Sherbooks 2023: Ufo 78 e gli anni Settanta secondo Wu Ming

13 / 2 / 2023

Domenica 29 Gennaio in occasione dello Sherbooks Festival Federico Guglielmi, in arte Wu Ming 4, ha presentato l’ultimo lavoro del collettivo bolognese: il romanzo Ufo 78’.

La prima questione che ha aperto il dibattito verte proprio sull’ambientazione del componimento: a differenza degli scorsi lavori dei Wu Ming, Ufo 78’ tratta infatti di una storia ambientata in tempi relativamente recenti, in controtendenza con i lavori “classici” del collettivo, come Q o Manituana.

Federico Guglielmi ci spiega come ciò da un lato rappresenta una facilitazione del lavoro di raccolta dati in quanto molte fonti sono fonti viventi. Dall’altro però sussiste il problema del rispetto verso un pezzo della nostra storia che non ha ancora fatto veramente i conti col presente e in cui sussistono ancora zone d’ombra.

Un’altra differenza che emerge rispetto ai precedenti romanzi è anche il tipo di prodotto editoriale. Personaggi, ambientazioni e luoghi sono infatti frutto della fantasia degli autori. Il genere mockumentary gioca sul discorso dell’inchiesta giornalistica lasciando agli autori la facoltà di inventare tutto, dalla bibliografia fino ai richiami al presente in cui vengono spesso “intervistati” i personaggi dalla prospettiva di oggi. Personaggi che, ricordiamo, sono del tutto inesistenti!

Ma di Ufo 78 stupisce anche un’altra cosa: è chiaramente il romanzo meno “politico” del collettivo bolognese. Anche se ciò può sembrar strano, trattandosi di un libro sugli anni 70’, lo zenith delle lotte sociali in Italia, Guglielmi ci spiega la volontà dei Wu Ming di non scrivere un “romanzo a tesi”, ma di toccare le questioni politiche in maniera più trasversale. Ci racconta che questo trend è in realtà iniziato con l’Armata dei sonnambuli, romanzo storico sulla Rivoluzione francese che parte addirittura dal fenomeno del mesmerismo, questa sorta di “ipnosi pseudo scientifica” che fa da sfondo a tutta la narrazione del lavoro. Ancora, con Proletkult si parla della Rivoluzione Russa dalla prospettiva di Bogdanov, romanziere e rivoluzionario fondatore della fantascienza russa.

Un tema sovente ricalcato nel romanzo è quello della comune di Thanur, guidata dalla carismatica leader Ursula Galbiati. Comune che nasce come rifugio di accoglienza, dovendo però fare i conti con l’enorme numero di eroinomani che, accampati fuori dai cancelli, aspettano di poter entrare. E qui si crea un discorso su cosa dev’esser una “comune”, se la porta verso il fuori va tenuta chiusa, anche col rischio di isolarsi, oppure deve ambire all’apertura totale, che potrebbe portate a una destrutturazione o, come si può leggere nel sottotesto, a una mercificazione dell’assistenza. Si apre così una questione alla quale Wu Ming 4 non sa darci una risposta, auspicando però che queste realtà trovino un compromesso tra il bisogno di apertura e la tutela di un modus operandi che non riproduca i meccanismi capitalisti e patriarcali della società.

Restando nel tema dei personaggi femminili, la discussione si è soffermata sull’antropologa Milena Cravero. La studiosa si occupa di alcune ricerche etnografiche sui vari gruppi di ufologi, scontrandosi con un mondo molto patriarcale, un patriarcato “soft”, un leggero ostracismo dato anche dalla mancanza di conoscenza del Femminile (ammesso che il “Femminile” esista davvero). Dal punto di vista dell’accademica, l’ufologia è un sintomo della crisi del maschio occidentale, visto come incapace di riuscire a catalogare e a conoscere l’indentificato.

Idea che però maturerà moltissimo nel corso della storia, arrivando a rendersi conto delle enormi differenze anche all’interno dei vari gruppi di ufologi e ufofili. Questi ultimi sono molto difficili da definire: se volessimo immaginarli potremmo pensarli come un gruppo di “fricchettoni” amanti degli UFO quanto degli allucinogeni. Il che ci riporta anche alla quarta del libro, in cui, citando una recensione del New Yorker, il collettivo bolognese viene così descritto: “scrivono come scriverebbe Dan Brown in acido”.

E in effetti il “lisergico” fa da sfondo a tutto il romanzo, mischiandosi sapientemente a un pastiche fatto di cultura pop, filmografia, musica e immaginario comune. Wu Ming 4 spiega questa scelta editoriale con la volontà di non trattare gli anni 70’ unicamente come gli “anni di piombo”, ma riuscire anche a inserire, in maniera trasversale, tematiche che spesso spassano in sordina sotto al peso del forte retaggio storico che identifica il lungo 68’ solo pensando alla violenza politica, al compromesso storico e alle bombe nelle piazze.

Cultura e politica quindi, ma anche ufologia, la vera protagonista del romanzo nonché sfondo di tutta la storia. Una cosa che ci ha particolarmente colpito è il tatto col quale si tratta l’argomento, astenendosi da fare sia un’apologia dell’ufologia sia una critica serrata che, dietro ad un razionalismo di fondo, cela la stessa spocchia tipicamente liberal di chi si approccia ai cospirazionismi, tema trattato molto in La Q di complotto di Wu ming 1.

Federico Guglielmi ci racconta quindi il rapporto di collaborazione fatto coi gruppi ufologi, soprattutto per la raccolta dei dati dai vari archivi, spiegandoci come l’ufologia non è stata una “cultura del riflusso”, ma un vero e proprio desiderio di fuga da una governance che diventava sempre più polarizzata e autoritaria.

Molti gruppi ufologi hanno infatti apprezzato il romanzo e l’omaggio alle sottoculture che ne viene fuori, lodando la mancanza nel narratore di una prospettiva giudicante anche verso chi, ad esempio, afferma di aver avuto contatti ravvicinati. Paolo Fiorino del Centro Italiano Studi Ufologici ha anche ospitato sul blog di Wu Ming “Giap” un’ottima recensione del romanzo.