Stare ai giochi. Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni

Anche le Olimpiadi sono terreno di scontro sui diritti e l'integrazione. Parliamo del nuovo libro di Mauro Valeri che abbiamo incotrato e intervistato allo SherwoodFestival

29 / 7 / 2012

Mauro Valeri, sociologo e psicoterapeuta, dirige l'Osservatorio sul razzismo e l'antirazzismo nel calcio, ha pubblicato, a pochi giorni dall'inizio dei giochi olimpici di Londra 2012,"Stare ai giochi".

Il libro affronta il lento riconoscimento delle diversità in ambiente olimpico e l'autore descrive e parla di cinque tipi di discriminazioni presenti nella storia delle manifestazioni olimpiche: la discriminazione di genere, quella razziale, quella verso le persone con disabilità, quella nei confronti delle persone transessuali e intersessuali e quella religiosa.

In una recente intervista rilasciata al sito della Uisp, che qui riportiamo nei suoi passaggi essenziali, l'autore spiga l'ottica di approccio e le motivazioni che stanno alla base del libro:

Come è iniziato questo suo viaggio all'interno del connubio sport e razzismo? Cosa l'ha spinta ad occuparsi di ciò?

"Il motivo per cui ho iniziato a lavorare in questo senso, occupandomi già da anni di discriminazioni, è stato capire se era possibile raccontare la storia delle Olimpiadi al di là del semplice ambito sportivo, affrontandone quindi l'aspetto legato alle discriminazioni razziali.Penso che quando si decide di parlare di un evento come le Olimpiadi due sono i rischi che si corrono: da una parte cogliere solo gli aspetti negativi, " olimpiadi come reazionarie in quanto tali" (come le definiva un filosofo degli anni '30), viste come  una sorta di 'oppio dei popoli', cogliendone così solo l'aspetto legato agli sprechi, ai lati negativi; oppure vedere le olimpiadi solo come evento da record e da statistiche. Sono invece convinto che lo sport sia un fattore sociale e vada quindi raccontato nel bene e nel male".

Qual' è l'aspetto centrale, il fulcro del nuovo libro?

"Il fulcro del mio libro è racchiuso nel racconto dei movimenti sociali da parte delle minoranze. Queste reazioni hanno inciso porofondamente nel corso della storia. Movimenti e agitazioni che in quanto tali sono sempre stati affrontati come elementi negativi, di disordine. In realtà si tratta di eventi molto interessanti e che hanno portato ad una maggiore apertura delle Olimpiadi verso ciò che stava accadendo nella società. Pensiamo per esempio al fenomeno della 'naturalizzazione' che interessa ormai da tempo il mondo del calcio. Nei precedenti libri la mia attenzione si era focalizzata sulle discriminazioni etniche, qui invece mi sono concentrato su discriminazioni di genere, legate alla religione, alla sessualità che rappresentano poi la trasformazione che ha vissuto e sta ancora vivendo la società italiana e mondiale".

Come ricorda l'autore le Olimpiadi si basano sull'affermazione "La pratica dello sport è un diritto dell’uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport secondo le proprie esigenze" ma nei la lunga storia dei giochi non è stato sempre così.

Prima la lotta delle donne per poter praticare e partecipare alle gare sportive, poi i problemi, ancora non risolti, di integrazione e razzismo fino ai nostri giorni dove la discriminazione sessuale, quella religiosa e quella sulle disabilità fisiche sono i veri nodi e la sfida verso l' eguaglianza.

Ma quella diritti e dell' universalità dell'accesso e della partecipazione, anche nella pratica sportiva, sono stati, e lo sono tuttora, il vero terreno di dure battaglie politiche e culturali, di splendide pagine e di altre vergognose nè si può dire che queste discriminazioni siano sconfitte per sempre.

Tutto questo nella sue splendite e tragiche storie sono le Olimpiadi

Intervista a Mauro Valeri, SherwoodFestival 2012