Venezuela - Se Simón e Manuela sapessero…

Sulla vicenda di Vanessa Rosales: storie di “Socialismo del siglo XXI”

5 / 2 / 2021

Il 30 dicembre 2020 mentre nelle strade argentine si festeggiava a squarciagola tra risa e lacrime, la legalizzazione dell’aborto, nel carcere di Mérida stava reclusa una giovane docente ed attivista dei diritti umani e riproduttivi. Prima di parlare di Vanessa, è bene sapere che la crisi Venezuelana è gravemente peggiorata negli ultimi 3-4 anni ed il mantra internazionalmente noto “mancanza di elettricità-medicine-acqua-benzina-salari da fame”, oscura la gravità di altri aspetti non meno secondari.

Tra le tanteche Chavez istituì, nel 2006 nacque la Missiòn Madres del Barrio per offrire sostegno economico alle madri in condizioni di povertà.  Non fu affiancato da nessun tipo di formazione, né di pianificazione familiare e meno da un programma di educazione sessuale nelle scuole, dove già allora era normale vedere sorridenti niñas barrigonas sformare le uniformi azzurre con i loro pancioni (barrigas).  

In Venezuela la sessualizzazione delle bambine è estremamente precoce, che a suon di reggeaton si dimenino seducenti e sensuali è così socialmente accettato ed incoraggiato, da rendere questa forma di pornografia sonora dai testi aberranti nei confronti delle donne, comune persino durante gli eventi culturali delle scuole elementari.  

Durante l’epoca “dorata” del Chavismo, quello che quasi sradicò l’analfabetismo e garantì la sanità gratuita, preferendo però l’assistenzialismo all’ educazione, in quell’ epoca, così recente, negli ambulatori di Missiòn Barrios Adentro gli anticoncezionali si distribuivano gratuitamente e le visite ginecologiche erano anch’esse gratuite. Oggi un preservativo costa un dollaro in più di un salario minimo (2 $).

 Secondo Amnesty International dal 2015 al 2020 le gravidanze precoci sono aumentate del 65 %. Adolescenti dai 12 anni in su destinate a non uscire mai più da quel ciclo della povertà che ha forma circolare e si comporta come un frattale. Perché la storia si replica di generazione in generazione e nei barrios tante trentenni sono già nonne[1].

I pacchetti alimentari distribuiti dai CLAP (Comités Locales de Abastecimiento y Producción) tengono a bada le potenziali insurrezioni all’ interno dei barrios ma non sono stati sufficienti a contenere negli anni le ondate migratorie specie verso la vicina Colombia. I barrios di Mérida che un ventennio fa si popolarono di colombiani, molti desplazados, si stanno svuotando di venezuelani che cercano la sopravvivenza e la fortuna da Cucuta in poi.  Fino all’ aggravarsi della situazione CoVid, il flusso migratorio era principalmente in uscita dal Venezuela e la ricerca di prodotti da commerciare aveva creato un costante andirivieni giornaliero tra i due paesi. L ’aggravarsi della pandemia sta sviluppando anche un’ondata in senso opposto, ovvero di rientri via terra di venezuelani, principalmente dal Perù, dall’ Ecuador e dalla Colombia. La chiusura delle frontiere prima per ragioni politiche e poi pandemiche (il governo colombiano ha decretato il blocco fino al 1marzo 2021) ha reso ancor più comune l’uso de caminos verdes, comunemente chiamati “trochas “, sentieri in mezzo la vegetazione e a bordo fiume, aperti per il passaggio di clandestini.  Las trochas sono lo scenario di indicibili abusi e violenze perpetrate da bande di delinquenti, militari e forze dell’ordine di entrambi i paesi sui migranti.

Il numero in aumento di desaparecidas sta portando alla luce cosa succede alle donne, quelle che hanno i soldi pagano e passano, quelle che non ne hanno vengono violentate come forma di pagamento, chi si ribella probabilmente sarà una in più nella lista di desaparecidas[2],

Per molte è la solo la prima delle violenze che subiranno perché tante finiranno nelle reti di sfruttamento della prostituzione in cui cadono, soprattutto tramite i social, anche i minori. A gennaio una di queste organizzazioni di trafficanti è stata smantellata. Reclutava ragazzine negli stati Lara, Delta Amacuro e La Guaira, commerciandole a Trinità e Tobago[3].

