Roma - Movimenti + Internet = Rivoluzione?

Giovedì 5 Dicembre dalle h.18:00 presso Esc Atelier

2 / 12 / 2013

Ed è (anche) con i social network che i giovani tunisini ed egiziani si sono organizzati per dare vita ad uno dei più grandi sommovimenti geopolitici del XXI secolo... Quali sono oggi gli strumenti per mettere in comunicazione e narrare le lotte che chiedono libertà e democrazia al tempo della crisi?

Giovedì 5 dicembre alle h. 18 

presso ESC_atelier - via dei Volsci - Roma

tavola rotonda con Fouad Rouehia di Amisnet e Radio comunitaria _ Regueb, Vilma Mazza di Global Project, Cecilia della Negra di Osservatorio Iraq, Florent Schaeffer di Un Ponte Per, interventi di Dinamo Press e di Atene Calling.

Collegamento da SidiBouzid (Tunisia) con Damiano Duchemin dell’associazione Ya Basta

A seguire Aperi-cena a cura di OZ - Officine Zero

Mostra fotografica "Momenti di gloria" a cura di Jacopo Granci

Ore 22:00 CONCERTO/ I MILAGRO ACUSTICO presentano il nuovo disco "Sicilia Araba"

Siamo stati in Tunisia subito dopo la Primavera Araba, quando nelle strade e nelle piazze si respirava voglia di libertà e di democrazia. Ci siamo interrogati allora, su quale fosse la potenza dei social network, vettori di informazioni che si trasformano in parole d’ordine, in appuntamenti, in proteste, in manifestazioni e di nuovo in scintille che fanno partire nuove comunicazioni ad una rete sempre più vasta, fuori controllo.

La Rivoluzione tunisina e piazza Tahirir sono state una scintilla che si è prorogata poi in tutte le piazze del mondo, con conseguenze, in parte, ancora da comprendere.

La storia dei media indipendenti in Italia ha una storia più lunga, che ha vissuto un momento aureo nell’epoca dei “controvertici” di Seattle prima e di Genova poi. Nasce, infatti, in quegli anni l’idea che tutti possano costruire la propria informazione, a partire dai mezzi messi a disposizione dalla rivoluzione delle tecnologie della comunicazione. Non a caso lo slogan di Indymedia - il primo sito dove diventa realmente possibile commentare, scrivere e postare foto - era “Don’t hate the media. Become your media”.

Le grandi corporation del web 2.0 sono state capaci di mettere a valore esattamente questa possibilità: siamo tutti produttori di significato, di immagini, di informazione. Emblema di questa trasformazione sono chiaramente i sociale network dove centrali diventano le nostre stesse relazioni sociali.

Ed è (anche) con i social network che i giovani tunisini ed egiziani si sono organizzati per dare vita ad uno dei più grandi sommovimenti geopolitici del XXI secolo. Twitter e Facebook sono stati utilizzati non solo come mezzo di controinformazione, ma come strumenti di organizzazione politica, mentre You Tube è divenuto il principale canale dal quale poter assistere, praticamente in diretta, a ciò che accadeva in quei paesi. In Tunisia questa “esplosione della parola” non si è fermata. L’ondata senza precedenti di comunicazione finalmente libera da censura che viaggia sui social network, nelle radio comunitarie, nei siti di informazione indipendente, nei blog inizia ad essere l’obiettivo di una nuova guerra contro la libertà d’espressione da parte del governo (quel governo che aspira a divenire un esempio di democrazia del mondo arabo) e sotto traccia delle organizzazione islamiste che trovano terreno fertile in un paese in subbuglio, da ricostruire.

A partire da queste osservazioni vogliamo condividere alcune domande che aspirano alla costruzione di un linguaggio comune quale irrinunciabile strumento di libertà: quali sono oggi gli strumenti per mettere in comunicazione e narrare le lotte che chiedono libertà e democrazia al tempo della crisi? Che siano queste in Italia, in Tunisia, in Grecia o altrove in Europa o nel mondo quali sono i loro mezzi comuni? Come si lotta tra le due sponde del mediterraneo per un riconoscimento dell’informazione indipendente? Come ci si può dare forza a vicenda?

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