I popoli in movimento sono la luce in fondo al tunnel. Intervento di Raul Zibechi al webinar “Covid19 e crisi climatica”

26 / 5 / 2020

Sulla transizione verso un mondo incentrato su Asia e Cina hanno parlato molto e il mio intervento sarà sul movimento sociale nell'America Latina.

Per quanto riguarda la domanda che mi ponete (la relazione tra la pandemia e il modello estrattivista ndr), non posso e non voglio formulare linee o modelli strategici da seguire.

Nel mio lavoro di “accompagnamento” dei popoli in movimento, un concetto che uso perché mi sembra più appropriato in America Latina, mi limito a cercare di conoscere e raccontare cosa stanno facendo queste persone e questi gruppi sociali.

Quello che mi pare di aver capito adesso in America Latina è che i popoli stanno seguendo 5 percorsi che proverò a spiegare brevemente.

In questi due mesi sono stato in contatto col movimento in più di 10 paesi: contadini, indigeni, popolazione delle periferie urbane. Considero il movimento un movimento basicamente ambientale; per la difesa dell'ambiente.

Primo dei cinque percorsi: una svolta interiore.

L'armonizzazione tra le persone e con la natura. C'è una priorità per l'ambito spirituale. Si va in gruppo nei luoghi sacri; lagune e montagne, per esempio. Con medici tradizionali e piante curative per fare dei fuochi insieme e utilizzare gli incensi. Grandi incensi, eh. Fuochi.

Non si tratta di un’armonizzazione individuale, ma comunitaria. L'obiettivo di questa armonizzazione è prendersi cura della comunità; renderla più forte perché la comunità è principio di salute. Se la comunità è malata, se ci sono dispute e l'individualismo prevale al suo interno, le persone si ammalano.

Nei quartieri delle città, nelle periferie urbane non è possibile stare a casa, perché la casa è precaria; non esiste la comunità. Ma la parola d’ordine è “rimanere nel quartiere”, perché il quartiere è come la comunità.

Secondo percorso: un approfondimento sull’autonomia di cibo e acqua.

La coltivazione di orti senza utilizzare sostanze chimiche e veleni e la diversificazione della produzione alimentare sono importantissime per raggiungere l'autonomia di acqua e di cibo. Si preparano anche, in alcune comunità, prodotti per l'igiene. La coltivazione di orti anche nelle periferie urbane delle città è una tradizione relativamente nuova in America Latina, ma importante. In alcune città come Rosario in Argentina, un milione di abitanti, hanno 700 orti comunitari.

Terzo: un aumento della dimensione territoriale o l'aumento del radicamento territoriale da parte dei popoli e dei movimenti sociali.

Possiamo notare, per esempio, una tendenza al radicamento territoriale anche nel movimento femminista, come nel caso di Santiago del Cile, dove le assemblee territoriali sono sempre più importanti, ma anche nel movimento Mapuche e Zapatista, oppure tra le comunità Nasa della Colombia. Ma lo si vede soprattutto nella città. A Santiago del Cile le donne hanno creato una rete di approvvigionamento alimentare femminista e questo è per me una novità nella città.

Quello delle donne è, come è stato detto, uno dei due movimenti più importanti. È il movimento contro il patriarcato. Questa rete di approvvigionamento alimentare femminista è parallela a una rete alimentare delle assemblee territoriali di Santiago del Cile.

Quarto: una intensificazione delle relazioni tra “los de abajo”; le persone dal basso, i settori popolari.

C'è un rafforzamento delle relazioni tra gruppi urbani e rurali. Queste assemblee territoriali in Cile, nelle città, hanno una relazione diretta con i produttori rurali, senza intermediari. In alcuni casi si concretizza attraverso la donazione, in altri con il baratto.

Il baratto in questa pandemia è una relazione sociale importantissima, perché da una parte è una tradizione in America Latina e d'altra parte è la possibilità di realizzare uno scambio di beni senza denaro. Non capitalista, fuori dal mercato capitalista.

Popoli indigeni e contadini forniscono, per esempio, cibo ai gruppi urbani e questi gruppi urbani, a loro volta ricambiano con prodotti per l'igiene.

Questo è un baratto urbano-rurale, ma esiste un baratto, anch’esso molto importante, rurale-rurale. Non viene utilizzato denaro, come ho detto, né si scambiano prodotti a cui si attribuisce un valore uguale. Quello che importa è ciò di cui tutti hanno bisogno. Il bisogno è più importante che il valore.

Non si scambiano un platano per un altro prodotto, come il pane, di egual valore. Non esiste una quantità di valore. Il bisogno è la questione più importante. Il valore d’uso è dunque molto più importante del valore di scambio.

E questa, per certi versi, è una rivoluzione. È già cominciata per i movimenti indigeni, ma si sta diffondendo non ancora in tutta, ma in parti importanti della società. Il valore d’uso è dunque molto più importante del valore di scambio.

Quinto ed ultimo: un ritorno alla vita semplice; parliamo del “Buen vivir”.

Questa “vita semplice” è un’opportunità per chi assiste durante la pandemia. Basata sull’esempio di cura nelle comunità per gli anziani, sul baratto, la cucina fatta in casa e altro. Questa è una tradizione del movimento indigeno, che era stata perduta e adesso ritorna.

Quello che cambia il mondo, ciò che è veramente importante per conservare la vita sul pianeta, è costruire, creare nuovi legami sociali nei nostri spazi e territori; costruire relazioni sociali non patriarcali e non coloniali tra noi e ciò che ci circonda, quello che chiamiamo “natura”.

Vale la pena di ricordare, però, che il nostro mondo va difeso in comunità. La comunità è la relazione sociale più importanti nel mondo popolare latinoamericano.

Finalmente, i popoli in movimento sono la luce in fondo al tunnel.