È primavera - Intervista a Antonio Negri

In esclusiva su Global Project "È primavera", intervista a fumetti a Antonio Negri realizzata da Claudio Calia (BeccoGiallo, 2008) liberamente scaricabile con licenza Creative Commons.

2 / 12 / 2009

A quarant'anni dal Sessantotto un giovane disegnatore decide di compiere un esperimento senza precedenti: provare a bussare alla porta dell'abitazione veneziana di Antonio Negri per chiedere al più noto “cattivo maestro” italiano un'intervista a fumetti. Negri accetta, e nei quattro successivi incontri nasce una conversazione intima e informale che abbraccia cinquant'anni di storia italiana e non solo, raccontati senza filtro dalla prospettiva singolare di uno dei personaggi italiani più controversi degli ultimi decenni e immortalati dalle matite del giovane intervistatore.

La miseria di un'infanzia trascorsa nel Veneto dell'immediato dopoguerra, gli studi universitari in Filosofia, l'impegno con la Gioventù Italiana Cattolica assieme a Eco e Vattimo, le giornate trascorse in un kibbutz in un Israele percepito come nuova frontiera di un socialismo possibile, lo studio del marxismo applicato alle lotte operaie di Porto Marghera, l'anomalia del Sessantotto italiano capace di avere un respiro lungo dieci anni, la vita autogestita nei quartieri di Milano, la sperimentazione delle droghe e il sesso libero, le lotte per il divorzio e l'aborto, la militanza in Fiat, Alfa Romeo, Pirelli e Siemens, gli scontri di piazza negli anni Settanta, le stragi di Stato e gli opposti estremismi, gli anni trascorsi in carcere, la caotica esperienza parlamentare con i Radicali di Marco Pannella negli anni Ottanta, l'esilio in Francia, la riscoperta di Spinoza e il confronto con i più grandi filosofi francesi contemporanei, il riconoscimento internazionale ottenuto da Negri con Impero e Moltitudine, il suo rapporto con i movimenti no-global su scala internazionale.
Un libro che parola dopo parola, disegno dopo disegno, muta identità e si fa saggio storico, biografia, racconto orale: un esperimento letterario condotto a fumetti.

"Quella che leggerete è la storia di chi, come Negri, non ha mai creduto che il tempo sia un dato immutabile, statico, fissato, preordinato. Il tempo della vita scivola e si allunga, si protende ed esonda da ogni predestinazione. Sfida le generazioni, mosso da qualcosa di grande, irriducibile. La passione, l'amore, l'indignazione, la gioia, la tristezza, la solitudine e l'allegria, la responsabilità e l'ironia, a rendere possibile tutto questo."
Luca Casarini

- Scheda del libro sul sito BeccoGiallo

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A corredo della pubblicazione online di È primavera - Intervista a Antonio Negri, alleghiamo i video delle presentazioni al Cso Pedro di Padova (con Luca Casarini, Antonio Negri, Guido Ostanel, Claudio Calia) e al Festival di Radio Sherwood (con A. Negri, G. Ostanel, C. Calia) nel 2008.

Inoltre, presentiamo alcuni contributi e pareri sul volume, scritti appositamente per questa edizione sul web, a partire da BeccoGiallo, l'editore, e Toni Negri, fino a una panoramica più strettamente legata al linguaggio del fumetto da parte di alcune personalità affermate nel settore: Boris Battaglia, Andrea Plazzi, Otto Gabos e Emiliano Rabuiti.

Infine, oltre al pdf con la versione integrale del libro, è disponibile una galleria di immagini selezionate e una rassegna stampa per un primo assaggio.

Buona lettura!

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------------------------------------Obiettori di Coscienza Editoriale

Da oggi i contenuti di questo libro sono liberi.
Un esperimento: non vogliamo più renderci complici nel limitare la diffusione della conoscenza.
Testi e disegni siano dunque portati dal vento com'è per il seme.
Buona lettura a tutti.

