontri e tafferugli ad Ankara ed İstanbul.
Nella capitale, tra i primi a scendere in piazza abbiamo trovato gli studenti universitari.
Con
cartelli, slogan e striscioni hanno tentato dı raggiungere piazza
Kizilay, luogo simbolo delle proteste che da giugno scorso non hanno
fatto cenno a diminuire.
Bloccati immediatamente nelle rispettive sedi universitarie, come
alla Odtu, o nelle vicinanza del campus, come all' Ankara Unıversıtesy,
la reazione della polizia é stata sconcertante. Toma (idranti),
pallottole di gomma, manganelli e arresti.
Con l'avvertimento che il governo avrebbe permesso di manifestare
solo ai lavoratori, l' indignazione e la rabbia degli studenti
universitari sono aumentate.
La determinazione non si é
placata ed ecco tutte e tutti alle ore 18,30 in piazza Kizilay al
presidio lanciato dalle sigle sindacali.
In migliaia hanno invaso la piazza e con i propri corpi hanno
superato centimetro dopo centrimento la zona rossa in direzione
Olgunlar.
Circumnavigando i toma e i plotoni di polizia che
bloccavano una delle due corsie, in modo fluido i dimostranti hanno
invaso la corsia accanto e le strade laterali per raggiungere il luogo
del presidio.
Non ha tardato ad arrivare la risposta della polizia, che non
appena ha capito l' intenzione del corteo ha iniziato a gasare i
dimostranti.
La manifestazione é durata diverse ore, con azioni di guerriglia sparse in varie zone nella citta'.
Una risposta degna all' arroganza e alle dichiarazioni sconcertanti
del Primo Ministro Erdoğan il quale, elencando un numero di incidenti
avvenuti in altri Stati ed in altre miniere, ha voluto banalizzare
quanto accaduto dicendo che "Questi sono incidenti tipici".
E mentre le notizie che giungono dalla miniera fanno rabbrividire ( trovati questa mattina
14 corpi di minatori nella sala rifugio con in mano le "maschere ad
ossigeno" che si passavano l'un l'altro in attesa dei soccorsi), la
rabbia aumenta nel momento in cui si viene a sapere che poco pıu' di due
settimane fa, un parlamentare del partito d'opposizione, Ozgur Ozel del
CHP, aveva presentato una mozione in parlamento al fine di aprire un'
inchiesta su alcuni incidenti avvenuti proprio nella miniera in
questione.
Il rigetto di tale richiesta, avvenuto tramite i voti del partito
di maggioranza guidato da Erdoğan in nome di una conclamata sicurezza
nella miniera a Soma, ha fatto si che a pagare il prezzo con la vita
siano stati i lavoratori. Ed ecco che la Turchia, che vanta un decennio
in rapida crescita economica, soffre delle piu' arretrate forme di
sicurezza dove la ricerca del massimo profitto va a scapito delle vite
di centinaia di lavoratori.
Proprio in questo momento, mentre le dichiarazioni di cordogio da
parte di tutti gli Stati per una delle piu' gravi tragedie mai avvenute
si susseguono l'una dopo l'altra, la polizia circonda piazza Kizilay, i
toma si posizionano ed i cittadini turchi si preparano per un nuovo
corteo, una nuova manifestazione.
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