Vive la révolution!

Cinquantamila persone a Parigi nell'Atto 23 dei gilet gialli: violenti scontri e centinaia di arresti

20 / 4 / 2019

«Rivoluzione!». Non usano giri di parole i gilet gialli nel ventitreesimo atto della protesta che da quasi sei mesi sta infuriando in Francia. 

Che non sia un sabato come gli altri lo si vede già dalle prime ore del mattino, con migliaia di persone che convergono su Parigi e 60 mila poliziotti schierati in tutto il Paese, di cui oltre 5 mila nella capitale. Le autorità parlano di 17 mila controlli preventivi e 200 persone arrestate, tra cui alcuni giornalisti indipendenti. La polizia utilizza i nuovi dispositivi messi in atto dopo il 16 marzo dal Ministero dell'Interno, applicati dal nuovo Prefetto di Parigi con il sostegno della loi anti-casseurs.

È stata una settimana difficile per la Francia: l’incendio di Notre Dame, le polemiche sulla ricostruzione, le strumentalizzazioni di Emmanuel Macron. Il Presidente se da un lato sospende il Grand Débat, pur lasciandone trapelare alcuni elementi essenziali, dall’altro fa un retorico appello all’unità nazionale per tentare di convincere le persone a non manifestare. 

Tentativo fallito, visto che le presenza in piazza si sono moltiplicate e lo stesso ministro dell’interno Christophe Castaner è costretto ad ammetterlo. I gilet gialli lanciano al governo il secondo Ultimatum, dando vita a una giornata combattiva e radicale

Sono quasi cinquantamila le persone che convergono su Parigi, dove in mattinata si sono registrati i primi bocchi della circolazione a Bercy, dove i manifestanti si sono direzionati viste le retate messe in atto a Gare du Nord. Gli scontri con la polizia – molto violenti – sono iniziati quasi subito , in particolare su Boulevard Richard Lenoir; barricate e fiamme anche tra Bastiglia e Parmentier. Nonostante la polizia abbia spezzato il corteo in tre tronconi, i manifestanti sono riusciti a confluire tutti a Place de Republique, dove gli scontri sono andati avanti fino a sera. Qui è stato ripetutamente sparato sulla folla del liquido blu tramite cannoni ad acqua; molto probabilmente si tratta dei “marcatori chimici” già annunciati dal governo.

L’Atto 23 ha dimostrato che il movimento è lontano dall’esaurirsi, nonostante la propaganda mediatica, la repressione, le persecuzioni giudiziarie, la messa in scena del Grand Débat e la pietosa strumentalizzazione dell’incendio di Notre-Dame. Con questi presupposti, il 1° maggio e la "settimana gialla" che seguirà possono assumere un importanza decisiva, ai fini della vittoria finale del movimento.