Nel novembre 2014 il Comitato Acqua Bene Comune ha iniziato
un’indagine per capire il fenomeno delle morosità incolpevoli e dei distacchi
delle utenze a Reggio Emilia. Riuscire a mettere insieme i pezzi
delle informazioni ottenute è stato difficile. Il quadro a livello nazionale è
stato raccolto in un vademecum dal Forum Nazionale dei Movimenti per
l’Acqua. Un documento essenziale che andrebbe riempito poi in alcuni
campi con allegati diversi secondo il tipo di normativa vigente sul territorio
o con la carta dei servizi del gestore. E’ diviso per temi: legislazione
internazionale e italiana, il distacco prima e dopo (accesso alla tariffa
agevolata, rateizzazioni, elementi per effettuare un reclamo, cosa fare
dopo il reclamo e cosa fare dopo il distacco), il gestore locale e i meccanismi
decisionali, la strada dell’acqua pubblica (livello locale).
Grazie a questo documento ricordiamo che l’Onu, con risoluzione
approvata il 28 luglio 2010, ha dichiarato l’accesso all’acqua potabile
e all’igiene un diritto umano. Tale diritto può essere quantificabile nei
50 litri al giorno a persona stimati dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità come “flusso minimo vitale”. In Italia purtroppo tale diritto non è
garantito, poiché non esiste alcuna normativa nazionale che tuteli contro
i distacchi, nè esiste nulla che definisca il concetto di “morosità incolpevole”.
Tutto questo nonostante il 12- 13 giugno 2011 un referendum abbia
sancito la volontà popolare per la gestione dell’acqua fuori dalle regole
del mercato.
Si sta chiedendo di ripristinare nel “ Collegato Ambientale” l’articolo
che impedisce i distacchi del servizio idrico e garantisca il diritto all’acqua
tramite il minimo vitale. Che non appaia come una consolazione sapere
che a Reggio Emilia si effettuano distacchi dei servizi essenziali tanto
quanto in decine di altri comuni sparsi per lo stivale... che la cosa non
investe solo la nostra città ma sia un fenomeno virulento come un’ epidemia
dunque. E’ un dato di fatto. Alle privazioni a cui, un sorsetto alla
volta, ci stiamo abituando si aggiungono anche quelle di vedersi staccare
le utenze e, ancor peggio, a volte, senza neanche una vera e propria colpa.
Scopriamo inoltre che in molti posti ci si è costituiti in Gruppo per Allaccio Popolare, cittadini colpiti dal distacco si rivolgono ad altri cittadini
per effettuare il riallaccio coi propri mezzi …. “abusivamente”.
In realtà più vicine sono stati istituiti sportelli non istituzionali di assistenza
alle famiglie come nel caso di Parma. La Rete dei Diritti in Casa
è riuscita a dare risposte, ponendosi come tramite tra gli utenti colpiti e
il gestore, attraverso presidi nei giardini del gestore stesso e impedendo
così il distacco del servizio idrico ad una ventina di realtà.
Questo tema si è manifestato negli ultimi tempi in tutta la sua complessità.
Ci si accorge che un grosso problema sta nel fatto che molti cittadini
non hanno conoscenza di quei pochi aiuti che sarebbero messi a
disposizione dei meno abbienti o con a carico familiari disabili, bambini
, anziani. Nonchè della possibilità di rateizzare un debito contratto
col gestore grazie all’accordo firmato da sindacati, associazioni dei consumatori,
comune e Iren (corre l’obbligo, in questo caso, di specificare
che la rateizzazione del debito accumulato in tre rate non risponde alla
soluzione del problema). Qualcuno ha fatto richiesta ma chissà quando
saprà se avrà accesso a tali “ privilegi”. L’iter una volta fatta la domanda
è lungo e tortuoso. Un esempio su tutti: la domanda per usufruire del
bonus acqua andava fatta per gli anni relativi al 2013/14 entro lo scorso
novembre.... poi slittata a dicembre, gennaio e infine (forse) febbraio.