La complessità della condizione delle donne in Venezuela è ben espressa da AVESA (Asociación Venezolana Para Una Educación Sexual Alternativa nel dossier “Mujeres al Límites 2019”.  Le donne povere, giovani e non istruite che migrano, partono (o rientrano) miseramente, generalmente lasciando in Venezuela svariati figli in custodia a qualche parente o vicino. Con il tempo molte case si sono spopolate, sono rimasti prevalentemente gli anziani e i bambini con la speranza che prima o poi arrivi una rimessa familiare. La fretta, l’irresponsabilità, la disperazione e l’ignoranza portano a partire senza lasciare le adeguate deleghe, richieste dalla legge, per qualsiasi documento riguardi un minorenne, compresa l’iscrizione a scuola[4].

Per quanto non riesca a rendere giustizia a tutti i crimini che vengono compiuti sui minori, la Ley Organica Para la Protección de Niños, Niñas y Adolecentes rimane uno strumento di tutela specialmente per quei minori che vivono in contesti familiari estremamente disfunzionali. Funzionari della LOPNA, presenti nelle scuole, e docenti, segnalano la difficoltà nel formalizzare il percorso educativo per quei minori presentati da vicini di casa o parenti lontani dai legami non dimostrabili e spesso non riescono a metterli in regola con l’iscrizione. Nel mantra delle le motivazioni dell’abbandono scolastico “fame-mancanza-di-trasporto-soldi-uniforme e quaderni...” si inserisce anche la meno immaginabile mancanza di responsabili legali[5].

Vanessa Rosales è una docente e attivista conosciuta nel Barrio Pueblo Nuevo ed è “colpevole” di aver fornito delle pillole abortive ad una ragazzina di 13 anni che le aveva chiesto aiuto insieme alla madre. Finita anch’essa in carcere, la madre ne è uscita quasi subito, solamente perché ha altri 8 figli a carico di cui uno ancora in allattamento. Vanessa invece si è fatta 3 mesi, perché abortire è un lusso di chi può permettersi una clinica privata e comprare, oltre le cure, la assoluta discrezione di questa, essendo l’aborto illegale in Venezuela. Chi in carcere è stato solo 2 giorni è il violentatore della ragazzina, coraggiosamente denunciato da questa e dalla madre, la gravidanza è la conseguenza delle ripetute violenze sessuali subite.

Solamente grazie alla grande pressione mediatica fatta dai movimenti femministi e difensori dei diritti umani di Mérida, l’11 gennaio Vanessa è rientrata a casa dove adesso si trova agli arresti domiciliari in attesa di un processo giusto , mentre il violentatore per cui nel frattempo è stato emesso un mandato di cattura, si è dato ovviamente alla latitanza[6].

Simon Bolivar e Manuela Sáenz dedicarono le loro vite alla liberazione dell’America Latina, dei loro principi libertari, antiimperialisti e di unione tra gli stati il governo si è riempito la bocca.  

Se Vanessa merita qualche anno di carcere per il suo “crimine”, quanti secoli si merita il “rivoluzionario” Governo Bolivariano?



[1] Per approfondire: https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2019-2020/americhe/venezuela/; https://cecodap.org/venezuela-ocupa-el-sexto-lugar-en-embarazo-adolescente-en-latinoamerica/

 

[2] Leggi: https://www.diariolasamericas.com/violacion-o-desaparicion-venezolanas-la-frontera-n4205885 ; https://www.radionacional.co/noticia/venezolanas-migrantes/denuncias-abusos-sexuales-contra-migrantes-venezolanas-trochas

 

[3] Leggi: https://www.vtv.gob.ve/desmantelada-red-trafico-personas/; https://migravenezuela.com/web/articulo/desmantelan-banda-que-reclutaba-migrantes-venezolanas-/2329

 

[4] Leggi: https://avesa.blog/publicaciones/mujeres-al-limite-2/mujeres-al-limite/; http://fronteraysociedad.org/wp-content/uploads/2021/01/BOLETIN-160-ReDHFrontera-11-18-Ene-2021.pdf; https://cecodap.org/migracion-forzada-mantiene-a-839-059-ninos-venezolanos-alejados-de-sus-padres-en-2020/

 

[5] Leggi: https://www.bbc.com/mundo/noticias-america-latina-45555824

 

[6] Leggi: https://100estrogeno.org/2021/01/08/solicitamos-un-proceso-justo-y-acorde-a-la-ley-para-vannesa-rosales-defensora-de-los-derechos-sexuales-y-derechos-reproductivos-criminalizada-en-venezuela/; https://www.examenonuvenezuela.com/represalia-contra-defensores/el-observatorio-rechaza-la-criminalizacion-y-violacion-del-derecho-al-debido-proceso-de-la-defensora-de-derechos-humanos-vannesa-rosales; https://elpais.com/sociedad/2021-01-25/una-activista-presa-por-ayudar-a-una-menor-violada-a-abortar.html