Ancona - 25 aprile, un porto per tutti!

25 Aprile Festa della Liberazione non una ricorrenza ma pratica del buon governo!

22 / 4 / 2013

Premessa - Anche quest’anno, come ogni anno, in tutte le città italiane si terranno le celebrazioni per l’anniversario della liberazione d’Italia dall’ occupazione dell’esercito tedesco e dal governo fascista avuta luogo nel 1945.

È sicuramente doveroso dedicare una giornata a questa ricorrenza poiché essa ha segnato una svolta fondamentale nella storia del nostro paese. Infatti dopo la cacciata dei nazifascisti, i gruppi politici della Resistenza hanno costruito il nuovo stato Italiano basato su democrazia e rispetto delle libertà. Questo non fu tuttavia un passaggio senza contraddizioni né si concluse effettivamente nel rispetto di tutti i voleri di quella pluralità che lottò e morì per la nostra Costituzione. La Repubblica Italiana infatti sorse anche per disegnare uno nuovo modello di organizzazione sociale contro il blocco di potere composto da borghesia industriale e latifondista che aveva, attraverso il fascismo, tentato di frenare l’avanzata dei diritti civili e dell’emancipazione delle classi lavoratrici nel nostro paese. Il fine dei padri costituenti era dunque quello di modificare alla radice la struttura sociale del paese, compito questo tuttavia completamente disatteso dalle vicende politiche successive alla liberazione. A cominciare dalla mancata epurazione dei fascisti dai punti nevralgici dello stato (esercito e servizi segreti) fino allo scellerato accordo tra pezzi dello stato, massoneria e mafia in funzione anticomunista che è stato alla base degli anni della strategia della tensione. La classe dirigente post-fascista ha così prodotto volutamente una “falsa democrazia”, impantanata prima nella impossibilità di alternanza di governo tra DC e PCI-PSI e poi negli anni del più becero berlusconismo.

Ed è proprio questo il punto. La democrazia!

Questa parola è stata travolta da innumerevoli accezioni tanto da mistificarne il senso. Noi vogliamo solo ribadire che la democrazia è innanzi tutto una pratica: non la si spiega, non la si delega ma la si agisce. Ed è così che vogliamo intendere il 25 Aprile, cioè come il giorno della Liberazione che ha permesso di costruire un percorso di democrazia attraverso le forze costituenti che presero vita dal basso. Questo percorso non è ancora giunto alla sua meta anzi, al contrario, è appena iniziato: dobbiamo infatti continuamente conquistarci gli spazi per agire la nostra democrazia che è partecipativa e che non si può ridurre a semplice adesione a qualcosa di già dato, preconfezionato e calato dall’alto, nell’illusione che il nostro semplice punto di vista od opinione bastino di per sé ad incidere realmente nel vivere quotidiano. Al contrario, la nostra democrazia è quella assoluta, quella in cui insieme si costruiscono il comune e le sue istituzioni offrendo il valore delle nostre differenze. Questo attraverso la partecipazione attiva della società civile nella riappropriazione di spazi pubblici e nella presenza nei percorsi decisionali fino ad ora completamente delegati alle “istituzioni”. In secondo luogo allargando i diritti di cittadinanza anche a chi fino ad ora ne è stato escluso, come ad esempio i migranti.

In momenti di crisi come questo si rende ancor di più necessario riappropriarsi di quegli spazi e risorse che il malgoverno e l’incuria lasciano marcire nel degrado e nel disuso. Occorre impegnarsi in prima persona per combattere l’immobilismo dei centri decisionali e far sentire la propria voce per indirizzare le scelte che riguardano la collettività ed il territorio.

Centro Sociale Asilo Politico - Ancona

L’iniziativa

La situazione del porto Anconetano è ormai di dominio pubblico. Che sia diventato a tutti gli effetti una frontiera è un dato acquisito. Che la città ne sia ancora tanto affezionata e che si senta scippata di un suo organo vitale, dopo la sua perimetrazione e separazione, è una certezza. Che tanti uomini e donne sperano di giungervi per chiedere accoglienza e protezione e, al contrario, vengono rispediti al loro triste destino è la cruda verità. Così come al suo interno c’è chi lotta per il diritto al lavoro e al reddito, di fronte a politiche economiche che distruggono la vita di migliaia di persone.

Con tutte queste premesse crediamo fortemente che sia necessario continuare ad essere promotori di un radicale ripensamento in materia di gestione dello spazio portuale.

Ora che tante associazioni e tanti cittadini stanno mostrando la loro indignazione verso l’attuale governo del porto, dobbiamo moltiplicare gli interventi e le mobilitazioni, evidenziando questa situazione in modo da riportare al centro del dibattito non solo la dignità delle persone ma anche l’esercizio della democrazia intorno a ciò che ci appartiene. Si perché l’area portuale è della città e da essa è storicamente inseparabile. La cittadinanza non può e non vuole accettare che dei secoli di storia di accoglienza e di incontro tra culture rimanga ora solo qualcosa che ha più le fattezze di un carcere più che di un punto di approdo e partenza quale dovrebbe essere ed è sempre stato.

Un porto per tutti” vuole essere appunto un’altra iniziativa, un’altra occasione in cui chiederemo, ancora una volta, l’apertura temporanea del porto per fare arrivare le nostre richieste e i nostri contenuti. Un appuntamento pubblico per dimostrare che si possono costruire delle alternative anche là dove non si vogliono trovare soluzioni.

La nostra giornata sarà dedicata allo scambio, alla complicità, agli interventi e alle attività da fare insieme. Sulla banchina principale installeremo, infatti, campi da gioco e attrazioni ludiche per liberarla dal suo innaturale nuovo ruolo di esclusione-espulsione e far si che il nostro 25 aprile non sia una lontana commemorazione ma una reale liberazione di tutti da tutto ciò che opprime e non consente di vivere da uomini e donne liberi!

All’interno dell’area allestiremo un campo da calcetto per disputare un mini torneo, al termine del quale si terranno regolari premiazioni. Ad affrontarsi si troveranno due squadre miste di ragazzi in situazione di handicap insieme ad alcune rappresentative di squadre originarie dei paesi bagnati dal Mediterraneo.

Il torneo, per il secondo anno consecutivo, porterà il nome della campagna nazionale “Gioco Anch’io”, per il riconoscimento del diritto di cittadinanza nello sport per i giovani migranti che risiedono in Italia, promossa dall’Associazione nazionale Sport Alla Rovescia.

Questa giornata dunque intende essere un punto di inizio per costruire una piattaforma comune sulle tematiche del porto che oggi ci parla di territorio, ambiente, cittadinanza. Lanciamo quindi un appello generale a tutte le organizzazioni, associazioni, singolarità che credono in questo cammino e chiedono un ripensamento delle modalità di fruizione dell’area portuale. Auspichiamo anche di aprire un tavolo pubblico con tutti i referenti istituzionali che si occupano della questione per avanzare le nostre prospettive ed idee.

L’appuntamento è dunque per tutti alle ore 10 all’entrata principale del porto.

In contemporanea, alla stessa ora, i ciclisti si incontreranno al Passetto per raggiungere il porto con una bella-sana pedalata ecologica!

Polisportiva Antirazzista Assata Shakur, Ancona Bene Comune, Free Woman, Rete Migranti Diritti Ora!,Centro Sociale Asilo Politico, Shimabara Marche, Antigone, Laboratorio Sociale, Fiom, UISP comitato provinciale Ancona, Casa delle Culture.