Erano gli anni sessanta, gli operai costituivano il corpo vivo della produzione in questo paese. Erano gli anni settanta, e gli operai organizzati in sindacati e movimenti portavano a casa importanti conquiste sul piano dei diritti, rosicchiando terreno al capitale, costretto a subire duri colpi in una stagione di lotte della quale non si vedeva la fine.
Poi furono gli anni ottanta, e le strategie che lo Stato metteva in atto per conto del e in combutta col capitale, davano i loro frutti. Gli anni novanta segnarono il passo in quanto a ristrutturazione del lavoro e della produzione, sparisce la grande fabbrica fordista e lascia spazio alla produzione diffusa e alla messa in rendita della società, della stessa vita delle persone.
Oggi questi processi sembrano essere giunti a compimento e generano paradossi difficili da analizzare e raccontare, quali le nuove figure di lavoratori autonomi, vessati dal libero mercato, ma di fatto assoggettati a tempi, modi e costi di produzione dettati dal capitale. E poi c’è un altro concetto di autonomia e indipendenza, quello di chi non si rassegna e cerca il cuneo per insinuarsi nelle maglie della crisi e prova a volgerla a proprio favore, a favore del benessere comune.
Tracklist trasmissione:
Je Ne Veux Pas Travailler - Edith Piaf
Your Hand In Mine - Explosions In The Sky
I Walk The (Dead)Line - Spiritual Front
Arbeit Macht Frei - Paolo Zanardi feat Caparezza & Antonio Rezza