Quella "storia incredibile" della canapa che continua a far discutere

Mentre in Italia si riapre il dibattito sulla legalizzazione, è uscita la sesta ristampa del libro di Matteo Gracis "Canapa: una storia incredibile”

9 / 7 / 2020

In Italia si è riaperto da alcune settimane il dibattito sulla legalizzazione della coltivazione e dell’uso della cannabis. In particolare questo è avvenuto dopo la manifestazione dello scorso 25 giugno davanti a Montecitorio, promossa dalla campagna #iocoltivo, a cui è seguita una conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis, tenutasi alla Camera martedì 7 luglio.

Il fulcro dell’attenzione è sempre tutto sulla canapa, che per certi versi possiamo definire la pianta più “chiacchierata” del mondo. La sua storia è lunga quindicimila anni e ha coinvolto centinaia di popolazioni, le sue risorse sono innumerevoli e iniziano a essere utilizzate sempre di più. Famosa per essere costantemente al centro di battaglie per la sua completa legalizzazione, è oggi anche simbolo di una rivoluzione culturale che ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione della sua versatilità, in un mondo che non può più rimanere indifferente alle sue sorprendenti possibilità. Dall’agricoltura all’industria tessile, dalla medicina alla cosmesi passando per la veterinaria, dalle bioplastiche all'edilizia ecosostenibile, dall’alimentazione alla nutriceutica, è ormai praticamente impossibile trovare un settore che non ne preveda l’impiego, e di conseguenza la possibilità di usufruire dei suoi immensi benefici.

Dell’argomento si occupa da anni Matteo Gracis, esperto del settore che ha costruito la sua carriera sullo studio e la divulgazione dell’uso della canapa a 360°. Matteo ha commentato la conferenza stampa alla Camera facendo le seguenti dichiarazioni: «"Mai come in questo momento bisogna discutere della legalizzazione della cannabis in Italia: si tratta di una risorsa che nella nostra economia non ha eguali in quanto a potenzialità. Nel panorama italiano gli unici che hanno preso posizione contro la legalizzazione sono le destre e, naturalmente, la mafia, che ringrazia e continua a trarre enormi benefici dal commercio. Il resto dei partiti politici, che in passato aveva espresso parere favorevole alla legalizzazione, adesso invece non commenta, non prende una posizione. Non è più ammissibile. Chi non si esprime, fa un favore alle mafie. Il governo ha il dovere di rispondere a quei cento parlamentari che hanno chiesto a Conte di aprire un tavolo serio di discussione sull'argomento».

Il tema è approfondito in una panoramica ampia e completa nel suo libro “Canapa: una storia incredibile”, edito da Chinaski, giunto alla sesta ristampa in un anno, confermandosi un successo editoriale con quasi 10.000 copie vendute che sottolineano il fortissimo interesse attuale verso questo tema.

«La necessità di legalizzare la cannabis diventa sempre più stringente, soprattutto in un momento come quello in cui ci troviamo. Persino la politica finalmente lo sta capendo: cento parlamentari hanno chiesto al governo di occuparsi del tema e sedici si sono autodenunciati per coltivazione. I benefici di questa operazione sono tangibili in molti settori, in primis in quello economico e fiscale ma senza dimenticare il contrasto alla criminalità organizzata. Sulla cannabis ci sono troppe false notizie e dichiarazioni fuorvianti - sottolinea Gracis - io sono disponibile al confronto su qualsiasi palco per raccontare la vera storia della canapa, che è lunga 15mila anni e ha coinvolto centinaia di popolazioni. Identificare la canapa solo con la sostanza stupefacente significa dimenticare l'apporto culturale e storico che l'ha caratterizzata».

Gracis, direttore di Dolce Vita, magazine di riferimento per il settore in Italia e promotore della campagna #iocoltivo, Nel suo libro, attraverso un'attenta ricostruzione storica, racconta come la percezione della cannabis sia cambiata nel corso dei secoli, diventata una sostanza demonizzata e proibita.

Da non sottovalutare l’importante ruolo in termini di impatto ambientale che la canapa ha sempre svolto e potrebbe continuare a svolgere. Fino al XIX secolo le reti da pesca erano realizzate in fibra di canapa e una volta dismesse erano abbandonate sui fondali marini diventando cibo per i pesci. Anche nel settore automobilistico, prima del proibizionismo, la canapa fu considerata come un elemento di innovazione e sostenibilità, la stessa manifattura Ford aveva realizzato la “Hemp car”, con scocca in fibra di canapa e alimentata a bioetanolo di canapa,  molto più ecologica di qualsiasi modello elettrico di produzione moderna. Anche in agricoltura i benefici sono notevoli: le coltivazioni di canapa sono in grado di assorbire grandi quantitativi di co2 e di bonificare terreni inquinati. 

Secondo uno studio dell’Università di Messina inoltre, l’impatto economico nel nostro paese sarebbe enorme. Prendendo come riferimento il mercato statunitense, in cui la cannabis ad uso ricreazionale è ad oggi legale in undici stati (e in oltre trenta, i numeri saltano subito all’occhio: il fatturato previsto entro il 2025 ammonta a 30 miliardi dollari, l’occupazione generata impegna 340.000 lavoratori, per non parlare delle entrate fiscali. Si tratta di un vero e proprio mercato di massa, e come la storia insegna, è decisamente più efficace regolarlo che proibirlo.