dimmi quando quando quando

10 / 2 / 2011

E’ vero. Da quando ho cominciato il master la mia vita privata è completamente scomparsa da qualsiasi orizzonte possibile, e la mia vita politica è diventata anoressica come nella migliore tradizione delle finte attrici della Societas Raffaello Sanzio.
Epperò stamattina nel tentativo di capire quello che succede in questo paese ho avuto la cattiva intuizione di accendere la radio mentre mi facevo la doccia. Non c’è che dire, sono proprio una ragazza multitasking.

ORA. Io vorrei dire al nostro presidente del consiglio che pronunciare una frase tipo “alla fine pagherà lo stato, perchè farò causa allo stato” non è una semplice dichiarazione d’intenti, è un ricatto. perchè la frase sottesa è ” e saranno i cittadini a pagare per questo ignobile atto eversivo della magistratura”, e non ci vuole un linguista per capirlo.
Caro presidente, io non sono la più colta nè la più intelligente delle cittadine, eppure questo sottile gioco l’ho capito fin troppo bene, come ho capito che la pratica del ricatto sia ormai quella che lei -e quelli come lei- preferite a qualsiasi corretto confronto politico.
Io non voglio esagerare dicendo che in un paese normale il presidente si sarebbe già dimesso da un pezzo, non voglio fare la parte dell’eversiva dicendo che in un paese normale la gente avrebbe già occupato le piazze da giorni come sta facendo in Egitto, non ci tengo per niente, anche perchè caro presidente, lei si può permettere di fare causa allo stato, io, se mi fanno una multa da 34 euro perchè sto andando in bici contromano sotto i portici, mi devo vendere il cappotto per pagarla.
Allora grazie tante, non le dirò caro presidente che in un paese normale lei non avrebbe proprio potuto essere nelle condizioni di dire quello che ha detto e fare quello che ha fatto, perchè ormai è chiaro, questo NON E’ un paese normale, e lei può permettersi di utilizzare il ricatto come unica forma di concertazione così come prima e insieme a lei hanno fatto Marchionne Gelmini e sarcazzo.
Questo non è un paese normale, io ormai cel’ho ben chiaro nella testa, il concetto. E sto bene attenta a rispettare le regole, io, che non ho scelta, perchè se io non le rispettassi finirei sbattuta in galera senza nemmeno un trafiletto di pubblicità e la gente farebbe molto presto a dimenticarsi di me.
E vede presidente il punto è proprio questo, che lei e i suoi state riuscendo a farci dubitare dei nostri stessi diritti. Quello che fino a una quindicina di anni fa era garantito perchè ti spettava in quanto essere umano adesso è un regalo che eventualmente chi ti governa ti fa.
Sarà che sto studiando le colonie francesi, presidente, ma questa cosa qui non sta nello stesso libro delle democrazie.

Faccio fatica a scrivere oggi perchè sono stanca, perchè per guadagnarmi da vivere lavoro diciassette ore al giorno e non ho più tempo manco per incazzarmi. Faccio fatica a scrivere eppure scrivo perchè ho capito una cosa: con i vostri ricatti, prima di tutto, state rubando il mio tempo. E allora il mio tempo io me lo riprendo e scrivo, e ci metto mezz’ora e scrivo male e sono tutta incartocciata dentro la mia rabbia e c’è una parte di me che pensa che mezz’ora in meno di lavoro è uguale a un tot di euri in meno per sopravvivere però scrivo lo stesso perchè non mi fregate. Cazzo. Lei non mi frega, presidente, e non mi fregano manco quelli dell’opposizione ufficiale che vorrebbero nascondersi dietro il mio corpo per una bieca moralista battaglia che non ha niente a che vedere con i miei diritti di cittadina e di essere umano. Non mi fregate.
I vostri ricatti non mi toccano, perchè mi avete già tolto tutto quello che avreste potuto e anche parte di quello che teoricamente mi era dovuto.
I vostri ricatti non sono per me, perchè io non ho niente, e quindi non ho più paura.

Ecco cosa avete creato, presidente, una generazione di persone che non ha niente da perdere, perchè non possiede più nulla, a parte il proprio corpo. E col mio corpo io ci faccio quello che voglio.

E il 13 febbraio lo metterò di nuovo in piazza contro di lei e contro i suoi ricatti.
Mi costi quello che mi costi.
Io ho già pagato tutto sulla mia pelle.