BeccoGiallo
(www.beccogiallo.it)

Sono vecchiotto ormai. Preparando e poi raccontando e disegnando “È primavera”, Claudio mi ha ringiovanito. Il perché è chiaro: ha interpretato gli anni nei quali io ho combattuto, con gioia, insieme ad una moltitudine di compagni, per un’idea generosa di democrazia e ne ha mostrato la forza, il sapere e la speranza.
Quegli anni – gli anni settanta – furono sempre contraddittori, talora tragici, ma anche belli, giovani, primaverili appunto: Claudio ha ridato vigore alla verità. Non ha fatto l’apologia di una parte contro l’altra, ha solo sottolineato una verità (degli anni settanta) tanto difficile da dire. Con ciò ha avuto la forza di stupirmi.
Ma Claudio mi stupisce un’altra volta, adesso. Con i suoi editori, ha infatti deciso di liberare “È primavera” e di rendere questo album interamente disponibile in download dal loro sito. I Becchi Gialli esordiscono dunque aderendo a quel “creative commons” che rappresenta il presente ed il futuro delle libertà comuni.
Mi stupiscono e mi fanno ringiovanire ancora di nuovo questi ragazzi! Mi hanno fatto venir voglia di sostenere l’iniziativa che hanno preso con serenità e generosità. Non ho alcun dubbio che il futuro delle produzioni librarie e mediatiche avverrà nel regime di “creative commons”, dunque di libertà e di comunità, di universale e libero godimento dei beni cognitivi.
E tuttavia è  chiaro che questo regime si oppone alle regole del comando e del commercio, oggi – quando non solo tutto è privato ma si sostiene che queste privatizzazioni sono naturali e necessarie. Non è vero. Ciò che è naturale, dentro una democrazia evoluta, è  la possibilità di produrre e comunicare liberamente.
Grazie, Becchi Gialli, grazie Claudio! Solo agendo come voi fate, si potranno creare ed organizzare reti capaci di operare in un ambiente mutevole, sempre in divenire, forse rischioso, ma proprio per questo libero.

Toni Negri, ottobre 2009

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Carissimo autore di fumetti.
E, anche e soprattutto, carissimo lettore di fumetti.
Lo sai.
Il sistema del fumetto italiano è una struttura di potere sclerotizzata in un perverso equilibrio di clientele che disinnesca, per sua stessa natura, ad ogni momento cruciale qualsiasi possibilità di insorgenza e di liberazione intellettuali; riaffermando sempre e comunque l’incubo della restaurazione sequenziale.
Il libro di Claudio Calia: È Primavera, che  – stando a quello che ho capito - potete scaricare da qualche parte qui in giro, è uno di quei momenti cruciali.

Non è questione se sia bello o brutto (intendiamoci: per me è bello).
Non è questione se mi sia piaciuto o meno (intendiamoci: a me è piaciuto).

Non è questione di quale sua parte funzioni meglio (intendiamoci: non è un libro perfetto alcune cose funzionano meglio di altre). Non è questione se il pensiero di Toni Negri sia condivisibile o meno (intendiamoci: fino allo stato-piano anche un po’, le ultime cose sullo stato costituente e sull’impero mica tanto); e comunque non dimentichiamoci che non è irrilevante la spinta iniziale che lo ha prodotto, cioè l’ovvio interessamento di Claudio per il pensiero e la vita di Negri, interessamento che lo ha portato a maturare –oltre, immagino, a tante altre cose – una precisissima idea di fumetto.
È questione, ed è FONDAMENTALE questione, l’idea di fumetto cui Claudio da forma in questo libro.

In questo libro Claudio, usando il mezzo del dialogo filosofico (non farti ingannare dal titolo, E’ primavera non è un’intervista, è un saggio filosofico) avanza l’ipotesi che la natura del fumetto sia leopardianamente costitutiva (non è un caso che uno dei pochi saggi veramente interessanti di Negri sia dedicato a Leopardi) anziché (come per troppo tempo ce l’hanno spacciata) bonellianamente rappresentativa.