Il numero di richieste però, e sarebbe un dato importante, non è noto. A
nessuno. Le parti firmatarie dell’ accordo di cui prima avrebbero dovuto
chiedere a Iren dati relativi a:
• numero richieste rateizzazione
• numero distacchi previsti e già fatti
• numero di pratiche gestite con l’intervento del comune (questo
in alcuni casi si fa carico almeno del 50% dell’ insoluto perchè Iren si
impegni a non distaccare o a riallacciare a fronte, però, di una garanzia di
rientro della somma prestata all’ utente).
Ma di questi dati proprio non si sa nulla se non numeri strappati in via
ufficiosa.
In provincia il fenomeno sembra assumere dimensioni più umane. Lo
sportello sociale, da qualche tempo presente in tutti comuni, funziona
come un filtro essenziale tra cittadinanza, istituzioni, e gestori. I casi affrontati,
anche i più complicati, trovano risposte e gli stessi piccoli comuni si fanno promotori di iniziative di supporto: in cambio di copertura
della metà del debito contratto chiedono qualche ora di servizio per la
pulizia delle strade o altri lavoretti socialmente utili. Le cose si complicano
evidentemente in città, dove questi sportelli non sembrano riuscire
a contenere la gravità del problema. E’ noto che nei prossimi giorni in via
Turri diversi condomìni si vedranno staccato il teleriscaldamento. Tutti,
anche quelli che hanno pagato regolarmente. Il debito totale pare ammontare
a due milioni di euro ed è il risultato di anni di negligenza e approssimazione
di tutte le parti in causa. Il piano di rientro promosso dalla
giunta comunale precedente, che ha dimostrato in qualche modo la volontà
di imporsi umanamente e politicamente rispetto a Iren, è miseramente
naufragato con l’avvento della nuova amministrazione. I debiti si stavano
lentamente saldando ma poi... la notizia giunta poco più di un mese fa
e accordata prima del nuovo anno non lascia scampo. Intere famiglie
dovranno provvedere singolarmente a procurarsi acqua calda prima e una
fonte di riscaldamento quando il nuovo inverno arriverà. In ultima analisi
all’interno di questi condomìni il via vai di non residenti, gente di passaggio,
i famosi furbetti, chi davvero non ce la fa, hanno portato ad una tale
esasperazione la comunità sempre puntuale nel pagamento delle bollette
che il distacco è visto come un’ opportunità di ricominciare “una nuova
vita”.
Se è vero che tutti i condomini, anche se adempienti, possono essere
ritenuti debitori solidali nel caso di mancato pagamento da parte di altri
condomini del debito verso i terzi, ci chiediamo tuttavia come sia possibile
che non sia stato applicato il principio dell’art 18 legge 220 del 2012
che recita: “ ...i creditori non possono agire nei confronti degli obbligati
in regola con i pagamenti se non dopo l’escussione degli altri condomini...”
e per quale motivo gli amministratori di condominio, cui può essere
richiesta dai creditori una fideiussione bancaria, non sono chiamati a loro
volta a rispondere. Non dimentichiamo quanto sia fondamentale il ruolo
di questi ultimi in una vicenda come questa, che hanno sicuramente la
possibilità di sapere chi ha pagato e chi no. A questo proposito si è deciso
di presidiare il comune lanciando le seguenti richieste:
• un anno di moratoria a sostegno dei cittadini colpiti dal distacco
• ottenere da Iren i dati relativi ai distacchi
• stabilire chi debba pagare il debito accumulato.
L’urgenza di avere risposte non ammette più ritardi. Chiediamo alla politica
di riappropriarsi del suo ruolo fondamentale: quello di mettere in
campo azioni che sostengano la cittadinanza in particolar modo quella
più debole e oppressa dalla crisi che stiamo vivendo.