Una chiacchierata con il regista Yoni Leyser prima e dopo la proiezione del suo documentario su Burroughs ieri sera al cinema Lumiere in occasione del festival GENDER BENDER

Datemi qualcosa a cui sparare!!

William Burroughs, A man within

2 / 11 / 2010

Ieri alle 18 sono stato alla presentazione/intervista con Yoni Leyser, regista del molto atteso documentario su William Burroughs. La prima sorpresa è che è molto giovane. Un ragazzino quasi, pare timido. Si intravede solo ogni tanto in qualche gesto o risposta la grinta, sfrontatezza e forza d'animo con cui deve aver affrontato un compito davvero estenuante. Cercare negli archivi di amici, conoscenti, giornalisti, fondazioni ecc materiale audio e video su William Burroughs. Centinaia di ore, da sommare alle ulteriori ore di intervista che si è trovato a girare con nomi come John Waters, Laurie Anderson, Patti Smith, Iggy Pop, Gus Van Sant, David Cronenberg, Genesis P-Orridge, Jello Biafra, Sonic Youth e Peter Weller (voce narrante del documentario, che interpretò il ruolo del protagonista nella versione cinematografica de Il pasto nudo, il capolavoro dello scrittore).

Spiegava Yoni che ci ha messo 4 anni, con qualcosa come 150 ore di girato vario. Il ragazzo è partito con l'idea di un breve video (dopo essere stato cacciato dalla sua scuola d'arte) parlando con un amico di Burroughs che lo ha messo in collegamento con un altro e via via da uno dei nomi di cui sopra all'altro. Il gotha della cultura alternativa (controcultura qualcuno direbbe) americana.  Basterebbero alcune di quelle interviste per dire che vale la pena vedere questo documentario. Ma aggiungete del materiale di archivio relativo a Burroughs mai visto prima, la colonna sonora tra Sonic Youth e Patti Smith e altre piccole chicche (Patti Smith che accenna delle canzoncine che cantava a Burroughs quando era innamorata di lui....) e ne esce un documento davvero interessante.

Mentre vedevo il documentario nella sala sauna del Lumiere (un caldo davvero tossico...fatto apposta?)mi è venuta in mente una cosa che ha detto Yoni durante l'incontro prima della proiezione, che facendo il documentario ha piano piano imparato a fare interviste, a fare domande non solo prestando attenzione a quello che le persone dicevano ma soprattutto a quello che NON dicevano. Mi è piaciuta molto questa cosa e credo in alcuni passaggi si senta questa attenzione. Certe frasi sembrano uscire dalla bocca delle persone dopo molto molto tempo. Forse non erano mai state dette. Forse serviva che passasse molto tempo per poter parlare di un personaggio come Burroughs senza essere condizionati dal suo lavoro e comportamento. Soprattutto per i suoi amici.

Non ho amato molto i piccoli siparietti costruiti da Yoni per dividere un argomento dall'altro, ma è davvero poca cosa rispetto al lavoro decisamente importante fatto da questo giovane ragazzo di Chicago.

Per chi guarda il documentario, la scoperta che ha fatto Yoni e di cui parlava con noi nell'intervista appare chiarissima: Mr. Burroughs era davvero completamente fottuto, matto, fuori di testa e decisamente molto drogato (e non "sfigato" come mi è toccato di sentire tradurre).  Un uomo problematico, che ha sparato alla moglie per gioco mentre era drogato, che ha abbandonato due figli (di cui uno morto giovanissimo nel tentativo di emularlo per avere la sua attenzione) e che nonostante (o forse anche grazie a) questa vita devastante e devastata ha lasciato un segno indelebile nelle generazioni a venire. Forse più nella musica nel cinema e nell'arte in genere che nella scrittura.

Come spesso accade l'uomo da una parte e l'artista con la sua opera dall'altra sono cose estremamente distinte. Facile da condannare l'uomo, il padre, il marito o amante che fosse. E almeno per me da ammirare e rispettare l'artista, creatore di un mondo che prima di lui forse non c'era. Non sono forse questo gli artisti veri ? Creatori di mondi che non esistevano?

Trailer