C’è il cinema. Poi c’è: il cinema prima di Godard e il cinema dopo Godard.
La
prossima rassegna di cinemafutura propone un ciclo di film in cui vive
l’eco innovatore di Jean-Luc Godard (classe 1930), fondatore con F.
Truffaut della Nouvelle Vague, la nuova ondata di cineasti francesi che
all’inizio defli anni ’60 hanno sfidato l’allora cinema tradizionale di
R.Clair, M. Carné, H. G. Clouzot ecc. (come il Neorealismo aveva
sfidato negli anni 40 Mattoli, Camerini, ecc), imponendosi sulla scena
internazionale con Fino all'ultimo respiro (A bout de souffle), di
Jean-Luc Godard, Orso d'Oro per la regia al Festival di Berlino 1960.
Influenzato
dai maestri americani (H. Hawks, A.Hitchcock, O. Welles, N. Ray e D.
Sirk), Godard ha introdotto innovazioni radicali nei meccanismi della
narrazione cinematografica, sconvolgendo le regole esistenti della
fotografia e del montaggio, lavorando con budget bassissimi, in pochi
giorni di lavorazione e girando spesso tra la gente comune.
Il
programma che cinemafutura offre al suo appassionato pubblico e alla
scena culturale cittadina si compone di alcune perle davvero rare e
preziose.
Tutti i film sono in versione originale con i sottotitoli in italiano. (Cinemafutura è ormai l’unico spazio di cinema a Trento a garantire sempre la proiezione in lingua originale)
Si comincia venerdì 4 febbraio
con Fuoco! di Gian Vittorio Baldi, 1968, primo film italiano in 16mm ad
avere una distribuzione e ad andare a un festival internazionale come
quello di Venezia. Uno dei capolavori dimenticati del cinema italiano,
riscoperto a Venezia 2008.
Gian
Vittorio Baldi (1930), considerato uno dei migliori documentaristi
italiani, è stato, prima che regista, organizzatore e direttore
dell'Istituto Italiano del Documentario (I.D.I), docente di storia del
cinema all’Università di Bologna, e soprattutto, un produttore
visionario capace di produrre capolavori come Trio di Gianfranco
Mingozzi (1967), Cronaca di Anna Magdalena Bach di Danièle Huillet e
Jean-Marie Straub (1968), Diario di una schizofrenica di Nelo Risi
(1968,) che cinemafutura ha proiettato nel ciclo “oltre il 68’, Porcile
di Pier Paolo Pasolini (1969), Vento dell'est di Jean-Luc Godard (1969) e
Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson (1971).
Secondo appuntamento, venerdì 11 febbraio,
L'amore è più freddo della morte Liebe ist kälter als der Tod di
Rainer Werner Fassbinder, 1969, primo lungometraggio del grande regista
tedesco, sconosciuto perfino ai cinefili.
Nella terza serata, venerdì 18 febbraio
vedremo Il vergine Le départ di Jerzy Skolimowski, del 1967. Orso d’oro
a Berlino, praticamente mai mostrato in Italia se non a Fuori orario e
al festival di Torino.
Per la prima volta lo mostriamo con i sottotitoli in italiano creati da Cinemafutura,
apposta per l'occasione. Il film è fondamentale per capire la poetica
del regista polacco, 72 anni, che è stato uno dei giovani della Nouvelle
Vague ed è tuttora in attività: ha trionfato a Venezia 2010 con
Essential Killing (Gran premio speciale della giuria e Coppa Volpi al
protagonista V. Gallo)
Infine, venerdì 25 febbraio,
Il bandito della luce rossa O Bandido da luz vermelha di Rogério
Sganzerla, 1969. Un film scioccante, intriso di godardismo, ma senza mai
scadere nell’imitazione sterile. Un film imprescindibile, mai uscito in
Italia e anche in questo caso l'edizione che mostreremo avrà i
sottotitoli tradotti da Cinemafutura.
R.
Sganzerla è uno degli esponenti più importanti del Cinema Novo
brasiliano (la nouvelle vague del Brasile). Ha molti debiti con il
cinema europeo e in particolare quello francese (ancora più in
particolare con il Godard di Alphaville)..
Ogni serata verrà aperta dalla proiezione di cortometraggi.
Nell’ordine: Une histoire d'eau di Jean-Luc Godard e François Truffaut; Documentario di R. Sganzerla; Das kleine Chaos di R.W. Fassbinder; Erotyk e Pieniadze albo zycie di J. Skolimowski.
Anche i due cortometraggi giovanili di Skolimowski non sono mai stati mostrati in Italia.
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