Intervista e recensione dell'ultimo libro a fumetti

Alessandro Baronciani - Le ragazze nello studio di Munari

11 / 1 / 2011

Correva l’anno 1999 e il cuore palpitava.
Nelle abitazioni c’erano ancora i 56 Kbps, ci si scriveva con l’inchiostro e si spediva carta tramite posta. I byte non si erano ancora mangiati la tangibilità dei supporti e l’immateriale sembrava di poterlo toccare davvero.

In molti hanno conosciuto questo artista come si faceva un tempo, con il classico passaparola: “Oh, c’è un tizio pesarese, si chiama Alessandro Baronciani, disegna fumetti. Stupendo, racconta storie che sono uguali alle nostre! Anzi: storie che sono le nostre”.

Ed ecco che ti facevi dare l’indirizzo di casa di Baronciani, gli scrivevi, gli spedivi dei soldi (poca roba, una cifra simbolica), ti abbonavi. In questo modo sostenevi il suo progetto: un esperimento di autoproduzione in cui si sperimentava un rapporto diretto fra lettore e autore che si reificava nelle storie colorate da uno spietato bianco e nero che faceva sognare.

Tante fotocopie, pochi fogli, una volta ogni tanto, ma quando arrivava una lettera si illuminavano gli occhi e si sperava che dentro alla cassetta delle lettere ci fosse qualcosa di suo.

Nel 2006 questo esperimento di Baronciani, tanto inedito e insolito da farlo diventare un caso editoriale, è stato raccolto in un volume intitolato “Una storia a fumetti” (Black Velvet editrice). Dentro c’erano prevalentemente storie d’amore giovani, che risultavano sospese proprio per come erano nate e per come erano state create.

Adesso che siamo nel 2011 indubbiamente molte cose sono cambiate e per Alessandro Baronciani è arrivato il tempo per una nuova sfida a fumetti da lanciare alla carta. Il suo nuovo lavoro si intitola “Le ragazze nello studio di Munari”, pubblicato come i suoi libri precedenti per la Black Velvet editrice, supera allegramente le duecento pagine, e, almeno nelle intenzioni dell’autore, si propone come una specie di sussidiario illustrato per ragazzi sulle storie d’amore.
Il protagonista di questa graphic novel si chiama Fabio ed è un tipetto acculturato ed affascinante, raffinato buongustaio del cinema d’autore, collezionista di libri usati e antichi, giovane libraio. In soldoni: uno snob delicato, animato da un’autentica passione per un artista incredibile, ovvero Bruno Munari.

La storia di Fabio e dei suoi amori aggrovigliati può suscitare tenerezza e disappunto, ma è pur sempre capace di rendere interessante una narrazione che mantiene l’obiettivo che il titolo si pone: parlare di un grande artista attraverso la vita di un giovane alle prese con le sue ragazze.
Alessandro Baronciani ci presenta il protagonista nel bel mezzo della fine di un rapporto. Ha appena lasciato Sonia e, per dare un po’ di sollievo al proprio cuore infranto, ha deciso di buttarsi a capofitto in altre relazioni. Ed è a questo punto che la matassa comincia ad ingarbugliarsi sul serio.
Ecco.
Possiamo dirlo serenamente: il genere maschile storicamente non ha mai brillato nella capacità di gestione di situazioni sentimentali intricate, soprattutto se molteplici e contemporanee; a questo va aggiunto lo stato di totale indecisione in cui versa il protagonista, che lo trascina nel limbo caratteristico di chi è alla disperata ricerca di qualcosa o qualcuno di non ancora bene identificato.

Puntualmente, infatti, si rimane inguaiati nei disordini sentimentali del ragazzo, si vivono con lui nel corso della storia, ci si imbarazza perché resi partecipi delle figuracce che egli fa con le sue donne. Ma l’aspetto più interessante di Fabio è che al momento giusto si riscatta sempre agli occhi dell’ospite che esplora la sua vita, regalando splendide citazioni letterarie e cinematografiche che immancabilmente impreziosiscono le pagine.

E poi ci sono le evoluzioni pirotecniche della cartotecnica con cui Alessandro Baronciani vizia le nostre sensazioni: l’opaca nebbia iniziale, la morbida pelliccia di una pecorella di un pre-libro di Munari, la sperimentazione cromatica del “Deserto rosso” di Antonioni, un volto imberrettato che compare da uno spioncino. Qualsiasi descrizione a parole risulta comunque riduttiva. Ma di fatto, in quegli espedienti che spalancano la lettura all’uso dei sensi, c’è del genio. Stop. Alessandro Baronciani, con questo suo “Le ragazze nello studio di Munari”, è riuscito a restituirci un tributo a Munari dotato della leggerezza che probabilmente lo stesso artista apprezzerebbe assieme allo stile semplice e pulito dei suoi disegni.

Chissà cosa avrebbe detto Bruno Munari nel vedere applicata la sua teoria della creatività alle storie d’amore create da Alessandro Baronciani.
Noi possiamo solo dire che, divertiti e sognanti, abbiamo gradito moltissimo.

Ascolta l’intervista audio ad Alessandro Baronciani andata in onda su Radio Sherwood. Clicca sul player qui sotto, oppure scarica il file in formato .mp3 nella colonna laterale sulla destra.

Intervista audio a Alessandro Baronciani