Puoi anche non essere d’accordo con questa idea. Ma non puoi non farci i conti.

Avresti dovuto tu, che in qualche modo ci hai a che fare con i fumetti in qualità di facitore editore critico lettore o quel cazzo che sei o che vorresti essere, parlarne e a lungo. Discuterci e litigarci su questo libro e sulla sua idea di fondo.

Invece.

Niente.

Qualche recensione più  attenta al pretesto (la vita di un “cattivo maestro”) che al testo.

E via.

Il trascendentalismo sequenziale normalizza tutto. E non dirmi che sono menate mie. Guarda un po’ lì: tu che continui a prima scrivere e poi disegnare, tu invece che continui a leggere invece di guardare e Claudio che, addirittura, si mette a scrivere lettere a babbonatale.
Non hai voglia di provare per un attimo l’ebbrezza che da il pensiero? Non lo sai che, il fumetto –come ci ha dimostrato Claudio- è la scrittura più adatta, anche se –in questo senso- meno usata a rappresentarlo, il pensiero?

Metti da parte Tex e Diabolik e tutte le minestre sequenziali riscaldate.

Scaricatelo, questo libro, e leggilo.
Poi, se vuoi, facciamo anche a pugni.

Boris Battaglia (/www.ippoghigno-nella-bruma.splinder.com)

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Claudio Calia è cresciuto a dosi massicce di Jack Kirby e Toni Negri (presumibilmente in quest’ordine, ma chi può dirlo?) e grazie agli appositi link potete verificare da soli se e quanto l’accostamento sia incongruo.

Conosco abbastanza bene le opere del primo, di cui almeno dal 1973 sfoglio qualche pagina quasi giornalmente, e mai meno di una volta alla settimana. Tutte le settimane. Tutti gli anni.

Del secondo, come autore, conosco molto meno: qualche articolo e frammenti sparsi dai suoi lavori. Poi naturalmente c’è la cronaca: per una di quelle circostanze imponderabili che Carl Gustav Jung, Wolfgang Pauli e forse anche Claudio Calia si rifiuterebbero di considerare una coincidenza, ricordo perfettamente dov’ero non solo il 20 luglio 1969, il 17 giugno 1970 e l’11 settembre 2001, ma anche il 7 aprile 1979, quando il nome di Toni Negri uscì dagli ambiti politici e accademici per arrivare al grande pubblico.
Questo per dire che, ancor prima di aprire un volume il cui scopo dichiarato – a partire dalla formula del libro-intervista – è la divulgazione del pensiero e della figura dell’intervistato, costituivo un lettore ideale: avevo una minima infarinatura sul personaggio; ero ben disposto verso la lettura a fumetti che, come i vizi di cui non si può fare a meno, pratico spesso e volentieri; vantavo affinità fumettistiche più o meno esplicite con l’autore (e fermiamoci a Kirby, perché se io e Calia cominciamo a parlare chissà cos’altro salta fuori).

A libro letto, e contrariamente a ogni elementare espediente retorico (come il classico “my best friend is but…”, per cui per stroncare qualcosa bisogna iniziare tessendone le lodi), confermo che il libro mi è piaciuto assai. Ma proprio molto. E non devo neppure entrare nel merito degli argomenti (Negri e la sua vicenda personale, politica e filosofica) o dell’adesione di Calia al pensiero del proprio autore di riferimento, che l’ha certamente aiutato a raccogliere e a organizzare l’abbondante materiale prodotto dagli incontri con Negri. Dal punto di vista del graphic journalism, che Calia pratica da anni (suo è anche Marghera – La legge non è uguale per tutti), l’unica cosa che importa è la felicità con cui è trattato e risolto un argomento intrinsecamente didascalico. In particolare, trovo alquanto azzeccati gli intermezzi teatrali da uno spettacolo dello stesso Negri.
Tutto ciò indipendentemente da alcuni punti meno riusciti, come il brutto carattere tipografico usato qua e là. O le sequenze dell’ape in apertura e chiusura, sorprendentemente sopravvissute all’editing (un editing qualunque, intendo): un omaggio – presumibilmente – alla nozione negriana di “sciame” schematico e graficamente approssimativo. O di alcune pagine doppie di troppo.
Sono riuscito a rimangiarmi tutto? “My best friend is Claudio Calia, but…”?

