L'esperienza del Centro sociale Bruno compie 10
anni il 10 ottobre. Di “acqua sotto i ponti” ne è passata tanta, molte
cose sono cambiate, dall'ubicazione dell'immobile, ai progetti che
all'interno vi prendono forma e sostanza, emozioni e creatività.
Mattoncino dopo mattoncino stiamo costruendo uno spazio libero e
autonomo, una casa comune nella quale non ci sono recinti ideologici o
steccati pregiudiziali, ma tanta voglia di sperimentare nuovi modelli di
democrazia, di lottare per cambiare in meglio questa città e questo
presente imbarbarito di guerra all'umano e alla vita, di sfruttamento e
precarietà.
Per anni abbiamo legato l'esistenza
del Bruno alla pratica dell'occupazione di stabili vuoti ed abbandonati
ed a quella della resistenza a qualsiasi forma di sgombero e di ricatto
politico. La conquista di uno spazio a Piedicastello è stata il frutto
di un riconoscimento materiale, e non meramente istituzionale, di
rapporti di forza che nel corso degli anni siamo riusciti a cambiare in
questa città.
Questo importante passaggio non risolve il problema
degli stabili abbandonati, delle innumerevoli case sfitte che ci sono a
Trento. Anzi alimenta in noi la voglia di non arretrare di un centimetro
rispetto a chi vuole fare di questa città un dormitorio securitario o
un eden della speculazione edilizia.
Non siamo soliti vendere
ricette preconfezionate, preferiamo lasciare ad altri la certezza della
“verità”, il raggiro del “cambiare tutto per non cambiare niente”, il
supermarket della conta dei voti. Il nostro pensiero ed agire politico
non sono nemmeno racchiudibili in etichette e simboli da vergare sui
muri, ma si alimentano dei processi sociali e politici nei quali siamo
immersi. Noi spingiamo affinché i movimenti sociali emergano dallo stato
carsico con tutta la forza dirompente che solo il cambiamento radicale,
la necessità materiale e biopolitica di trasformare lo stato di cose
presenti, possono dare. Per questo gli strumenti che abbiamo non sono
sufficienti, ma vogliamo ricercarli incessantemente con tutti coloro che
non si sono assuefatti alla nuda realtà e al compromesso.
In
una fase in cui la governance territoriale è sempre più al servizio dei
grandi interessi politici e finanziari del governo Renzi, come
dimostrano in particolare il caso della Valdastico e della "Buona
scuola" in salsa trentina, c'è la necessità di riscrivere dal basso il
concetto di autonomia. Un territorio autonomo ed indipendente deve
necessariamente misurarsi con forme reali di autogoverno e di gestione
comune delle risorse, dei beni pubblici e degli spazi di decisionalità.
Ed è a partire dalla cooperazione e dalla solidarietà tra individui, e
non sulla base delle tristi identità etniche, che noi immaginiamo e
vogliamo costruire la nostra comunità autonoma.
In questi 3
giorni di festa (dal 7 al 9 ottobre) vedrete solo un pezzetto di quello
che siamo. Fare centro sociale è essere tante cose, al tempo stesso
analisi e autorganizzazione, cooperazione ed eresia: è immediatamente
riprendersi la voglia di decidere sulla propria vita, di praticare il
comune qui e ora, di non girarsi dall'altra parte di fronte alla
violenza del capitale, ma di affrontare le sue contraddizioni a partire
dal proprio territorio.
Dal nostro decennale vogliamo lanciare una
sfida alla politica urbanistica ed economica della città: qualsiasi
scelta sull'area ex Italcementi deve vedere coinvolto il territorio e
tutti coloro che vivono nel quartiere di Piedicastello. Qualsiasi
riqualificazione di aree dismesse ed abbandonate, per divenire pratica
vera di rigenerazione urbana ha bisogno dell'ingegno collettivo e non
può essere relegata ad un mero esercizio di tecnocrazia.
Noi, come sempre, ci saremo.
QUI il programma della tre giorni di incontri e festa!
Trento - 7/8/9 ottobre : 10 anni di Centro sociale Bruno
27 / 9 / 2016