Ab-Strike: II° workshop - "Punti di interruzione: Strike Preparation Camp"

Testo e introduzione al workshop tenuto da Daniel Blanga-Gubbay

29 / 5 / 2015

Uno sciopero inizia con il corpo: inizia dalla posizione che il corpo assume in relazione ad una stabilita in precedenza ][...]. Allora un'interruzione non è semplicemente il rifiuto di proseguire con il normale flusso delle cose: lo stesso gesto re-figura le inclinazioni della superficie.

Daniel Blanga-Gubbay di Aleppo introduce “Strike Preparation Camp”, un insieme di domande, letture e video sul potere delle interruzioni e sul ruolo dell'arte come sciopero.

AB-STRIKE

A science-fiction platform for an abstract strike

6 may 2015

Strike Preparation Camp

(Cinque note e due figure sull'interruzione).

  

1) Lo sciopero si iscrive in una temporalità che eccede il presente. Lo sciopero richiede una preparazione, e prevede una rivendicazione, ed in questo ha un rapporto con il passato, ed un rapporto con il futuro, con ciò che rivendica.

 

2) Lo sciopero è un'azione o l'interruzione di un azione?

Viviamo in un terreno che è fatto di infinite inclinazioni che pre-determinano i nostri movimenti su esso. La norma, il non detto, l'applicazione automatica di leggi, costituiscono un terreno su cui scivoliamo continuamente. Noi costituiamo con i nostri movimenti l'inclinazione cristallizzata di questo terreno.

In questa topografia politica inclinata in diverse direzione, ogni interruzione emerge nel suo essere movimento prima che interruzione di movimento: emerge nel suo essere forza che contrasta la naturale caduta nella direzione dell'inclinazione. Ogni interruzione richiede la capacità di fermarsi su un piano inclinato.

 

3) In questa prospettiva in The Performative in the Political. Athena Athanasiou parla del gesto di interruzione di Rosa Parks – fondamentale da inserire all'interno del contesto di lotte in cui avviene: il primo dicembre 1955, in piena contestazione del movimento afro-americano, mentre era seduta in prima fila su un autobus di Montgomery, Rosa Parks rifiuta di obbedire all'ordine dell'autista di cedere il posto a un passeggero bianco. Nel contesto della lotta per i diritti civili della comunità africano-americana, Rosa Parks rifiuta l'applicazione automatica di una norma; rifiuta di scivolare sul piano della norma. Per questa ragione Athena Athanasiou scrive: «In this sense, staying in place may require some movement, the not giving-in which stop the normal flow». 

 

4) Il 17 giugno 2013, Erdem Gunduz, mentre attraversa Taksim Meydanı, si ferma d'improvviso. Siamo nel contesto dei giorni di protesta contro il governo di Erdogan che ha represso le proteste di Taksim Meydanı. SI tratta ancora di un momento di interruzione individuale che proviene da una lotta collettiva e che produce una lotta collettiva.  Il suo gesto non è strettamente proibito, eppure proprio nel suo mutismo e nella sua incomprensione pericolosa, diviene un bastone nel meccanismo del controllo dello stato. Improvvisamente, pur non esistendo una legge scritta, è chiaro che la piazza è un luogo che può essere unicamente attraversato, e lascia emergere il fermarsi come eccezionale. L'interruzione qua fa emergere la legge non scritta del movimento, e la legge non scritta del controllo.

Non esiste una linearità visibile a cui segue un'interruzione: certe volte è l'interruzione a fare emergere la linearità. Non soltanto l'interruzione richiede una linea di movimento, ma rende visibile la linea in cui era inserita. Rende visibile l'inclinazione della topografia. L'inclinazione – solitamente invisibile – emerge nel momento in cui il corpo si oppone ad essa. Per questa ragione certe volte stare fermi richiede movimento.

 

5) Il fatto che lo sciopero non sia semplicemente un'azione ma l'interruzione di un'azione, diviene fondamentale nella comprensione dell'idea di violenza. In Critica della Violenza, Walter Benjamin scrive «Nella prospettiva dello stato, il diritto di sciopero concesso al lavoratore non è certamente un diritto di violenza, piuttosto, un diritto di sottrarsi alla violenza indirettamente esercitata dal datore di lavoro. Gli scioperi che si adeguano a questo devono succedere di tanto in tanto, ma implicano solo una sottrazione rispetto al datore». Esiste una narrativa dell'interruzione come forma di violenza. E se fosse l'inclinazione ad essere violenta? E se ciò che è violento è ciò che produce uno spostamento automatico del corpo?

Ab-Strike. II°workshop introduzione di Daniel Blanga-Gubbay