Pubblicato su Burp! delirigraficointesti-nali n°3.

Open Head

Tra etica hacker del lavoro e modello aperto: prospettive sulla condivisione dei saperi.

Utente: cayest
2 / 12 / 2009

 Nell'immaginario comune gli hacker sono delle figure negative:

“Hacker rubano dati personali dal database di Burp!”, “Hacker svaligiano conto segreto svizzero di Burp!”.

Questi non sono hacker! Ma vengono definiti “cracker”!

I veri hacker invece sono diretti discendenti dell'Homo technologicus meglio conosciuti come Nerd, questi simpatici esseri hanno contribuito alla nascita dei nostri computer, all'affermazione planetaria di internet. Si tratta di risultati straordinari nati da un approccio al lavoro diverso e opposto agli schemi che comunemente scandiscono la nostra esistenza quotidiana.

La Legge di Linus

Date le seguenti categorie motivazionali (nell'ordine): sopravvivenza, legami sociali, intrattenimento. Il progresso è ottenibile come avanzamanto da una fase alla successiva.

La prima fase non ha bisogno di spiegazioni, la sopravvivenza è stata, spesso è ancora, motore primo delle nostre azioni. Non è raro che si vedano persone pronte a dare la vita per la propria famiglia o una persona particolarmente importante (vedi Romeo e Giulietta), a dimostrazione del fatto che i legami sociali possono essere una motivazione fondamentale.

La fase finale è quella apparentemente più strana, l'intrattenimento inteso come qualcosa di intrinsecamente interessante e stimolante, qualcosa di più che guardare la tv seduti sul divano (per quanto il divano possa essere comodo). La ricerca di intrattenimento è senza dubbio una sollecitazione forte. Qualcuno potrebbe pensare al denaro, ma in questo contesto sarà considerato solo come un mezzo per raggiungere una delle fasi principali.

L'etica Hacker del lavoro

Partendo quindi dalla legge di Linus e osservando attentamente il comportamento e la “produzione” degli hacker ci si accorge che è possibile trovare in loro un modo comune di pensare la propria vita sia professionale, che personale. Linus Torvalds, il creatore di Linux, parlando degli hacker afferma che per loro “il computer è in sé un intrattenimento”, lasciando intendere che un hacker programma innanzitutto perché trova la cosa di per sé interessante, emozionante, piacevole e divertente.

Torvalds non è l'unico a definire il lavoro degli hacker (tra cui il proprio lavoro) in questo modo, per esempio Vinton Cerf (il padre di internet) così commenta il fascino esercitato dall'arte della programmazione “C'era qualcosa di veramente affascinante nella programmazione. Steve Wozniak, colui che ha costruito il primo pc nonché socio in affari di Steve Jobs, afferma a riguardo “Era veramente il più intrigante dei mondi”.

Un altro modo per ri-declinare la parola intrattenimento fornita da Linus è la parola passione. In questo senso infatti il lavoro di un hacker è mosso in gran parte da una passione smisurata per il computer e per le sfide che la tecnologia gli pone giorno dopo giorno.

Quello che ci stiamo chiedendo con questa serie di articoli sul mondo degli hacker è se il loro modo di lavorare sia semplicemente limitato al mondo delle tecnologie dell'informazione, o se questo modello è estendibile e generalizzabile ad altri ambiti della nostra società. Stiamo, infatti, discutendo di una sfida sociale che sta mettendo in discussione l'etica del lavoro protestante, e tutto ciò che Max Weber teorizza nel suo saggio “l'etica protestante e lo spirito del capitalismo.

Se pensiamo infatti a quanto detto in precedenza è chiaro che l'approccio hacker al lavoro è in netta contraddizione con l'approccio protestante, in cui l'idea peculiare è quella del dovere professionale, cioè di un dovere che l'individuo deve sentire e sente nei confronti del contenuto della sua attività “professionale”, quale che possa essere, e, in particolare, indipendentemente dalla necessità che essa appaia, a una sensibilità ingenua, come pura valorizzazione delle propria forza-lavoro o persino solo del suo possesso materiale (come “capitale”).

Il modello aperto

L'orientamento attuale del modello capitalista descritto da Max Weber è un modello chiuso, in cui le informazioni devono essere custodite gelosamente dai proprietari e devono essere usate per massimizzare il profitto economico che queste informazioni possono dare. In questo senso la new economy potenzia l'idea di proprietà, che era già centrale nel vecchio spirito capitalistico, estendendola però, in modo senza precedenti, anche all'informazione. Il concetto di monastero, nella sua chiave benedettina, rappresenta un precedente storico e sociale molto importante per descrivere e capire il modello weberiano.

L'etica hacker invece cerca di sviluppare un modello aperto nel quale la parola d'ordine è condivisione. La condivisione dell'informazione è una bene di formidabile efficacia, e la condivisione delle competenze, scrivendo e progettando del free software, è per gli hacker un dovere etico.

In questo senso una possibile allegoria per il modello opensource è rappresentata dall'Accademia. Anche gli scienziati mettono a disposizione liberamente il loro lavoro affinché gli altri lo usino, lo testino e lo sviluppino ulteriormente. Naturalmente la ricerca scientifica si è data questo modello aperto non solo per ragioni etiche, ma anche perché nel tempo si è dimostrato il modello più efficace per creare un sapere scientifico. La ragione per cui il modello opensource degli hacker funziona così efficacemente va ricercata nel fatto che in larga misura esso si adegua a un modello accademico ideale aperto, che storicamente è il più adatto alla creazione di informazioni.

Gli hacker si oppongono a una gestione gerarchica per ragioni etiche, in quanto essa condurrebbe facilmente a una cultura in cui le persone vengono umiliate, ma al contempo ritengono anche che la modalità non gerarchica risulti più efficace. Sia gli scienziati sia gli hacker, in definitiva, hanno imparato dall'esperienza che la mancanza di strutture forti è una delle ragioni per cui il modello aperto funziona così bene. Gli hacker possono soltanto iniziare a realizzare le loro passioni e poi mettersi in rete con altri individui che le condividono.

di Sottosuono Open Lab, Tpo, Bologna.