Macinano sfrontatamente tutto in un vortice di beat, rime caustiche e melodie vischiose di cui non ci si libera facilmente. Con alle spalle solo una manciata di EP e avendo fatto girare il proprio nome soprattutto online, Lo Stato Sociale è diventato un caso. Finalmente esce il loro primo album. Lo stato sociale non è in crisi, semplicemente non è più al suo posto perché si è dato allo showbusiness. Lo vedete andare in giro per la penisola con un pulmino bianco figlio del fordismo con il nome di un imperatore romano. Come un turista della democrazia. Lo ascoltate mentre grida storie e pensieri. Lo osservate agitarsi e raccontare come sia finito in questa situazione e vi rendete conto che dentro ci siete anche voi. E allora vi ammirate nello specchio del welfare pop e scoprite che avete i brufoli e che vi vestite male. Non preoccupatevi, vestirsi male non passa mai di moda.
“Turisti
della democrazia” è il primo LP de Lo Stato Sociale.
E’ un disco che parla – e parla molto – di pettinature e bar dove
bere, di amici e di nemici, d’amore e non amore, di storie false e
di storie vere. La stitichezza come grande nemico, i camionisti
come necessari alleati e la bellezza come fine ultimo, ma sempre
nell’occhio di chi guarda.
“Turisti della democrazia” è l’attesa prova sulla lunga distanza
della formazione bolognese che – dopo un rapido reimpasto della
lineup – vede i 5 regaz riuscire nell’unione tra il tiro dance
(grazie alla collaborazione in fase di produzione con Francesco
Brini già Pinktronix e Swayzak) e la canzone pop d’autore. La
poesia del cazzeggio e la prorompenza teatrale che li hanno
contraddistinti nei quasi 150 live in due anni trovano la
loro dimensione, più strutturata e libera al contempo, su disco:
in una commistione tra pezzi già conosciuti e urlati nella
contagiosa euforia dei loro concerti e completi inediti, tra le
accelerazioni in pieno stile Soulwax di “Ladro di cuori col bruco”
e le dilatazioni cuoricini-step di “Seggiovia sull’oceano”,
“Maiale” e “Mi sono rotto il cazzo”, manifesto di una generazione
con un luminoso futuro alle spalle. C’è forza, gioia e anche
rabbia in “Turisti della democrazia”, un viaggio fatto di passione
dentro il quotidiano delle vite di tutti, con una sana voglia di
divertirsi ma anche di prendere in dote quello spirito punk che
non ha mai avuto paura di dire in faccia le cose che non vanno.
BIO
Lo Stato sociale è una band bolognese attiva da tre anni o forse quattro, nata per gioco da Lodo, Albi e Bebo chiusi in una sala provemonolocalerifugio essenziale con un caldo bestiale e un sacco di birre. In realtà ci conosciamo tutti da una decina di anni. Bebo, Albi e Kekko hanno cominciato a condividere cose sui banchi di scuola, Lodo è apparso dal luogo del non-senso un pomeriggio di anni fa a Radio Fujiko e Carrot è Carrot, il nostro crooner preferito. Lo stato sociale è soprattutto un gioco, un divertimento incredibile messo assieme da cinque amici. Un giorno abbiamo deciso di caricare gli strumenti nell’auto di bebo e da lì non ci siamo fermati. Sono cambiate molte cose, molte persone si sono aggiunte in qualche maniera, è arrivato il nostro amato furgone Augusto, è arrivata la famiglia Garrincha Dischi, molte più orecchie ascoltano le nostre canzoncine. Molte più di quanto avremmo mai immaginato.
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