Mediterraneo e rivoluzioni, la prima giornata del Terra di Tutti Film Festival a Bologna

Rivoluzioni, migrazioni, comunicazione nei filmati e nei dibattiti della prima giornata del Terra di Tutti Film Festival al TPO di BOlogna

9 / 10 / 2013

Si è svolta al TPO la prima giornata del Terra di Tutti Film Festival. Un programma denso di contenuti che si è aperto con Mediterraneo in libertà, confronto tra attivisti e giornalisti indipendenti di Egitto, Tunisia e Marocco sul percorso di cambiamento in atto, per approfondire la tensione continua tra la pressione per libertà e democrazia esercitata nelle piazze e nelle strade e la spinta di conservazione di poteri e privilegi che i governi reggenti continuano a mantenere anche attraverso l'arma della repressione. Una repressione particolarmente violenta, ci raccontano Omar Radi, Kais Zribra e Gamal Eid, basti pensare che in Marocco un giovane giornalista che ha denunciato la corruzione della monarchia è stato recentemente arrestato e rischia decenni di carcere, mentre in Tunisia la polizia è salita sul palco di un concerto rap per arrestare i membri del gruppo che stavano cantando rime di denuncia del comportamento delle forze dell'ordine.

Sullo sfondo la condanna netta delle politiche euromediterranee in materia di immigrazione e il sostegno all'appello Melting Pot Europa per un corridoio umanitario che metta in sicureza i viaggi di fugge dalle guerre, strada concreta e possibile per evitare per sempre le morti nel mediterraneo.

Omar Radi, giornalista marocchino e attivista del Movimento 20 febbraio giudica molto chiare le responsabilità di queste morti e le attribuisce in primis ai paesi europei e alla loro continua ingerenza politica, economica e bellica nel continente africano: “Sostengono le dittature dei paesi africani, appoggiano politiche inique, vendono armi ai dittatori, è evidente che questo provoca la fuga di migliaia di persone. Dovrebbero cessare queste ingenerenze e non costruire muri elettrificati lungo i confini”.

Kais Zribra, giornalista e attivista tunisino, ripercorre le tappe del processo rivoluzionario, che, sottolinea, non si è ancora concluso perché sono molti gli insoddisfatti del Governo di Ennhada e continuano le mobilitazioni per reclamare un cambio di governo. L'indignazione per i morti innocenti nel Mediterraneo è forte, accusa il governo tunisino, che in cambio di qualche accordo di cooperazione si presta a controllare le coste tunisine rendendosi responsabile di far intraprendere rotte sempre più rischiose ai migranti in fuga.

L'incontro con Gamal Eid, avvocato e presidente dell'Arabic Network of Human Rights Information, torturato e arrestato durante il rgime di Mubarak, è stata l'occasione per approfondire la composizione dei movimenti sociali egiziani, in una fase in cui la società sembra lacerata tra due fazioni. “Esiste una terza via tra i Fratelli Musulmani e il regime, è una forza laica e di sinistra, che chiede democrazia, diritti e libertà. E' una forza che sta crescendo e nella quale vedo una possibilità per il futuro dell'Egitto”.

Il taglio del nastro del Film Festival è avvenuto con la sezione Mediterraneo in rivolta, nella quale è stato presentato in anteprima il documentario fuori concorso Trasguardi in rivoluzione realizzato da Ipse Digit e prodotto da GVC. Il documentario diLudovica Alberti, Anna Clementi, Enrica Magoni raccoglie la voce delle donne tunisine a due anni dalla rivoluzione dei gelsomini.

Ha concluso la prima giornata del Terra di Tutti Film Festival la sezione di film sull'immigrazione Nuove Cittadinanze. A distanza di pochi giorni dalla strage di Lampedusa, ha aperto la sezione il film L'isola, di Francesca Cogni. In un'atmosfera rarefatta di immagini e disegni animati, il lavoro artistico spezza la routine arrivo-soccorso-detenzione-deportazione con il silenzio della riflessione e del giudizio e invita a rifiutare l'indifferenza.

Presentazione di TRAsGUARdi IN RIVOLUZIONE

Presentazione de L'isola

INtervista a Kais Zibra

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    Intervista a Omar Radi

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      Intervista a Gamel Eid

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