Due manifestanti sono stati uccisi nella notte durante gli scontri con la polizia a Kiev, che vanno avanti da domenica, nonostante il ricorso alla forza minacciato dal governo. Lo riferiscono le agenzie di stampa Itar-Tass e Unian, confermate anche dal ministero degli interni.
Dalle frammentarie notizie che ci
giungono dall’Ucraina, nonostante la potenza dei social network, possiamo
affermare che le proteste di questi giorni segnano una svolta di non ritorno
per le dinamiche sociali e politiche di quel paese: le stesse agenzie parlano
di insorti, di guerriglia diffusa, di migliaia di persone che affrontano la
polizia in tutto il centro di Kiev, dove sono state erette barricate nelle vie che
circondano i palazzi del potere. Una rivolta metropolitana che nata dalla
protesta giovanile contro l’introduzione della legge antimanifestazioni ma che
coniugandosi con l’insofferenza diffusa per la crisi economica e la corruzione politica
dilagante ha prodotto una forma insurrezionale multitudinaria contro la
gestione e la conservazione degli attuali assetti del potere in Ucraina.
La polizia ucraina intanto ha caricato i dimostranti sgomberando via
Grushevski, la strada che porta ai palazzi del potere a cui puntano gli
insorti, ed è arrivata all'ingresso di piazza Europa, che si trova a soli 500
metri da piazza Maidan, cuore della protesta contro il presidente ucraino
Victor Yanukovich e contro il governo, che va avanti da due mesi. Secondo
quanto riferiscono i dimostranti, confermati da fonti mediche, la polizia ha
sparato contro gli insorti.
Il premier ucraino, Mikola Azarov, aveva minacciato martedì sera: se «le
provocazioni» e le violenze di piazza continueranno, il governo di Kiev non
avrà altra scelta che «utilizzare la forza nell’ambito della legge».
Dopo una nuova notte di violenze, la polizia ha sfondato le barricate stamattina e iniziato a sgomberare il campo dei dimostranti nel centro di Kiev nel corso di una pesante nevicata. La folla non è rimasta inerte e, proteggendosi ancora una volta dietro alle carcasse carbonizzate degli autobus dati alle fiamme tre giorni fa, ha reagito dando vita a ulteriori duri scontri e bersagliando con pietre e bottiglie incendiarie gli agenti.
Intanto è salito a oltre 2000 il numero di dimostranti feriti.
Precedenti articoli
Anche ieri, dopo la serata di domenica, s’è combattuto in ulica Grushevskogo. Su questa via, che si distende tra lo stadio della Dinamo Kiev e piazza dell’Indipendenza, il cuore della protesta, alcuni manifestanti — pare circa 2mila — si sono scontrati con le forze di sicurezza. I resoconti dal posto raccontano di lanci di bottiglie incendiarie contro gli agenti, che hanno risposto sparando fumogeni e proiettili di gomma. Duecento feriti, tra cui un’ottantina di agenti e qualche giornalista. Trenta le persone arrestate in relazioni agli scontri. Ma cos’è che ha riportato la tensione a Kiev, dopo che nelle ultime settimane la protesta, iniziata esattamente due mesi fa, aveva perso intensità? La causa sta nelle bruttissime misure votate giovedì dal parlamento, senza discussione, su ordine di Yanukovich. Fissano paletti molto severi alle manifestazioni. Tant’è che sono state ribattezzate «leggi anti-proteste». Ma anche la stampa è finita sotto tiro. Alcuni dei provvedimenti licenziati giovedì possono potenzialmente metterle il bavaglio.< - dal Manifesto del 21 gennaio 2014
Abbiamo già commentato, a caldo, l’offerta di Putin con la quale ha messo sul piatto 15 miliardi di dollari e lo sconto sul prezzo del gas. La posta in palio era l’Ucraina e la proposta del Presidente russo non si poteva rifiutare. Infatti, dopo aver intavolato trattative con l’Unione Europea e la Russia, dopo aver ottenuto un consistente prestito accordandosi con il neo zar Putin Yanukovich si è garantito la permanenza al potere e con lui tutta la sua 'tribù di magna magna’ – come in Ucraina vengono chiamati gli ammanicati del presidente.
