Tu quoque Nichi?

Lettera a Nichi Vendola dal gruppo di Assopace andato in Palestina ad aprile 2011

5 / 5 / 2011

"Tu quoque Nichi?"

Caro Nichi,

Dicci che non è vero e che è stato tutto un terribile equivoco. Non hai mai
descritto Israele come "*un Paese che ha trasformato aree desertiche in
luoghi produttivi e in giardini". Non ne hai mai parlato come di "un Paese
che si confronta col tema mondiale del governo del ciclo dell´acqua" senza
dire che nei territori occupati il ciclo dell´acqua consiste nel sottrarre
l´acqua ai palestinesi per annaffiare colonie illegali. E´ stato quel furbacchione dell´Ambasciator Meir a "confondere un po´ le acque"? E allora perché non pubblicare una bella smentita?

Ti hanno già scritto in molti e lo ha già fatto molto bene Myriam Marino, ci
siamo anche noi: un bel gruppo di persone le più diverse appena tornate da
un "viaggio di conoscenza" in Israele e Palestina, pensa. Uno di quei bei
viaggi organizzati dall´Associazione per la Pace di Luisa Morgantini, un
viaggio che nessuno di noi dimenticherà mai, che è appena cominciato e che
vogliamo continuare, anche con te se ne avrai voglia e curiosità.

Si dice che la Sinistra sia molto più brava a fare autocritica che a
criticare i propri avversari. E infatti eccoci qua, a esercitare la nostra
critica, tanto forte quanto forti sono le nostre aspettative nei tuoi
confronti. Molti di noi sono "di sinistra", alcuni di noi militano nelle
file di Sinistra, Ecologia e Libertà. C´è anche chi non vede l´ora di
vederti a capo di un governo che traduca sogni di giustizia in realtà
quotidiana.

Tutti noi crediamo che essere "radicali" non voglia dire essere "faziosi" e
per forza "oppositivi", ma essere in grado di arrivare alle radici delle
cose, per capirle, interpretarle e tentare di dare risposte a questioni che
sembrano difficili da risolvere.

Siamo contrari a battaglie identitarie che servono solo a dare un´etichetta
a chi si sente perso senza un simbolo appiccicato addosso. Crediamo che oggi
più che mai sia necessario studiare e reinterpretare il mondo. Neanche a te
piacciono gli slogan vuoti e anche tu hai sempre voglia di imparare. E´
finita l´epoca della fedeltà assoluta ad una "causa superiore", bisogna
coltivare il dubbio, siamo d´accordo. Ma alcune battaglie vanno portate
avanti con convinzione. Per questo abbiamo superato i dubbi di Pasolini su
Israele e il mondo arabo e non abbiamo dubbi da che parte stare quando si
parla dei Territori Occupati. Ogni tanto fa anche bene sentirsi nel giusto.

A noi ha fatto bene manifestare contro il Muro a Bil´in insieme ai comitati
palestinesi di resistenza popalare, ballare a Sheik Jarrah con i giovani
israeliani strillando a una voce "One, two, three, four...occupation no
more!". Davanti a noi, due coloni che facendo finta di niente leggevano il
Talmud seduti sul divano in cortile. Hanno ignorato noi come ogni giorno
ignorano l´anziana profuga palestinese, a cui hanno occupato la casa
assegnata dall´UNRWA ma che in quel cortile ha deciso di viverci lo stesso,
sotto una tenda.

Ci ha fatto bene conoscere gli Human Supporters di Nablus che aiutano i
bambini a superare il dolore, e ci ha fatto bene vedere quel che riesce a
fare il Rehabilitation Centre di Hebron in una città militarizzata da 5000
soldati venuti a proteggere i 400 coloni che hanno occupato il centro
storico rendendo la vita impossibile ai palestinesi. Tutto questo ci ha
fatto bene, ma ci ha fatto anche soffrire, perché l´ingiustizia fa soffrire,
come fanno soffrire i racconti di violenza inaudita che ci sono stati
riferiti dalle stesse vittime, anime di un assurdo purgatorio che chiedono
di riportare in terra la loro verità.

Nichi, lo sai che nell´ "unico Stato democratico del Medio Oriente" esistono
le prigioni per i morti? Quelle dove i palestinesi marciscono,
letteralmente, per scontare pene di 250 anni?

