Aperto un tavolo di trattativa e discussione con un Network di 90 associazioni, dopo che anche i sindacati del pubblico impiego e della scuola erano entrati in gioco proclamando 2 giornate di sciopero.

Turchia, decimo giorno di scontri diffusi

Durissime dichiarazioni di Erdogan

6 / 6 / 2013

E' stata una nuova notte di scontri ad Ankara fra manifestanti e polizia, che ha usato lacrimogeni e cannoni ad acqua. Nella capitale la tensione si è spostata a fine serata da Kizilay, teatro di scontri ogni notte da venerdi vicino agli uffici del premier Recep Tayyip Erdogan, verso il quartiere europeo di Gazi Osman Pasha, dove in via Kennedy ci sono stati incidenti per buona parte della notte, qui sarebbe incidentalmente morto un poliziotto, caduto da un viadotto mentre inseguiva dei manifestanti.

Hurriyet online riferisce che la polizia turca ha arrestato ieri 11 manifestanti stranieri accusati d'incitare ai disordini. Secondo Radikal si tratta di quattro americani, due inglesi, due iraniani, un indiano, un francese e un greco. Almeno quattro sono studenti in Turchia nel quadro del programma Erasmus.

La protesta entra oggi nella 10 giornata, rileva Hurriyet, e la tensione rimane alta.

Il premier Recep Tayyip Erdogan che oggi rientra dai paesi del Maghreb dove si trova in visita, ha denunciato il coinvolgimento di «terroristi» fra i manifestanti.

«Ci sono degli estremisti, alcuni sono implicati nel terrorismo e militanti di una organizzazione terrorista erano tra i presenti in piazza Taksim» ha affermato Erdogan spiegando che non intende rinunciare al controverso progetto urbanistico che ha scatenato le proteste.

La Borsa turca ha reagito perdendo il 4%, segnale che si teme che Erdogan, dai toni che ha usato, riaccenda le tensioni attenuatesi negli ultimi giorni grazie al presidente Abdullah Gul e al vicepremier Bulent Arinc, che hanno aperto un tavolo di trattativa e discussione con un Network di 90 associazioni, dopo che anche i sindacati del pubblico impiego e della scuola erano entrati in gioco proclamando 2 giornate di sciopero.

Anche a Istanbul le proteste non si placano anche se questa notte non si è assistito ad una diffusione generalizzata degli scontri di strada, In attesa di Erdogan, in piazza Taksim ci si sta organizzando seguendo l'esempio degli indignados spagnoli di Puerta del Sol. Molti sono i giovani accampati attorno ad una grande foto simbolo della rivolta, la ragazza in vestito rosso cui un agente spara in volto una lunga vampata di gas: in piazza ci sono una biblioteca, un centro rifornimenti, stand e luoghi di discussione.

Migliaia di anonimi sostenitori hanno ordinato per loro su internet dei pasti, consegnati da una società turca.

I delegati della protesta hanno posto al vice premier Arinc, come condizioni per un calo della tensione il siluramento dei capi della polizia di Istanbul e Ankara, la rinuncia a lacrimogeni e granate assordanti, il rispetto della libertà di espressione.

Uno studio dell'università Bilgi di Istanbul ha rivelato che il 92,4% dei manifestanti di Taksim è stato motivato a scendere in strada dal tono autoritario di Erdogan alle prime proteste e il 91,3% dalla violenza della polizia.

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