No, È primavera è brillante giornalismo a fumetti i cui limiti sono quelli del suo autore al momento della stesura dell’opera, che è come dire che per ora è il miglior possibile libro di Claudio Calia: un autore ancora in evoluzione ma già titolare di un approccio personale e maturo al racconto.

Basta così: ho una reputazione da difendere e già in passato mi hanno dato del critico di fumetti.

Andrea Plazzi, Bologna, ottobre 2009 (andreaplazzi.wordpress.com)

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L’immersione ostica

Conosco Claudio ormai da parecchio tempo. Facevo un giornalino fallimentare che poi dopo è stato definito “seminale” c’era stata una festa promozionale e Claudio era lì. Magari è anche un po’ colpa mia se ha deciso di fare fumetti. Magari è più colpa della passione in comune per tanti autori, come Jack Kirby. In qualche modo il fumetto ci ha segnato la vita. Ogni tanto con Claudio ci incrociamo, ultimamente più spesso. Parliamo di noi, di quello che facciamo, leggiamo e di come la pensiamo. Parlare di sé, confrontarsi è una della ragioni essenziali del senso dell’amicizia. Parliamo di politica e spesso ci scorniamo su grandi temi. Per esempio della Palestina e di Israele abbiamo deciso di non parlarne più che è meglio per entrambi. Da poco (prima metà ottobre 2009) abbiamo invece parlato del G8 di Genova. Lui c’era, era lì in prima linea mentre io ero in piedi davanti alla TV. Mi sono venuti ancora i brividi. E sono passati otto anni. L’immaginario di Claudio passa anche attraverso la testimonianza diretta, un’immersione verticale nei fatti e nel territorio. Coniuga il racconto con l’inchiesta giornalistica. In Italia non c’è una tradizione consolidata nel settore e tutto sommato anche all’estero non esiste una letteratura vastissima. È un avventurarsi in un terreno paludoso, vischioso, a tratti molto pericoloso. Però anche esaltante.
Con È primavera, si alza il tiro. Non più inchiesta, ma intervista. La scommessa è alta: ricucire a trovare un equilibrio quasi alchemico tra parola e immagine, tra dialogo e atto laddove tutto sembrerebbe pendere dalla parte della parola scritta. La prima difficoltà è proprio nel metodo della gestione del linguaggio. La seconda è il contenuto dell’intervista, il personaggio. Toni Negri, è scomodo, spigoloso, strabordante di storia passata e presente. Per certi versi è la storia stessa. Attraverso lo scavo paziente, un lavoro di montaggio e cucitura di fino viene fuori non solo il pensiero filosofico e la cronaca dei fatti ma soprattutto il racconto dell’uomo.
L’ho letto per curiosità, stima intellettuale nei confronti di Claudio, vincendo le riluttanze nei confronti di Negri. Riluttanze che nascono e risiedono in quella zona d’ombra relativa all’elezione a deputato sotto la bandiera del Partito Radicale e l’immediato trasferimento a Parigi. L’episodio quando successe mi scosse parecchio  e per  dirla con un termine molto di moda mi aveva anche indignato dal punto di vista etico. Ma è passato molto tempo. È successo di tutto. Siamo altre persone.

Ho letto  È primavera ed è stata un’immersione profonda nell’uomo e nella sua storia. Ho sentito più vicino Toni Negri, ho potuto capire passaggi e sfumature e ho visto dietro l’autore. Discreto e mai invasivo, a tratti perfino lirico e ironico. Claudio ha fatto un bel libro riuscendo a gestire il quasi non gestibile. Ha fatto soprattutto un libro che si legge e piace.