Ma la crisi economica interna è disastrosa e la risposta più ovvia sembrerebbe negativa: il deficit è prossimo al 6%, le casse dello Stato sono vuote e le riserve vengono utilizzate per mantenere stabile il tasso di cambio con le valute di riferimento (a novembre, stando al report della Banca Nazionale Ucraina, le riserve sono passate da 20,6 a 18,79 miliardi di dollari). Inoltre, la Russia comprerà lentamente titoli di stato ucraino (nel primo periodo sono previsti acquisti per 3 miliardi) e non sborserà a fondo perduto questa cifra. In questa maniera la Russia si è garantita una alleanza strategica in funzione della creazione della Grande Russia che abbraccia le ex repubbliche caucasiche, il Kazakhistan e l’Ucraina per l’appunto e a mettere le mani definitivamente sui suoi gasdotti.
Ma la crisi interna e l’insofferenza per le limitazioni interne delle libertà, non ultimo il divieto di manifestare, con le aggravanti del mascheramento, del portare il casco e i pressanti controlli dei movimenti interni allo stesso paese, con la complicità di un inverno particolarmente mite, hanno fatto divampare nuovamente il malcontento e la protesta che covava sotto le ceneri.
I protagonisti – giovani per la grande maggioranza - della giornata sono le circa 150.000 persone (200.000 secondo alcune fonti) che si sono radunate dietro le barricate di piazza Maidan per manifestare, inizialmente, pacificamente contro un pacchetto di leggi fortemente criticato anche dall'opposizione istituzionale e che, tra l'altro, inasprisce le pene per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate, ai recidivi. Le violenze sono scoppiate in serata, quando alcune migliaia di dimostranti con il volto coperto e armati di bastoni hanno attaccato un cordone di polizia posto a difesa dei palazzi del potere. Ne sono nati durissimi scontri, con uso di barricate e bottiglie molotov, che si stanno protraendo nella notte fino al mattino di oggi, lunedì, i feriti – secondo le agenzie – sono oltre il centinaio.
Gli agenti di polizia hanno risposto con i gas lacrimogeni e con getti d'acqua, lanciati con un cannone ad acqua e pompe anti incendio, ma senza riuscire a disperdere i dimostranti, di cui alcune migliaia a notte fonda partecipano agli scontri con la polizia mentre circa 10.000 persone li incitano restando a debita distanza.
Ora l’opposizione istituzionale dalla Timoschenko a Vitali Klitschko invitano i manifestanti alla calma e a ritornare nelle proprie abitazioni, così pure il portavoce dell’UE ma nulla sono serviti . Il 'dottor Pugno di ferro' Vitali Klitschko: il campione di boxe divenuto uno dei tre principali leader dell'opposizione ha cercato di calmare la folla e per tutta risposta è stato aggredito da un manifestante che gli ha 'sparato' addosso con un estintore, mentre la gente gli dava del "traditore" e urlava "Non parole, ma azioni!"
Insomma la situazione in Ucraina si complica per tutti, l’uscita dalla crisi con il prestito forzoso ed interessato di Putin si è bloccata a solo un mese di distanza dall’accordo; l’UE e il FMI prospettano solo tagli economici al bilancio dello stato e una politica d’austerity in cambio di promesse di libertà democratica e di trasparenza nella gestione della cosa pubblica.
A questo punto sembra che le offerte pelose di entrambi gli avvoltoi internazionali stiano strette agli ucraini, in particolare alle giovani generazioni, che da soli vogliono uscire a testa alta ed in piedi dal degrado economico, politico e sociale che segna pesantemente le loro vite reali.
Links Utili: