Già da tempo Magnus aveva dato ampia prova delle sue notevoli capacità in coppia con lo sceneggiatore Luciano Secchi, in arte Max Bunker

UNKNOW E l’UNIVERSO DI MOEBIUS: FUMETTI DA LEGGERE

un paio di autori di fumetti da rileggere

8 / 2 / 2013

UNKNOW E l’UNIVERSO DI MOEBIUS: FUMETTI DA LEGGERE

1.         Lo Sconosciuto di Magnus

“Mi chiamo Unknow, senza ‘N’ in fondo. Suona come ‘Sconosciuto’ perché sono in pochi a conoscermi”. Negli anni 70, precisamente nel 1975, faceva la sua apparizione nel mondo dei fumetti Unknow, lo Sconosciuto, uscito dalla fervida fantasia e la sapiente mano di Roberto Raviola, meglio conosciuto come Magnus. Già da tempo Magnus aveva dato ampia prova delle sue notevoli capacità in coppia con lo sceneggiatore Luciano Secchi, in arte Max Bunker. I due, firmandosi Magus&Bunker, avevano scardinato l’universo a fumetti contraddistinto sino a quel momento, sostanzialmente da eroi positivi (quasi sempre senza barba, baffi e capelli lunghi), da immagini non troppo violente, da vignette pudiche dove, al massimo, veniva disegnato qualche bacio e spalle di ragazze denudate. Pesavano sulla cultura in generale, quindi anche sul fumetto, “le amorevoli indicazioni” parocchiali sulle lettura consona ad un ragazzo, sui film da vedere o meno e, persino, su quali fumetti da leggere. Fermo restando che i fumetti, in parrocchia come a scuola, erano, comunque, ritenuti carta straccia, sottocultura e sostanzialmente letture negative per la formazione culturale delle giovani generazioni. Che, invece, grazie alle edicole e a prezzi di vendita (a quel tempo) modici, li divoravano letteralmente.

Dicevamo che la coppia Magus&Bunker scardinò questo status quo. Per la verità insieme ad un’altra coppia di fumettiste, le “cattive ragazze” Angela e Luciana Giussani, che nel 1962 dettero alle stampe “Il re del terrore” inaugurando la serie di Diabolik. Due anni dopo, nel 1964, usciva “Il re del delitto”, scritto da Bunker e disegnato da Magnus, che inaugurava la serie di Kriminal. Kriminal e Diabolik aprirono le porte al cosiddetto “fumetto per adulti” o “nero” ma, come per i Beatles e i Rolling Stones nella musica, divisero subito i giovani fans degli eroi a fumetti tra quelli che amavano le storie nere di Diabolik – ma a mio parere un po’ “dolci” e dal disegno meno armonioso – e chi preferiva i chiaro-scuri formidabili e il piglio cinico e crudele di Kriminal.

Lo stile asciutto del segno, la cinematografica sequenza delle tavole e il sapiente utilizzo del bianco e nero degli albi di Kriminal (che ricordava i grandi maestri del bianco-nero dei comics americani Milton Caniff, Frank Robbins e Will Eisner) incantarono e la magia “nera” di quelle storie continuarono negli anni successivi con le eroine Satanik e Gesebel e con il cupo agente segreto Dennis Cobb-Agente SS018.

Nel 1969 i due crearono Alan Ford, ribaltando ancora una volta i canoni dei personaggi e delle storie a fumetti consolidatisi in quel tempo ma solo dalla fine del loro sodalizio prese il via “Lo sconosciuto” con una prima serie di 6 bellissime storie che sono state raccolte da Einaudi in un unico volume. In totale la serie comprende 12 storie, alcune brevi, altre più lunghe come la bellissima “L’uomo che uccise Ernesto “Che” Guevara” del luglio 1983. Le seconde 6 storie apparvero, credo, tutte nella rivista a fumetti (quando ancora andavano di moda in edicola) “Orient-Express” ma ora è possibile leggerle tutte integralmente nel volume edito dalla Edizioni Lizard.

Chi è unknow? Un ex mercenario che ha militato nella legione francese – una specie di Lee Marvin nel “I professionisti” o Lino Ventura in “L’avventura è l’avventura” – dal passato torbido, misterioso, che Magnus richiama in ogni storia utilizzando fulminanti flashback di una o due vignette che interrompono la sequenza delle storie. Sino dalla prima avventura “Poche ore all’alba”, Lo Sconosciuto, viene coinvolto, spesso suo malgrado o come “professionista in vendita”, nelle vicende politiche e nei conflitti militari dell’epoca, immettendo nella trama avvincente del racconto, pillole di narrazione sulla questione palestinese o sui conivolgimenti dei servizi nei colpi di stato o negli affari criminali dei narcotrafficanti. Come una sorta di anticipazione degli attuali grafic novel che vanno così di moda oggi ma rimanendo al cento per cento fumetto…fumetto d’autore.

Dico questo senza voler togliere nulla al pregio dei grafic novel attuali di aver dimostrato l’efficacia della storia a fumetti nel raccontare vicende politiche e sociali importanti del nostro tempo ma la magia del fumetto a mio parere rimane, anche quando di impegno e d’autore, legata indissolubilmente alla qualità del segno, del disegno, delle inquadrature, dell’uso del bianco e nero e del colore oltre alla qualità del testo e della sceneggiatura. A mio parere se poi c’è anche un tocco di avventura che ti porta via con la fantasia male non fa. Per capirci, apprezzo molto l’impegno e la qualità del lavoro di Joe Sacco e dei tanti epigoni (forse anche troppi) ma non nascondo la mia predilezione per opere come “Le falangi dell’ordine nero” di Enik Bilal, “New York” di Will Eisner o “Arzak” di Moebius. E Magnus ovviamente. Se devo scegliere faccio questa scelta di campo netta. Nel racconto a fumetti di Magnus rimane forte il susseguirsi avvincente della storia attraverso la sequenza delle vignette, sia quando si legge un “nero” alla Kriminal o quando ci si immerge in una storia cupa e “politica” dello Sconosciuto.

2.         I MONDI DI MOEBIUS

Uno dei piaceri che dava il fumetto quando ancora si poteva andare all’edicola a comperarlo era  il trovarsi tra le mani un albo con una bella storia, divorarlo sino alla fine tutto d’un fiato, fermandosi all’ultima parola – “continua” – e alle due o tre vignette che alludevano al prossimo albo. E poi attendere una settimana o quindici giorni o, massimo, un mese per riprendere la lettura. E’ quanto accadeva a chi si trovava tra le mani un albo dei “Classici dell’Audace”, pubblicazione iniziata in Italia nel 1963 che ebbe il pregio di proporre personaggi e ambientazioni molto innovative attraverso autori di grande talento. Come, ad esempio, Huppen Hermann con le storie di Bernard Prince o Jean Giraud con le avventure western di Blueberry. Sino dal primo albo di Giraud con Blueberry, “Fort Navajo”, si poteva apprezzare la potenza del disegno, la qualità della sceneggiatura, la suggestività delle vicende narrate, il dinamismo delle tavole discegnate che avrebbero poi aperto la strada ad una incredibile produzione artistica quando comincerà a firmarsi con lo pseudonimo Moebius.

Lo pseudonimo piaceva a questo grande del fumetto: prima di firmare con il suo nome la serie di Blueberry (Mike “Blueberry” Donovan) aveva collaborato con Jiiè (Joseph Gillain) alla serie Jerry Spring, altro personaggio western, firmandosi Gir. La serie di Blueberry risente dell’evoluzione del cinema western degli anni 70 e dell’affermazione in Europa dello spaghetti-western (Leone, Corbucci ecc.) ma con la produzione firmata Moebius saranno le sue tavole ad influenzare il cinema fantascientifico degli anni 80, da “Dune” di David Linch a “Blade Runner” di Ridley Scott.

Senza togliere nulla alla bellezza della serie Blueberry sarà con lo pseudonimo Moebius che arriveranno le opere più interessanti da tutti i punti di vista. Il disegno si libera del tratteggio raffinato che caratterizzava le tavole di Blueberry per affidarsi ad un segno essenziale mentre le ambientazioni, passate decisamente al fantastico e fantascientifico, rimangono di una qualità e complessità mozzafiato.

Eccolo allora riproporre in fumetto la fantascienza psichedelica di Michael Moorcock con “Il garage ermetico di Jerry Cornelius” e inventare pianeti fascinosi e altrettanto pericolosi a cavallo tra ambientazioni horror e fantasy nella serie “Arzak”, racconti brevi privi di vignette e del tutto affidati all’espressività della sequenza delle tavole. E poi nel 1975 l’ambientazione noir hardboiled e allo stesso tempo ciberpunk del racconto di fantascienza “The Long Tomorrow”, un piccolo capolavoro dove disegna la città del futuro, incassata nella roccia, suddivisa a livelli. Si alternano in questo racconto breve sceneggiato da Dan O’Bannon (sceneggiatore cinematografico di Alien, Total Recall ecc.) vignette incredibili, dal disegno complesso e e raffinato al punto da fare da riferimento per tutte le ambientazioni fantascientifiche metropolitane dei film successivi.

Moebius, oltre ad aver partecipato alla sceneggiatura di importanti produzioni cinematografiche, non si è fatto mancare un’incursione nel mondo dei Super Eroi Marvel disegnando una bellissima storia di Silver Surfer in coppia con Stan Lee. Il disegno di Moebius, insieme ai testi del “mostro sacro” della Marvel, rende questo volume uno dei più belli della produzione a fumetti dedicata ai Super Eroi, al punto da vincere due prestigiosi premi come l’Harvey Award e il Will Eisner Award.

Ma la sua vena immaginifica viene ulteriormente evidenziata quando con Alejandro Jodorowsky crea la serie dell’Incal, bellissima avventura fantascientifica, ricca di colpi di scena e caratterizzata da una grande vivacità delle tavole.

Anche nel fumetto di Giraud/Gir/Moebius la raffinatezza del disegno e della sceneggiatura, assieme alla componente avventurosa delle storie e la componente immaginifica delle ambientazioni fanno la differenza nello stimolare la fantasia di coloro che si lasciano prendere dalla lettura.

Fumetto a tutto tondo!

Proposte

Magnus

“Lo sconosciuto”, Stile Libero Einaudi 1998

contiene le prime 6 storie rigorosamente in bianco e nero

 “Lo sconosciuto”, Edizioni Rizzoli-Lizard 2012

edizione integrale delle storie

 “L’uomo che uccise Ernesto “Che” Guevara” , Grifo Edizioni, 2006

Moebius

“Arzak”, “The Long Tomorrow”, “Il garage ermetico”

tutti editi da Panini Comics che sta curando la pubblicazione dell’intera opera dell’autore

Moebius/Stan Lee

“Parabola. Silver Surfer”, Panini Comics, 2004

Moebius/Jodorowsky

“L’incal” integrale per Magic Press Edizioni, 2011

Charlier/Giraud

“Blueberry” : l’intera serie è reperibile da Alessandro Editore

Per chi volesse anche approfondire la conoscenza degli autori citati nell’articolo consiglio:

Enik Bilal

“Le falangi dell’ordine nero”, Alessandro Editore, 2004

Milton Caniff

“Steve Canyon”: la ristampa degli albi originali è a cura della Free Book (si veda il sito on line)

Frank Robbins

“Johnny Hazard”: gli albi sono reperibili on line, edizioni Comic Art

Will Eisner

“New York”, “Il complotto” “Life, in Pictures”

editi tutti da Einaudi, Stile Libero

“Spirit il giorno dei morti”, Panini Comics, 2008

Hubber Hermann

“Sarajevo Tango” Eura Editore o Alessandro Editore, 1998 (premio Cesterheld 1996)

“Le torri di Bois-Maury” Alessandro Editore (si tratta di una serie molto bella ambientata nel medioevo)

Unknow