Ucraina, barricate e autodifesa della rivolta nelle piazze di Kiev

Due manifestanti sono stati uccisi nella notte durante gli scontri con la polizia a Kievche si protraggono da 4 giorni

di Bz
22 / 1 / 2014

Due manifestanti sono stati uccisi nella notte durante gli scontri con la polizia a Kiev, che vanno avanti da domenica, nonostante il ricorso alla forza minacciato dal governo. Lo riferiscono le agenzie di stampa Itar-Tass e Unian, confermate anche dal ministero degli interni.

Dalle frammentarie notizie che ci giungono dall’Ucraina, nonostante la potenza dei social network, possiamo affermare che le proteste di questi giorni segnano una svolta di non ritorno per le dinamiche sociali e politiche di quel paese: le stesse agenzie parlano di insorti, di guerriglia diffusa, di migliaia di persone che affrontano la polizia in tutto il centro di Kiev, dove sono state erette barricate nelle vie che circondano i palazzi del potere. Una rivolta metropolitana che nata dalla protesta giovanile contro l’introduzione della legge antimanifestazioni ma che coniugandosi con l’insofferenza diffusa per la crisi economica e la corruzione politica dilagante ha prodotto una forma insurrezionale multitudinaria contro la gestione e la conservazione degli attuali assetti del potere in Ucraina.
La polizia ucraina intanto ha caricato i dimostranti sgomberando via Grushevski, la strada che porta ai palazzi del potere a cui puntano gli insorti, ed è arrivata all'ingresso di piazza Europa, che si trova a soli 500 metri da piazza Maidan, cuore della protesta contro il presidente ucraino Victor Yanukovich e contro il governo, che va avanti da due mesi. Secondo quanto riferiscono i dimostranti, confermati da fonti mediche, la polizia ha sparato contro gli insorti.


Il premier ucraino, Mikola Azarov, aveva minacciato martedì sera: se «le provocazioni» e le violenze di piazza continueranno, il governo di Kiev non avrà altra scelta che «utilizzare la forza nell’ambito della legge».

Dopo una nuova notte di violenze, la polizia ha sfondato le barricate stamattina e iniziato a sgomberare il campo dei dimostranti nel centro di Kiev nel corso di una pesante nevicata. La folla non è rimasta inerte e, proteggendosi ancora una volta dietro alle carcasse carbonizzate degli autobus dati alle fiamme tre giorni fa, ha reagito dando vita a ulteriori duri scontri e bersagliando con pietre e bottiglie incendiarie gli agenti.

Intanto è salito a oltre 2000 il numero di dimostranti feriti.

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 Anche ieri, dopo la serata di dome­nica, s’è com­bat­tuto in ulica Gru­she­v­skogo. Su que­sta via, che si distende tra lo sta­dio della Dinamo Kiev e piazza dell’Indipendenza, il cuore della pro­te­sta, alcuni mani­fe­stanti — pare circa 2mila — si sono scon­trati con le forze di sicu­rezza. I reso­conti dal posto rac­con­tano di lanci di bot­ti­glie incen­dia­rie con­tro gli agenti, che hanno rispo­sto spa­rando fumo­geni e pro­iet­tili di gomma. Due­cento feriti, tra cui un’ottantina di agenti e qual­che gior­na­li­sta. Trenta le per­sone arre­state in rela­zioni agli scon­tri. Ma cos’è che ha ripor­tato la ten­sione a Kiev, dopo che nelle ultime set­ti­mane la pro­te­sta, ini­ziata esat­ta­mente due mesi fa, aveva perso inten­sità? La causa sta nelle brut­tis­sime misure votate gio­vedì dal par­la­mento, senza discus­sione, su ordine di Yanu­ko­vich. Fis­sano paletti molto severi alle mani­fe­sta­zioni. Tant’è che sono state ribat­tez­zate «leggi anti-proteste». Ma anche la stampa è finita sotto tiro. Alcuni dei prov­ve­di­menti licen­ziati gio­vedì pos­sono poten­zial­mente met­terle il bava­glio.< - dal Manifesto del 21 gennaio 2014

Abbiamo già commentato, a caldo, l’offerta di Putin con la quale ha messo sul piatto 15 miliardi di dollari e lo sconto sul prezzo del gas. La posta in palio era l’Ucraina e la proposta del Presidente russo non si poteva rifiutare. Infatti, dopo aver intavolato trattative con l’Unione Europea e la Russia, dopo aver ottenuto un consistente prestito accordandosi con il neo zar Putin Yanukovich si è garantito la permanenza al potere e con lui tutta la sua 'tribù di magna magna’ – come in Ucraina vengono chiamati gli ammanicati del presidente.

