Un articolo di Valerio Evangelisti per Globalproject

Splendori e miserie delle cortigiane

E così Berlusconi è un puttaniere.

22 / 6 / 2009

E così Berlusconi è un puttaniere. Bella scoperta. Sono da anni che circolano libri che narrano dei suoi rapporti, nei tempi che furono, con alcune attricette di Drive In e con ragazze varie del mondo dello spettacolo. Tale era in origine anche Veronica Lario, sua sposa (non si sa per quanto ancora), che per decenni ha tollerato, e che fa notizia ogni volta che si decide a mostrare insofferenza. L’unica novità vera è sapere che  B. paga prostitute di mestiere, per interposta persona. Non c’è da stupirsi. Alla sua età, con protesi varie e capelli finti, un corpo tracagnotto, un occhio più grande e uno più piccolo, deve puzzare parecchio. Per eccitarsi è obbligato a spruzzarsi una specie di Viagra spray sul pistolino – cosa che indusse una sua ministra, in un’intercettazione, a spiegare (pare) a una collega come fargli un pompino evitando di trovarsi in bocca il nauseabondo liquido afrodisiaco.

Tutto ciò è nuovo? Niente affatto. Ci si è dimenticati che Craxi, habitué dei festini organizzati dal Berlusconi imprenditore, andava a letto con Moana Pozzi e si circondava di donne di facili costumi, poi date in sposa a qualche politico della sua corte? Più di recente, il portavoce di Prodi (“portavoce” per modo di dire: non parlava mai) fu sorpreso mentre accostava sul marciapiede alcuni travestiti. E Lapo Elkann, alla testa del potere economico in questo paese, fu colto in stato di overdose in un’orgia fra travestiti a base di sesso e cocaina. Naturalmente Lapo non fece un solo giorno di carcere, né subì la sorte di Federico Aldrovandi, di Aldo Bianzino o di Riccardo Rasman. Appare ogni tanto su Striscia la notizia per il suo pessimo italiano, non per altro. La punizione dei “drogati”, nella penisola, è selettiva, e dipende dal censo.

Con questi antefatti, cosa ce ne frega a noi se Berlusconi (da una vita) va a puttane? Certo, è preoccupante che, secondo i giornali, invece di ricompensarle con denaro, le faccia eleggere al Parlamento europeo, alla Camera, nelle amministrazioni locali. Paga come può. Se non ha denaro a portata di mano, concede cariche pubbliche, prebende, candidature. Fa come Napoleone, che nominava ipso facto colonnelli i soldati semplici che gli riuscivano simpatici. Più modesto, Berlusconi promette dentiere e sedute a sue spese dal parrucchiere ad anziane donne terremotate.

Tutto ciò deve interessare al movimento? Sotto un profilo sociologico, un poco sì. La putrescenza del sistema politico italiano, e l’adozione di un bipolarismo che fa acqua da tutte le parti, hanno fatto emergere una “personalizzazione” disgustosa della politica, in cui i comportamenti individuali hanno la meglio sulle prese di posizione collettive. Ciò è conforme a un modello culturale americano. I centrosinistri e i girotondini, sul tema del premier puttaniere, ci vanno a nozze, La Repubblica in testa. Scordando, per un sostanziale accordo ideologico di fondo con lui, che i delitti di Berlusconi sono ben altri: la subalternità all’imperialismo americano, l’ossequio alla Confindustria, politiche economiche costantemente a favore dei privilegiati, una visione autoritaria e populista del sistema di governo. Complice un presidente tra i più inetti della storia, intento a invocare a bocca spalancata la convergenza tra le parti, fra il Puttaniere e chi ne approva le linee ideologiche di fondo ma non la condotta morale, e pronto soprattutto a tutelare se stesso e il Puttaniere medesimo dalle ricadute giudiziarie dei loro atti.

Conseguenze logiche? La prima è elementare. Quando il Puttaniere, nelle sue mille circonvoluzioni politiche, invoca la morale cattolica (di cui non gli è mai fregato niente), la famiglia (bell’esempio, il suo) e altri valori non monetari, o quando i suoi scagnozzi locali inventano misure assurdamente punitive per le prostitute e i loro clienti, è lecito e opportuno rinfacciargli il suo comportamento personale. Ma la seconda conseguenza, meno elementare, chiama in causa la dignità del movimento antagonista. Che non deve interessarsi alla spazzatura, bensì fronteggiare il berlusconismo – di destra e di sinistra – sui terreni in cui manifesta la sua faccia vera, con le armi dell’antifascismo, dell’antirazzismo, dell’antisessismo, dell’antimilitarismo, dell’antimperialismo, della ricomposizione territoriale delle classi subalterne e dell’insorgenza di classe, giovanile, femminile, culturale, ecc.

Tramontato il Puttaniere, tramontate le Noemi, le Patrizie e le Barbare, non per questo le istituzioni cesseranno di essere un bordello. Resta sempre attuale la “vecchia” parola d’ordine: lo Stato borghese si abbatte e non si cambia.             

Valerio Evangelisti