Parte da Napoli l'avventura verso un digitale terrestre libero ed indipendente

Assalto al cielo digitale

a cura di Insu Tv

5 / 3 / 2010

I processi di riappropriazione di bisogni e diritti sociali, così come la difesa dei beni comuni, sono sempre più minacciati nella conservazione di uno spazio pubblico nel quale sviluppare ed esprimere forme di democrazia partecipata. Contemporaneamente, la crisi della democrazia rappresentativa e il monopolio della comunicazione mainstream, nonché dei meccanismi di aggregazione del consenso e culturali in genere, va affrontata anche sul fronte della produzione di informazione indipendente e della rivendicazione di un ruolo attivo nei flussi massmediatici.
Grazie alle nuove piattaforme tecnologiche, oggi è possibile sviluppare forme di comunicazione dal basso per produrre e diffondere contenuti in maniera diretta e indipendente; tuttavia, se da un lato “Make your Media” ha consentito di realizzare potenzialità espressive un tempo inimmaginabili, dall’altro ha finito per essere quasi interamente assorbito da un certo numero di piattaforme egemoni, quali Youtube o facebook, consegnando così questo incalcolabile patrimonio di conoscenza e relazioni nelle mani di grandi holding commerciali.
InsuTv è un’esperienza di comunicazione dal basso nata a Napoli nel 2003, per rappresentare una voce alternativa nella narrazione del nostro territorio, nella difesa di diritti in materia di salute, ambiente, lavoro e saperi, nella lotta al razzismo e alla discriminazione.
La scelta della trasmissione televisiva consentiva un accesso a “bassa soglia”, in una città dove il “digital divide” rappresenta ancora un serio limite alla fruizione della comunicazione. L’integrazione con il lavoro territoriale e con altre piattaforme tecnologiche cercava di rimediare al carattere monodirezionale del mezzo televisivo.
Una navigazione a vista, pirata e no-profit, che non è stata avara di difficoltà. Tuttavia una serie di compagni di strada e di esperienze, dal tg migranti a domenicaut, dalla video-narrazione dell’Onda studentesca al “Tempo delle arance” sul pogrom razzista di Rosarno, ci hanno confermato il senso di questa scommessa.
Grazie al lavoro di inchiesta e video-narrazione, abbiamo conosciuto e condiviso percorsi di molte realtà territoriali impegnate nella comunicazione indipendente. In particolare, l’auto-produzione del documentario “Una Montagna di Balle”, sulla cosiddetta “emergenza rifiuti” campana, ci ha mostrato tutte le potenzialità del processo di produzione collettiva e dal basso di contenuti, poiché in ogni sua fase si è cercato di interpretare il bisogno dei tanti comitati e cittadini di condividere e diffondere una narrazione alternativa di quella che è stata la lotta contro la devastazione ambientale e l’esproprio di democrazia perpetrato per anni in Campania.
Nello scorso autunno, il passaggio in Campania al digitale terrestre, a fronte della moltiplicazione dei canali televisivi disponibili, si presenta come una replica degli stessi processi della trasmissione analogica, confermando gli oligopoli di sempre, anche sul piano locale. Chi prima aveva un canale, oggi se ne ritrova almeno quattro, senza per questo ampliare l’offerta contenutistica in palinsesto, né il bacino di utenza. Alla luce di questo, continuare la nostra esperienza pirata ci sembra oggi marginale, poiché in gioco vi è l’accesso libero e condiviso alla piattaforma digitale.
Nel tentativo di rispondere in maniera più solida al bisogno diffuso di libertà di espressione e di informazione e di dare voce alle fasce sociali meno ascoltate – se non messe a tacere – dal media mainstream, ci sembra giunto il momento per avviare un confronto volto alla realizzazione di un canale civico e comunitario regionale, un progetto di broadcasting sostenibile, in grado di diffondere contenuti a bassa soglia di accessibilità e valorizzare le potenzialità espresse dallo scenario video-comunicativo locale.
Naturalmente, costruire dal basso un canale comunitario e no-profit è un percorso complesso sul piano dell’autofinanziamento, su quello editoriale, contenutistico e sociale, nonché nel coinvolgimento delle comunità territoriali.
Una prospettiva rispetto alla quale non abbiamo nessuna presunzione di autosufficenza. Siamo tuttavia certi di poter contribuire in maniera fattiva e di poter stimolare un dibattito costruttivo con tutti gli interlocutori interessati ad un progetto di comunicazione slegato dai meccanismi propagandistici dei poteri forti.
Invitiamo perciò tutti coloro che in qualsiasi modo sentono di poter essere “protagonisti attivi della loro narrazione”, comitati civici, movimenti, associazioni, operatori dell’informazione, piccoli editori e singoli cittadini, a prendere parte ad un confronto pubblico su questi temi sabato 6 marzo dalle ore 16.00 alle ore 20.00 presso la Sala Gemito di Napoli.

sabato 6 marzo 2010 ore 16:00
Sala Gemito, Galleria Principe di Napoli

con il contributo di :
Nicola Angrisano insu^tv
Romolo Sticchi RAI3
Manolo Luppichini media activist
Mario Albanesi presidente CONNA
Maurizio Torti popolare tv milano