Noi comprendiamo le ragioni diplomatiche che ti spingono a parlare anche con
l´Ambasciatore di uno Stato che pratica l´apartheid, ma è davvero necessario
sposarne e diffonderne la propaganda? Non dobbiamo dirti noi che già nella
Bibbia la Palestina è identificata come la terra dove scorrono latte e
miele: non è stato certo lo Stato di Israele a renderla fertile.

Semmai, lo Stato di Israele sta utilizzando i territori abitati dai
palestinesi come discariche.

E a proposito di tecniche d´avanguardia, lo sai che dalle belle oasi che si
sono costruiti in Cisgiordania i coloni aggrediscono i bambini palestinesi
che per andare a scuola senza fare deviazioni chilometriche osano
avvicinarsi a loro? E sai che non lontano dalle meravigliose palme piantate
dai coloni nella Valle del Giordano esistono villaggi di beduini dove
l´acqua potabile non passa perché è stata deviata? Siamo andati a conoscerli
i bambini di questi villaggi, abbiamo visto le loro scuolette fatte coi
copertoni delle macchine (anche grazie all´aiuto della cooperazione
italiana), abbiamo visto le tende dove fanno lezione in attesa che sia
pronta la scuola di fango intitolata a Vittorio Arrigoni: qualche mattone
l´abbiamo messo pure noi, simbolicamente, per testimoniare la nostra
vicinanza. Giardinetti per loro non ce ne sono, e qualcuno vorrebbe che
neanche loro fossero lì.

Come a Gerusalemme, dove i palestinesi non possono costruire case nemmeno
sulla terra che appartiene a loro. E i figli devono arrangiarsi altrove,
perdendo in questo modo per sempre la residenza.

E allora Nichi, questa terra che in tutto sarà grande come la tua Puglia,
bisogna conoscerla tutta per saper distinguere gli orrori dalla speranza,
per capire che anche chi sta male a volte non si arrende. Per denunciare
chi, nel nome di una religione e di una cultura, fa terra bruciata intorno a
sé, teorizzando e riuscendo a far passare il messaggio che i suoi diritti
valgono più dei diritti degli altri.

Lo stato di Israele sarà pure denso della cultura ebraica che tutti
apprezziamo, ma cosa c´entra questa cultura con le prevaricazioni che
subiscono i palestinesi?

Infine, riguardo al tuo desiderio di "sviluppare reciprocamente le attività
turistiche", ci chiediamo: è per difendere questa cultura che quegli uomini
e donne di ghiaccio del sistema di sicurezza israeliano hanno sottoposto noi
"turisti" italiani a un vero e proprio interrogatorio sulla via del ritorno,
all´aeroporto di Tel Aviv? Terrorismo psicologico, il loro, roba da farti
venire la tremarella. L´accusa, gravissima, quella di "essere dei
volontari".

Pensa che curioso, ci hanno accusati di essere venuti in Israele "solo" per
aiutare i palestinesi, e hanno voluto le prove che fossimo stati nei posti
giusti: posti, ad esempio, come i giardini di Haifa di cui sono (siete?)
tanto orgogliosi. Fra le tante foto "compromettenti" che hanno visto dopo
averci requisito la macchina fotografica è spuntata fuori anche quella dei
giardini di Haifa. Meno male, siamo particolarmente sensibili ai giardini.

Ci vuoi venire a vedere i giardini e le palme con noi? Noi ti ci portiamo
volentieri, ma poi facciamo anche un viaggio nei villaggi e nelle città
palestinesi.

Con la stima che non vogliamo perdere,

Giovanna Bagni

Giulia Bellandi

Sara Bellandi

Franca Bocci

Raffaele Boiano

Sergio Caldaretti

Bernardetta Casa

Carla Consonni

Davide Costa

Nicola Costa

Silvia Dal Piaz

Marco De Luca

Francesco Del Bove Orlandi

Rosa Di Glionda

Francesca Fanchiotti

Gabriella Fazzi

Ornella Fiore

Liana Gavelli

Isa Giudice

Valentina Loiero

Maria Grazia Lunghi

Giovanna Maniccia

Paola Marazziti

Marcello Musio

Mariella Pala

Cristiana Paternò

Marco Pecci

Ivan Proto

Alice Proto

Elisabetta Schintu

Stefania Spiga

Massimo Tesei

Edvino Ugolini

Carolina Zincone

Biancamaria Zorzi