Visioni compatibili e idee sostenibili, torna il Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità

Il Cinema secondo Natura

Ventotto titoli, tre giorni di animazioni, documentari e film per riflettere su di noi, la nostra salute, quella del mondo.

Utente: Tata
8 / 10 / 2009

È il sesto Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità. È tornato, puntuale e ricco di argomenti. A Roma, nel Centro di Cultura Ecologica, all’interno del Parco Regionale Urbano di Aguzzano, dietro Rebibbia. Dal 15 al 18 ottobre 2009.

Parteciperanno i Têtes de Bois, Andrea Rivera, il regista Francesco “Citto” Maselli, presidente di giuria e la poetessa brasiliana, candidata al Nobel per la Letteratura, Marcia Theophilo. E poi il cinema e le sue migliori declinazioni: animazioni, documentari, film d’inchiesta. Al centro un unico impegnativo argomento, lo stato di salute di madre terra.

Saranno tre giorni intensi, di divertimento, dibattito e riflessione. L’oggetto di indagine è come fare e non certo cosa fare, perché la strada è già indicata.

Cambiare, diversificare, sostenere, liberare. Parliamo del rapporto uomo terra, dell’economia liberista e monolitica, dei progressi in atto in molte zone del mondo, dei contadini unici padroni della terra coltivata.

Si comincia venerdì 16 con The Bio Da Versity Code, breve parodia animata del Codice Da Vinci. Al centro la morte di un orso bianco, intorno una ragnatela di collegamenti che mette nei guai un solo colpevole. Segue Knowing How to Nurture Ourselves, intervista a Stephan Fayon direttore di una banca internazionale dei semi, in India. La prima giornata di proiezioni sarà conclusa dal film The Age of Stupid: pensieri dal futuro prossimo su una terra malandata. È il film del regista attivista Franny Armstrong, interpretato da Pete Postlethwaite (Nel nome del padre); presentato in anteprima mondiale il 21 settembre a New York, alla presenza di Kofi Annan.

Sabato 17 si parte alle 15, nella sala Convegni con animazioni e documentari, fra i quali La flor mas grande del mundo, realizzato dall’artista Juan Pablo Etcheverry e ispirato a un racconto di

José Saramago. Acqua bene comune è un viaggio esempio sulla conservazione dell’accesso e la gestione dell’acqua nelle comunità indigene dell'Amazzonia peruviana. Freshè un documentario sulla qualità di ciò che mangiamo e abbiamo mangiato, per definire un nuovo sistema di produzione agroalimentare. Alternative tra allevamento naturale e industriale nell’opera francese Herbe: un confronto tra due modi di produzione casearia, in Bretagna. Nella sala Blue saranno proiettati, tra gli altri, i documentari The golden Beache Le seigneur de Darjeeling. Due opere ambientate in India, la prima dedicata all’abbandono dell’agricoltura in favore di una speculazione turistica.

La seconda, una bella testimonianza dell’impegno di Rajah Banerjee, coltivatore di tè, sostenitore dell’agricoltura biodinamica e del commercio equo.

In serata sarà la volta di Our Little World, Dying in abundancesulla speculazione internazionale in atto sul cibo e One Man One Cow One Planet: la battaglia nascosta degli agricoltori a salvaguardia dei propri semi, per la sovranità alimentare.

Dalla mattina di domenica 18, giornata di chiusura e premiazione, saranno proiettati nella sala Blue Au centre de la Terre des puits et des hommes, Tierra arrasadae Colours at the End of the World: lo scontro tra gli indiani Mapuche dell’Argentina e la prepotente Benetton.

Nella sala Convegni sono in programma The Blood of Kouan Kouan: alla sbarra la Texaco e il disastro ambientale provocato nell’Amazzonia ecuadoriana. E Nous resterons sur terre: un lavoro di 5 anni, 45 settimane di riprese in 21 paesi che ha come protagonisti i premi nobel per la pace Mikhail Gorbachev e Wangari Maathai.

Il Festival, aperto il 15 pomeriggio dal dibattito pubblico su Emergenza e Sviluppo, si concluderà il 18 con un incontro sulla Palestina, la premiazione del film vincitore e le poesie, ispirate all’Amazzonia, di Marcia Theophilo. La partecipazione a tutti gli eventi è gratuita.


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