Ma la crisi economica interna è disastrosa e la risposta più ovvia sembrerebbe negativa: il deficit è prossimo al 6%, le casse dello Stato sono vuote e le riserve vengono utilizzate per mantenere stabile il tasso di cambio con le valute di riferimento (a novembre, stando al report della Banca Nazionale Ucraina, le riserve sono passate da 20,6 a 18,79 miliardi di dollari). Inoltre, la Russia comprerà lentamente titoli di stato ucraino (nel primo periodo sono previsti acquisti per 3 miliardi) e non sborserà a fondo perduto questa cifra. In questa maniera la Russia si è garantita una alleanza strategica in funzione della creazione della Grande Russia  che abbraccia le ex repubbliche caucasiche,  il Kazakhistan e l’Ucraina per l’appunto e a mettere le mani definitivamente sui suoi gasdotti.

Ma la crisi interna e l’insofferenza per le limitazioni interne delle libertà, non ultimo il divieto di manifestare, con le aggravanti del mascheramento, del portare il casco  e i pressanti controlli dei movimenti interni allo stesso paese, con la complicità di un inverno particolarmente mite, hanno fatto divampare nuovamente il malcontento e la protesta che covava sotto le ceneri.

I protagonisti – giovani per la grande maggioranza - della giornata sono le circa 150.000 persone (200.000 secondo alcune fonti) che si sono radunate dietro le barricate di piazza Maidan per manifestare, inizialmente, pacificamente contro un pacchetto di leggi fortemente criticato anche dall'opposizione istituzionale e che, tra l'altro, inasprisce le pene per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate, ai recidivi. Le violenze sono scoppiate in serata, quando alcune migliaia di dimostranti con il volto coperto e armati di bastoni hanno attaccato un cordone di polizia posto a difesa dei palazzi del potere. Ne sono nati durissimi scontri, con uso di barricate e bottiglie molotov, che si stanno protraendo nella notte fino al mattino di oggi, lunedì, i feriti – secondo le agenzie – sono oltre il centinaio.

Gli agenti di polizia hanno risposto con i gas lacrimogeni e con getti d'acqua, lanciati con un cannone ad acqua e pompe anti incendio, ma senza riuscire a disperdere i dimostranti, di cui alcune migliaia a notte fonda partecipano agli scontri con la polizia mentre circa 10.000 persone li incitano restando a debita distanza.

Ora l’opposizione istituzionale dalla Timoschenko a Vitali Klitschko invitano i manifestanti alla calma e a ritornare nelle proprie abitazioni, così pure il portavoce dell’UE ma  nulla sono serviti . Il 'dottor Pugno di ferro' Vitali Klitschko: il campione di boxe divenuto uno dei tre principali leader dell'opposizione ha cercato di calmare la folla e per tutta risposta è stato aggredito da un manifestante che gli ha 'sparato' addosso con un estintore, mentre la gente gli dava del "traditore" e urlava "Non parole, ma azioni!"

Insomma la situazione in Ucraina si complica per tutti, l’uscita dalla crisi con il prestito forzoso ed interessato di Putin si è bloccata a solo un mese di distanza dall’accordo; l’UE e il FMI prospettano solo tagli economici al bilancio dello stato e una politica d’austerity in cambio di promesse di libertà democratica e di trasparenza nella gestione della cosa pubblica.

A questo punto sembra che le offerte pelose di entrambi gli avvoltoi internazionali stiano strette agli ucraini, in particolare alle giovani generazioni, che da soli vogliono uscire a testa alta ed in piedi dal degrado economico, politico e sociale che segna pesantemente le loro vite reali.

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