Lunedi
11 marzo il Parlamento ungherese ha approvato un emendamento
costituzionale che sta sollevando serie preoccupazioni tra i
difensori delle libertà civili in Europa. Dopo diversi anni di
sconfitte per mano dell’ alta Corte costituzionale ungherese, il
governo di destra che dominata il Parlamento ha votato con una
maggioranza di 265-11 la possibilità di un controllo diretto del
sistema giudiziario del paese e di revisionare decenni di sentenze
sulla tutela dei diritti umani.
Il Primo Ministro ungherese
Viktor Orbán e i membri del suo partito Fidesz insistono che le
modifiche costituzionali sono solo "tecniche" o piccole
correzioni. Il presidente della Commissione europea non è d'accordo,
avvertendo che il nuovo emendamento potrebbe violare lo Stato di
diritto, e il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato che i
cambiamenti voluti da Orban "potrebbero minacciare i principi
di indipendenza istituzionale, di controllo e separazione dei poteri
che sono il segno distintivo di governance
democratica . "
Questo fine settimana ha visto giorni di
protesta, convocate dagli studrnti per la prima volta dallo scorso
autunno. In questa intervista esclusiva, Márton Gulyás (del
Krétakör theater) racconta a GRITtv della Human Platform, una nuova
coalizione che comprende gruppi di lavoratori della sanità,
dell'istruzione, dell'arte e della cultura, che ha svolto un ruolo di
primo piano, accanto alla rete degli studenti Ungherese Civil
Liberties Union, nel portare migliaia nelle strade e davanti al del
Parlamento.
Gulyas dice che manifestanti sperano di svegliare
il loro paese e con buona ragione
Nell’
Ungheria di Orbán, i mezzi radiotelevisivi sono quasi interamente
controllati dal governo, come le università, la banca centrale e
anche più prestigiosi teatri del paese sono stati rapidamente
portati sotto controllo del Fidesz mentre i fondi per le attività
indipendenti sono stati ridotti drasticamente. Il professore di
Princeton e osservatore indipendente per 'Ungheria, Kim Lane Sheppele
ha specificato che l'emendamento vilerebbe a tempo indeterminato
l'indipendenza della Corte Costituzionale, che finora è stata
l'unico controllo efficace all’operato di Orban dopo la sua
elezione nel 2010.
"Il pericolo è molto reale",
dice Gulyas, che ha messo la sua carriera teatrale da parte, al fine
di agire sulla scena politica in quello che vede come un momento
critico.
Subito dopo che conversazione è stata registrata,
il presidente ungherese Janos Ader ha firmato l'emendamento,
garantendo il suo passaggio in legge. Ciò significa che questo 15
marzo, quando in Ungheria sarà festa nazionale, vedrà proteste
ancora più massicce.
Infatti il15 marzo in Ungheria è il
Giorno della Rivoluzione, anoversario della rivoluzione del 1848
nella quale si rivendicarono (tra le altre cose) la libertà di
stampa, la parità di trattamento in base alla legge, la libertà
religiosa e dei diritti delle minoranze. Cento e 65 anni più tardi,
con la presa del potere della destra di Viktor Orbán chi manifesta
chiede molti di questi stessi diritti.
Gli ungheresi sono molto affezionati ai vesi del loro poeta Sándor Petőfi, un eroe di '48 e chi scenderà in piazza lo farà citando il suo celebre verso "Alzatevi, Magiari, il paese lo richiede", da recitare quest'anno con una risonanza del tutto nuova.
Fonte : The Nation - traduzione di Garbat