Almeno a me è piaciuto.

Otto Gabos, 19 ottobre, Bologna (radioherzberg.blogspot.com)

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Nel microcosmo del mondo del fumetto italiano non è un mistero che io e Claudio siamo amici. Anzi, di più. Siamo “soci”.

Nel senso che da sei anni a questa parte, vista una visione politica del mondo molto simile – sicuramente più affine dei nostri rispettivi amori fumettistici – siamo “soci” nel curare le produzioni a fumetti di Radio Sherwood. Esperienza nata dal desiderio di portare il fumetto, un certo tipo di fumetto – quello che possiamo genericamente definire come indipendente - fuori dalla ristrettissima cerchia degli appassionati e portarlo in mezzo alla gente “normale”, come scherzosamente definiamo i non lettori abituali di fumetti.

Convinti cioè che con il fumetto si possa parlare/sbeffeggiare/commentare/denunciare le porcherie di questa società malata in cui viviamo.

E dunque con un po’ di imbarazzo che butto giù queste poche righe, per parlare di uno dei suoi ultimi libri: È primavera - Intervista a Antonio Negri.

Ma anche no, come dicono i gggiovani.

Nel senso che a lui, mentre “scrisegnava” le pagine del libro e me le faceva vedere, non ho risparmiato critiche feroci.

Lui poi, da pensatore/autore autonomo quale è, alcune le ha prese in considerazione e ha modificato alcune cose, altre, la maggior parte, non se le è inculate di pezza.

E, col senno di poi, devo dire che ha fatto bene.

Credo infatti che quando Claudio ha cominciato a frequentare casa Negri per raccogliere l’intervista avesse la scansione narrativa già fissata in testa.

Doveva solo raccogliere alcune informazioni dalla voce di Negri per colmare alcune lacune e lanciarsi nell’avventura, durata diversi mesi, della stesura definitiva.

Che è quella dell’intervista a fumetti a un filosofo politico di un certo spessore, inviso, a torto o a ragione, a una buona fetta della popolazione, forse la maggioranza.

Sarà di una noia mortale, potrebbe pensare qualcuno.

Invece la forma che ha scelto Claudio è l’antinoia per eccellenza, essendo riuscito a miscelare con maestria vari piani narrativi.
Potrei sbrodolare per pagine e pagine a dire perché E’ primavera è un libro assolutamente da leggere e perché Claudio riesca in un’impresa veramente difficile.

Ma, come spesso mi accade, l’unico invito che faccio è quello di scaricarvi il libro, stamparlo e leggerlo con calma.
E di farvi una vostra idea.

Una cosa è certa: sia che siate già lettori di fumetti o che non ne abbiate mai sfogliato nemmeno uno, la vostra idea delle potenzialità di questo medium, sicuramente sarà differente.
E, altrettanto certo, è  che la figura dell’uomo e del pensatore Negri non sarà più la stessa di quella che avevate prima di aver letto il libro di Claudio.

Io vi ho avvisato. 

Emiliano Rabuiti (Sherwood Comix)

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È PRIMAVERA - INTERVISTA A ANTONIO NEGRI
di Claudio Calia
postfazione di Luca Casarini
Collezione Biografie
17x20, 160 pagine
brossura, b/n
Euro 15.00
Edizioni BeccoGiallo
ISBN: 9788885832442

Rassegna stampa online:

Links Utili:

E' primavera - Presentazione al Cso Pedro (Pd) - Pt 1

E' primavera - Presentazione al Cso Pedro (Pd) - Pt 2

E' primavera - Presentazione al Cso Pedro (Pd) - Pt 3

E' primavera - Presentazione al Cso Pedro (Pd) - Pt 4

E' primavera - Aperitivo con A, Negri e C. Calia .- Sherwood Festival 2008 - Pt 1

E' primavera - Aperitivo con A, Negri e C. Calia .- Sherwood Festival 2008 - Pt 2

E' primavera - Intervista a Antonio Negri - Galleria di immagini

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